Arresto Lerario, si indaga sulla fuga di notizie. «Il dirigente avvisato delle cimici». Il video choc e le intercettazioni

Uno degli imprenditori alla moglie: ho dato tutto. Lei replica: così va il mondo

Arresto Lerario, si indaga sulla fuga di notizie. «Il dirigente avvisato delle cimici». Il video choc e le intercettazioni
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Lunedì 27 Dicembre 2021, 16:33 - Ultimo aggiornamento: 20:03

La Procura di Bari ha aperto una indagine per fuga di notizie parallela a quella su presunte tangenti consegnate da imprenditori all'ex dirigente della Protezione civile della Regione Puglia Mario Lerario, in carcere dal 23 dicembre per corruzione. Le presunte «mazzette» consegnate a Lerario dagli imprenditori Luca Leccese e Donato Mottola (entrambi agli arresti domiciliari), le uniche due al momento documentate, riguarderebbero denaro dato al dirigente per gli appalti affidati nell'ambito dell'emergenza Covid, moduli per isolamento dei migranti positivi nel Cara di Foggia-Borgo Mezzanone, strutture prefabbricate di supporto agli ospedali. La più ampia indagine, però, riguarda la realizzazione dell'ospedale Covid nella Fiera del Levante di Bari, nella quale sono indagate al momento 8 persone, tra le quali Lerario, un altro dirigente regionale e 6 imprenditori, in quello che il giudice - nell'ordinanza di arresto - definisce «turbine di rapporti continuativi tra Lerario e gli imprenditori che hanno contratti di appalto affidati dalla Regione».

Il sospetto della Procura: Lerario avvisato delle microspie

Nell'ambito di questa inchiesta, è il sospetto degli inquirenti, Lerario sarebbe stato avvertito della presenza di microspie nel suo ufficio e di essere intercettato, tanto da aver disposto una bonifica da eventuali cimici.

Secondo il procuratore Roberto Rossi e l'aggiunto Alessio Coccioli, che coordinano le indagini della Guardia di Finanza, qualcuno avrebbe rivelato a Lerario particolari segreti dell'indagine. 

Il video della consegna delal busta in auto 

C'è un video che immortala il passaggio di denaro dall'imprenditore Luca Ciro Giovanni Leccese a Mario Antonio Lerario, ex dirigente della Protezione civile della Regione Puglia. A documentare con immagini quella che secondo la Procura di Bari è la consegna di una tangente è una microspia piazzata dagli investigatori nella macchina di Lerario. Proprio a seguito di quella intercettazione audio-video i finanzieri hanno seguito il dirigente e poi lo hanno arrestato in flagranza per corruzione. L'episodio risale alla mattina del 23 dicembre. Da quel giorno Lerario è in carcere. Ieri, dopo la convalida dell'arresto, è stata disposta la misura cautelare degli arresti domiciliari anche per l'imprenditore. Nel video si vede Lerario seduto in macchina al posto del guidatore, mentre l'imprenditore apre lo sportello dal lato passeggero, estrae dalla tasca interna del giubbotto una busta bianca (che poi si scoprirà contenere 10 mila euro in 200 banconote da 50 euro) e la mette nel vano porta oggetti tra i due sedili anteriori. Nel frattempo Lerario apre il portabagagli ed esce dall'auto perché l'imprenditore, ricostruiscono gli investigatori, mette nel vano bagagli della macchina anche un cesto natalizio e un cartone con una bottiglia di champagne. Infine Lerario si rimette in macchine e «occulta» la busta contenente il denaro con il proprio soprabito prima di ripartire. Subito dopo verrò fermato dalla Guardia di Finanza.

Mottola alla moglie: «Ho dato la manzetta, così va il mondo»

Molto significativa anche l'intercettazione del secondo imprenditore arrestato. «Ho fatto tutto, ho dato la manzetta, ho dato la mazzetta, ho dato tutte cose». È lo stralcio di una conversazione tra l'imprenditore di Noci, nel Barese, Donato Mottola e la moglie, dopo che l'imprenditore - secondo la Procura di Bari - aveva consegnato all'ex dirigente della Protezione civile della Regione Puglia Mario Lerario una tangente da 20mila euro. Nella conversazione, risalente alla sera del 22 dicembre, l'imprenditore avverte la moglie di aver incontrato il dirigente e di avergli consegnato «la manzetta», intendendo un pezzo di carne particolarmente pregiato, e «la mazzetta», cioè i 20 mila euro ritenuti dagli inquirenti una tangente. La moglie, in risposta alla dichiarazione del marito, dichiara: «tutti felici e contenti, va bene. Buon Natale e chist so l'ove», espressione dialettale barese che significa «questo è il mondo». Per questa vicenda l'imprenditore si trova agli arresti domiciliari per corruzione. Quando, il giorno dopo, a seguito di una seconda presunta tangente consegnata a Lerario da un altro imprenditore, l'ex dirigente è stato arrestato in flagranza, a casa sua i finanzieri hanno trovato 379 banconote da 50 euro, pari a circa 19 mila euro, nascoste in luoghi diversi e ritenute dagli inquirenti parte di quella tangente da 20 mila euro o di «altre dazioni in prossimità del Natale».

 

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