Vaccino ai bambini, pediatri favorevoli ma tra i genitori c'è ancora preoccupazione

Vaccino ai bambini, pediatri favorevoli ma tra i genitori c'è ancora preoccupazione
di Maria Claudia MINERVA
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Giovedì 11 Novembre 2021, 10:26 - Ultimo aggiornamento: 19:21

Dalla metà di dicembre dovrebbe cominciare anche in Italia la vaccinazione anti-Covid dei bambini fra i 5 e gli 11 anni. Il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, ha ribadito che occorrerà vaccinarne almeno la metà, il che significa raggiungere 1,5 milioni di bimbi. Per avviare l'operazione si sta aspettando il via libera dell'Ema, l'autorità che controlla i farmaci in Europa, dopo che le autorità americane hanno fatto scattare il semaforo verde per il vaccino Pfizer-BionTech, mentre continuano a verificare quelli di Moderna che ha presentato domanda più tardi della concorrente.

I numeri della pandemia tra i più giovani


Come emerge dagli ultimi aggiornamenti nazionali sull'epidemia Covid, l'incidenza di Sars-CoV-2 nella popolazione è in aumento in tutte le fasce di età, con valori più elevati nella fascia 0-19 anni.

Negli ultimi trenta giorni, nel nostro Paese è stata, infatti, osservata una maggiore incidenza di casi diagnosticati in persone non vaccinate ed è di questi giorni la notizia che oltre un ragazzo su quattro al di sopra dei 12 anni ha ricevuto una sola dose di vaccino.

Numeri che hanno spinto il presidente della Società italiana di pediatria preventiva e sociale (Sipps), Giuseppe Di Mauro, a esprimere il forte auspicio che venga presto autorizzato il vaccino per la fascia d'età 5-11 anni. Un'operazione, quella di vaccinare anche i più piccoli, considerata strategica perché, come hanno ribadito dal ministero alla Sanità «è fondamentale per spezzare la catena dei contagi. I bambini infatti non hanno quasi mai conseguenze dal contagio di Covid ma portano il virus in famiglia e a scuola, ai compagni di banco e ai docenti, e dunque restano uno principali vettori della sua diffusione».

Genitori tra preoccupazione ed efficacia


Fra i genitori comunque continua a circolare una dose di legittima preoccupazione, ma i pediatri, anche in Puglia, si battono per sgombrare il campo da false credenze che rischiano di indebolire il successo della campagna qualora le autorità regolatorie allargassero l'uso dei vaccini ai bambini under 12. «Il vaccino tutela i bambini - conferma convinto il vicepresidente nazionale e referente per la Puglia di Fimp pediatri, Luigi Nigri, che non ha esitazioni sulla bontà della campagna di immunizzazione per i bambini -. Siamo in attesa della verifica, ma se gli studi confermeranno efficacia e sicurezza il vaccino andrà fatto anche per quella fascia d'età compresa tra i 5 e gli 11 anni. Temo, però, che non arriverà tanto presto come invece ci si augura, perché dopo il via libera degli Stati Uniti, dovrà approvarlo l'Ema e l'Aifa, e non credo possa essere una procedura così rapida come si vuol far intendere, a meno di un'accelerazione politica». Sui timori delle famiglie Nigri commenta: «I genitori sono sempre preoccupati, ma se ci dicono che il vaccino è sicuro devono fidarsi».

Le ragioni per vaccinare  

Tra le ragioni per cui serve vaccinare anche la fascia d'età dei più piccoli, c'è anche quella di permettere loro di avere tutti gli spazi di socialità che meritano, oltre a contribuire a ridurre la circolazione virale. «Sono perfettamente d'accordo sul vaccino ai bimbi più piccoli, attese le garanzie che dovrà darci l'Aifa, chiamata a valutare il rapporto rischi-benefici. Una volta stabilito che non ci sono pericoli, il vaccino si potrà fare tranquillamente» sottolinea Pietro Caliandro, pediatra di Brindisi, che rispetto alle preoccupazioni dei genitori risponde: «Se si legge il bugiardino della comune Tachipirina si rimane impressionati dalle complicanze che può provocare il paracetamolo. Eppure non appena un bambino ha la febbre le mamme non si pongono il problema e danno subito il farmaco per farla abbassare. Purtroppo, assistiamo a una politicizzazione del comportamento del virus, che invece della politica non se ne cura proprio, perché non ha una tessera di partito e colpisce secondo le proprie regole. Quindi, poiché il Covid muta facilmente e può colpire in maniera massiva anche i bambini è bene che il vaccino sia somministrato anche a loro. I genitori preoccupati devono solo informarsi, ma poi una volta ricevute le rassicurazioni del caso devono fidarsi di noi pediatri e non del dottor Facebook».
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