Porzia alla riscossa. Nel nome di Lolita Lobosco

Porzia alla riscossa. Nel nome di Lolita Lobosco
di Claudia PRESICCE
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Domenica 29 Gennaio 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 09:21

Lo splendore del sole di Puglia sul lungomare barese e l’oscuro omicidio di un prete davanti all’altare della sua chiesa: tornano questa sera “Le indagini di Lolita Lobosco” su Raiuno in prima serata con una quarta puntata della fiction sulla vicequestore di Bari venuta fuori dalla penna della scrittrice Gabriella Genisi. Lolita, interpretata da un’accattivante Luisa Ranieri, questa volta dovrà fare i conti con un delitto efferato che la porterà ad indagare sulla gestione dei fondi di una parrocchia con inattese scoperte. Nel frattempo la bella commissaria tornerà a occuparsi anche di Domenico, giovanotto già presente nella prima serie che si è messo di nuovo nei guai. E se sullo sfondo la storia d’amore col suo giovane Danilo si scontrerà ancora con le difficoltà della lontananza, la disponibilità dell’amico di famiglia, Angelo, le farà forse accorciare le distanze…? 

La "riscossa" di Porzia, interpretata dall'attrice di Corato Claudia Lerro

Ovviamente poi si tornerà a parlare di Porzia, che in questa seconda serie si è guadagnata uno spazio particolare. È la moglie dello storico braccio destro di Lolita, il vicequestore Antonio Forte, e madre dei suoi due figli, interpretata dall’attrice pugliese Claudia Lerro, originaria di Corato. Dal ruolo di moglie “gelosa” dell’intraprendenza di Lolita durante la prima serie, anche per l’ammirazione che il marito esprimeva per la talentuosa collega e suo primo amore adolescenziale, Porzia è diventata - proprio facendo di Lolita l’esempio da seguire - l’emblema della quarantenne che decide di riprendere in mano la sua vita.

Dopo aver portato nella prima serie il marito a fare terapia di coppia, in questa seconda serie l’abbiamo ritrovata con l’idea di tornare all’università per riprendere gli studi di Psicologia abbandonati troppo presto per dedicarsi alla famiglia. Ora lei vuole finalmente laurearsi e ridare vita al sogno di diventare una psicologa. Questo la porta a delegare al marito molte incombenze di casa e di figli, finendo per stremare l’abituale quanto “ingiusto” ménage che la vedeva prima sobbarcarsi da sola tutte le fatiche domestiche, mentre il marito lavorava “comodamente” con Lolita.

Una riflessione sulle difficoltà che incontrano le donne

Ma non solo. Porzia è anche “costretta” a studiare con qualche collega universitario, uno in particolare tanto giovane e aitante da mettere in crisi suo marito. Ma la nuova situazione del vicequestore Forte, improvvisamente gravato di compiti casalinghi che non sa gestire così come della responsabilità di fare il padre, spinge il pubblico a riflettere, ridendo e scherzando, sulla reale difficoltà che le donne ancora incontrano nell’essere madri, lavoratrici e mogli allo stesso tempo.

Claudia Lerro, quarant’anni appena compiuti anche lei, è attrice, regista e autrice. A Corato ha anche fondato nel 2012 la compagnia Teatrificio22, con oltre 150 allievi tra bambini, ragazzi e adulti, e da un paio di anni è spesso un riferimento per le produzioni cinematografiche che girano in Puglia, soprattutto se riguardano i bambini. Tra le tante cose del suo curriculum, Claudia è tra i protagonisti di “Non sono un assassino” di Andrea Zaccariello, tratto dall’omonimo romanzo di Francesco Caringella, con Riccardo Scamarcio, Claudia Gerini, Alessio Boni, e di “Passeggeri Notturni” di Riccardo Grandi, tratto dai racconti di Gianrico Carofiglio.

«Il ruolo di Porzia è cresciuto grazie al successo che il personaggio, in coppia con Forte ha riscosso nel tempo. Me ne hanno dato conferma lo stesso Zingaretti insieme a Luisa Ranieri – conferma Claudia Lerro – in questa stagione, inoltre, grazie a lei si affronta un tema delicato. Trovo incredibile che se ne debba parlare oggi, nel 2023, ma la verità è che spesso è ancora la donna a dover rinunciare ai propri sogni e al proprio tempo se desidera essere madre; e le donne che affermano il contrario e che vivono secondo valori differenti, subiscono ancora il giudizio di una società che vede nel ruolo di madre e moglie il senso della realizzazione femminile».

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