Felicità, la cura del medico e "Guru the Mago" Matteo Gizzi: «Ecco come essere felici, dobbiamo muoverci»

Così costruiamo la nostra felicità

Felicità, la cura del medico e "Guru the Mago" Matteo Gizzi: «Ecco come essere felici, dobbiamo muoverci»
di CARLA MASSI
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Giovedì 12 Gennaio 2023, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 25 Febbraio, 16:16

Nasce a Colleferro nel 1991. In seconda media indossa i panni di Pinocchio durante una recita scolastica.

Si appassiona al palcoscenico. A diciassette anni, in casa con l’influenza, prova a fare il giocoliere con le arance che la mamma gli aveva lasciato da mangiare. Un fallimento, ma lui insiste e si appassiona a questa arte e dopo mesi di allenamenti riesce a tenere in aria fino a cinque palline e tre spade. Comincia a divertire gli amici con piccoli giochi di prestigio, si avvicina alla magia, impara a rimanere in equilibrio su una ruota sola. A vent’anni, mentre studia Medicina, lo strega l’escapologia, l’arte delle fughe impossibili: per il suo compleanno chiede una camicia di forza. Diventa bravissimo nel liberarsi dalle cinghie di cuoio. Le sfere di cristallo danzano sulle sue braccia e le sue mani. Inizia a fare spettacoli in Italia e all’estero, vince concorsi. Si laurea in Medicina. Durante la pandemia è arruolato per le vaccinazioni. Fa sorridere grandi e piccoli negli ambulatori. Ma è serio nel suo camice. Dove si fondono, davvero per magia, l’arte di Guru The Mago e la professionalità del dottor Matteo Gizzi, medico di famiglia. Obiettivo delle due anime: «Cercare la felicità, costruirla. Perché non arriva se non ci muoviamo. È uno sforzo attivo» ricorda Gizzi indicando un buon proposito per iniziare l’anno nel migliore dei modi.

IL RACCONTO

«Il mio doppio ruolo nella vita – spiega il medico – ha un unico scopo: il benessere. Che sia attraverso l’astrazione, il divertimento o il gioco di prestigio. Che sia attraverso l’ascolto del paziente, la prescrizione del farmaco, la comprensione del disagio. Attraverso tutte e due le vie ci predisponiamo verso la felicità».

Emozione che, negli ultimi tempi, è stata calpestata, scansata da un’energica gomitata e, spesso, dimenticata. L’esercizio, oggi, secondo il mago-dottore, dovrebbe appunto essere quello di aiutare a far capire quanto sia importante e terapeutica la felicità. «Il fatto che io sia anche un giocoliere e pratichi per spettacolo l’arte della magia – sottolinea – non ha mai influito sulla mia autorevolezza come medico. Proprio perché mi impegno a spiegare quanto lavoro si deve fare per agguantare lo stato di benessere appena si può. Nella mia stanza si fanno le punture ma si esce felici. Parlo di ricerca attiva della felicità per spiegare che prima di tutto noi la dobbiamo voler raggiungere. Per la nostra testa e per il nostro corpo». Restano sbalorditi, nell’ambulatorio del dottor Gizzi, quei pazienti ai quali chiede di stringere uno o due pugni, di digrignare i denti, aggrottare le ciglia e aspettare anche solo un minuto. Perché? «Per rendersi conto che se ci predisponiamo a un atteggiamento di lotta e di rabbia il cervello ci viene dietro e attiva tutti meccanismi che ci fanno salire la rabbia, ci creano tensione. Ecco come è facile guidare il nostro organismo nonostante le difficoltà che, soprattutto chi soffre di malattie gravi, deve sopportare e superare».

Non solo diritto alla felicità, dunque, pensando all’anno che abbiamo davanti ma il dovere alla felicità. Proprio come un compito quotidiano, un allenamento continuo. Perché le emozioni sembrano essersi confuse, appiattite. Una sorta di anestesia dell’emotività. Tanto che si è arrivati a considerare i saldi di questi giorni «un antidoto alle preoccupazioni, all’ansia e un passaporto per la gratificazione, componente fondamentale, quest’ultima, per il buon funzionamento del nostro apparato mentale» come ci fa sapere lo psichiatra Massimo Giannantonio, past president della Società italiana di psichiatria. «Dobbiamo ricordare – aggiunge – che la mente del sapiens è composta da due emisferi. Il sinistro è dedicato all’obiettività, alla logica, ai numeri, alla fedeltà, al principio di non contraddizione, al senso di realtà. Mentre l’altro emisfero, quello destro, è legato all’immaginazione, al sogno, al desiderio, alla volontà di arrivare al piacere e di provare gioia. Uno è logico, l’altro legato alle emozioni». Il mago-dottore mette in guardia («Sono nemici della felicità») dai social abitati da una «pletora che scrive, parla e si comporta per far sentire l’altro a disagio». Infelice.

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