Variante inglese al 38,6% dei campioni: impennata in Puglia. Salgono i ricoveri in terapia intensiva. Linea dura della Regione: restrizioni su tutto il territorio

Variante inglese al 38,6% dei campioni: impennata in Puglia. Salgono i ricoveri in terapia intensiva. Linea dura della Regione: restrizioni su tutto il territorio
di Vincenzo DAMIANI
5 Minuti di Lettura
Martedì 16 Febbraio 2021, 19:11 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 10:30

Cresce la diffusione della variante inglese in Puglia, secondo i dati diramati in serata dalla Regione. L’assessore alla Sanità Pier Luigi Lopalco, infatti, comunica che in Puglia è stata completata una seconda rilevazione rapida per stimare la prevalenza della cosiddetta “variante inglese” di SARS-CoV 2 tra la popolazione e la percentuale di diffusione è salita al 38,6%. La “Quick Survey” era stata richiesta dal Ministero della Salute e dall’Istituto Superiore di Sanità alle Regioni dotate dei sistemi diagnostici. La Puglia è tra queste e oggi sono stati resi noti i risultati della seconda rilevazione da parte dalla prof.ssa Maria Chironna, coordinatore della rete regionale dei laboratori SARS Cov-2 U.O.C. Igiene – laboratorio di epidemiologia molecolare e sanità pubblica dell’ AOUC Policlinico di Bari e dal dott Antonio Parisi, direttore sanitario vicario IZS della Puglia e Basilicata.

Analizzando un campione di tamponi positivi prelevati il 12 febbraio, la percentuale per la Puglia di “variante inglese” del Sars Cov-2 risulta del 38,6%. Sono infatti 245 su 634 i positivi con la nuova variante tracciati nelle sei province. A  Bari su 323 campioni ci sono 124 casi, pari al 38.4%; nella BAT su 50 campioni ce ne sono 6, pari al 12.0%; a Brindisi su 129 campioni ce ne sono 72, pari al 55.8%; a Foggia su 62 campioni ce ne sono 18, pari al 29.0%; a Lecce su 20 campioni ce ne sono 3, pari al 15.0% Taranto su 48 campioni ce ne sono 22, pari al 45.8%. “Occorrerà – spiega l’assessore Lopalco – alzare il livello di attenzione sulla diffusione delle varianti del virus: questi dati impongono di programmare ulteriori azioni di contenimento”.

LE CIFRE DI RICOVERI

Calano i ricoveri Covid complessivi, si abbassa la curva epidemiologica, il numero dei positivi totali che scende sotto i 40mila, ma oggi la Puglia fa segnare anche un aumento importante di «nuovi ingressi» nelle terapie intensive, +24, per un dato secondo solamente alla Lombardia (+30).

Per la prima volta dall'uno dicembre gli attualmente positivi sono inferiori a quota 39.188, -1.276 rispetto a ieri. C'è stato anche un forte incremento dei guariti, +1.936 rispetto a ieri, e la percentuale dei tamponi positivi su quelli effettuati è del 6,87 per cento, di oltre 3 punti inferiore alla media della scorsa settimana. Però, allo stesso tempo, si registra un incremento dei pazienti passati nelle rianimazioni.

LE RESTRIZIONI

Non ci saranno zone rosse comunali o provinciali, ma misure restrittive più severe che riguarderanno tutta la Puglia e, probabilmente, anche le scuole: è questa la soluzione individuata dalla Regione dopo aver analizzato i dati del secondo studio sulla presenza e circolazione della variante inglese. Il Covid mutato è presente ormai ovunque, solo in Salento si registra per ora una diffusione contenuta (15%), ma considerata la capacità di propagarsi la situazione potrebbe mutare rapidamente. Ecco perché la task force anti Covid ritiene che limitarsi a istituire delle zone rosse a livello comunale o provinciale non sia più una misura efficace, sono necessarie restrizioni su tutto il territorio.


Con ogni probabilità non si attenderanno le decisioni del governo Draghi, anche se c'è interlocuzione con il ministero della Salute e l'Istituto superiore della Sanità: la Regione vuole evitare di ritrovarsi nelle condizioni dell'Umbria e per farlo serve agire subito, senza indugi. Non è da escludere che già da oggi possano essere adottati dei nuovi provvedimenti: «Occorre spiega l'assessore Pierluigi Lopalco alzare il livello di attenzione sulla diffusione delle varianti del virus: questi dati impongono di programmare ulteriori azioni di contenimento».
Non un lockdown generale come quello di un anno fa, ma misure più restrittive rispetto a quelle previste dalla zona gialla o arancione. Le nuove decisioni potrebbero riguardare anche le scuole, la variante inglese, è ormai un dato acclarato, colpisce anche i bambini e adolescenti, che diventano veicolo per la trasmissione in famiglia. I sindaci sono in allerta e in molti stanno già adottando provvedimenti nei propri Comuni: a Massafra, il primo cittadino Fabrizio Quarto ha chiuso le scuole, tutti gli spazi pubblici, piazze e ville, chiusa anche l'area fitness, le aree giochi con controlli inaspriti. Insomma un mini lockdown anticipato. «Nelle ultime settimane ci sono state notizie pervenute dal dipartimento dell'Asl ha affermato il sindaco - che ha sollevato la preoccupazione per il Covid, con ben 11 contagi verificatisi nelle scuole dal 3 febbraio che coinvolgono sia bimbi che insegnanti. E poi ancora diversi plessi chiusi negli istituti comprensivi e diverse problematiche anche negli istituti superiori. Il prefetto ci ha convinto di un sacrificio: la sospensione delle attività in presenza di tutti gli istituti scolastici della città».


L'incognita varianti, come se non bastasse, si abbatte anche sui test antigenici rapidi che servono a rilevare la positività al virus SarsCov2. Per ora sembrerebbero funzionare, ma «è necessario monitorare perché le mutazioni del virus potrebbero comunque comprometterne l'efficacia». L'allerta è contenuta in una nuova circolare del ministero della Salute e arriva proprio quando negli Stati Uniti si affacciano sette nuove possibili varianti fino ad ora sconosciute. Le più diffuse sono, ad oggi, le cosiddette varianti Uk, brasiliana e sudafricana. Tali varianti, «che presentano diverse mutazioni nella proteina spike - sottolinea la circolare ministeriale Aggiornamento sull'uso dei test antigenici e molecolari per la rilevazione di SARS-CoV-2 - non dovrebbero in teoria causare problemi ai test antigenici, in quanto questi rilevano la proteina N».

Tuttavia, avverte il ministero, «è da tenere presente che anche per la proteina N stanno emergendo mutazioni che devono essere attentamente monitorate per valutare la possibile influenza sui test antigenici che la usino come bersaglio». Dalla circolare arriva pure un'ulteriore indicazione: «Pur considerando l'elevata specificità dei test antigenici, i campioni positivi a tali test in contesti a bassa prevalenza necessitano di conferma con un test molecolare o, in caso di mancata disponibilità di molecolari, con un test antigenico differente, per eliminare la possibilità di risultati falsi positivi». Nel Regno Unito, è notizia di ieri, è stata identificata un'altra variante che potrebbe sfuggire ai vaccini anti-Covid. Denominata B.1.525, è stata trovata in 33 persone anche se il dato potrebbe essere sottostimato. Otre alla mutazione E484K presente anche sulle varianti brasiliana e sudafricana, B.1.525 porta un'altra mutazione - detta Q677H - sempre sulla proteina Spike che il coronavirus usa per attaccare le cellule bersaglio. Queste due mutazioni preoccupano molto gli esperti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA