Roberta Metsola a Lecce: «Superpotenza dei diritti e anche dell’innovazione. Insieme per un’Ue forte»

Roberta Metsola
Roberta Metsola
di Rosario TORNESELLO
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Martedì 5 Dicembre 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 6 Dicembre, 13:56

Arriva di sera, riparte l'indomani a mezzogiorno dopo l’incontro in Prefettura. Il tempo di osservare Lecce col buio e col sole. L'illuminazione artistica e quella naturale rimandano del barocco immagini suggestive. Il Salento è solo una delle tappe della visita nel Sud Italia della presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola. Qui la sorprende una «gentilezza d'altri tempi», lei cresciuta «respirando l'aria di questa terra» tra bellezza e arte. Lo scenario consente una pausa di riflessione, per quanto i tempi siano stringenti.


Caserta, Lecce, Catanzaro, Palermo e Roma: parte dal Sud l’operazione “mobilitazione”. Obiettivo dichiarato, scaldare i cuori, soprattutto dei giovani, per le sorti dell’Unione europea, a maggior ragione in vista delle elezioni del 2024, per il Ppe – il suo partito – le prime senza Berlusconi.


«Questo viaggio è molto importante. Sono qui come presidente del Parlamento europeo dove rappresento i deputati di tutti i gruppi politici. Voglio ribadire che ogni città, ogni paese e ogni cittadino è Europa. Il nostro progetto europeo è molto più delle decisioni prese a Bruxelles, Strasburgo. Abbiamo bisogno che ogni cittadino continui a difendere i nostri valori. Naturalmente, abbiamo bisogno che i cittadini di Lecce, Catanzaro, Palermo o Caserta, e di tutti i comuni d’Europa, si sentano coinvolti, indipendentemente dalla loro età o affiliazione politica. L'Europa appartiene a tutti noi».


La disaffezione al voto sembra essere una tendenza irreversibile. Resistono, e neanche molto, le consultazioni locali. E l’Europa appare troppo lontana, per quanto presente ormai in tutte le più importanti decisioni della vita quotidiana. Come avvicinare ancor più i cittadini a Strasburgo e Bruxelles?

«Sono pienamente consapevole che i cittadini possono sentirsi distanti dall’Unione europea. Ed è per questo che voglio avvicinare l'Ue a loro uscendo dalla bolla di Bruxelles e Strasburgo. Dobbiamo comunicare meglio i benefici dell’Ue ai nostri cittadini. Le nostre politiche devono funzionare per le persone, dobbiamo spiegare, ascoltare, trovare soluzioni. Naturalmente, so che l'Ue non è perfetta. Ma so anche che l'Europa è preziosa e che possiamo migliorarla insieme. Ecco perché le elezioni sono così importanti. Vogliamo che ogni europeo faccia parte del nostro progetto comune. Le elezioni europee del 2024 sono cruciali, perché stabiliranno la direzione dell'Europa per i prossimi 5 anni».


Di recente, Mario Draghi è tornato a sollecitare maggiore unione in Europa, dalle politiche economiche alle strategie di difesa. Un vero e proprio Stato dell’Ue. Quanti e quali ostacoli occorre superare?
«Negli ultimi cinque anni difficili, abbiamo affrontato una crisi dopo l’altra. Dobbiamo essere onesti su dove abbiamo sbagliato come Unione europea e sulle frustrazioni che i nostri processi talvolta causano. È così che miglioriamo. È così che diventiamo più forti. Possiamo costruire insieme una forte Europa, una superpotenza dei diritti, un leader mondiale nell’innovazione, un’Europa con l’Italia al centro. Per questo, la chiave è essere uniti; è lo strumento fondamentale per avere successo. Ad esempio, è così che abbiamo contenuto le conseguenze della pandemia. Anche lavorando insieme, stiamo aiutando l'Ucraina a resistere e a vincere la guerra, che è fondamentale anche per noi perché la nostra sicurezza e i nostri valori sono in gioco. Dovremmo guardare avanti con lo stesso spirito di cooperazione per progredire rafforzando la nostra economia - con la priorità di creare posti di lavoro -, la salute, l’energia e la politica esterna e di difesa comune».


La recente vittoria in Olanda dell'ultradestra, con Geert Wilders, abbinata a quella in Argentina di Javier Milei, dà ulteriore slancio anche in Italia a populismi e sovranismi. Teme possa essere una tendenza che peserà sulle prossime elezioni in Europa e sugli equilibri nell'Ue?
«Non possiamo ignorare il sentimento di distanza delle persone. Non affrontare le paure della gente porterà solo ad un aumento della polarizzazione. Il nostro messaggio è quello di unire le persone, di avvicinare l'Europa ai cittadini. Sono qui per dimostrare che l'Europa appartiene a tutti. Ecco perché dobbiamo contrastare questa narrazione. Parliamo. Perché se spieghiamo le nostre decisioni, e ciò che l'Europa fa per le persone, allora riusciremo a non farle allontanare».


Un’ulteriore insidia sembra arrivare dagli strumenti di condizionamento occulto, delle opinioni e delle scelte, ora legati anche all'intelligenza artificiale. Vede più pericoli o più opportunità in questa inedita frontiera dello sviluppo informatico?
«L’innovazione ci fa progredire e apre nuove possibilità, e dobbiamo cogliere l’opportunità. Si tratta di cambiamento, di capire che non possiamo permetterci di rimanere stagnanti e di non avere paura del futuro. Ma è molto importante sottolineare che ogni volta che la tecnologia avanza, deve andare di pari passo con i nostri diritti fondamentali e i valori democratici europei. L’Ue è in prima linea su questa questione. Lo scorso giugno, il Parlamento europeo ha adottato la sua posizione molto equilibrata sulla prima legislazione mondiale che indubbiamente stabilirà lo standard globale per gli anni a venire. Ci aspettiamo a breve un accordo finale su questo».


Come detto, partire dal Sud è senza dubbio una scelta evocativa. Siamo al centro di un Mediterraneo attraversato da minacce e tragedie umanitarie ma anche da prospettive di sviluppo. Terrorismo, migranti, energia, commerci. Quale futuro ci aspetta su questi fronti e cosa fare?
«Il Mediterraneo è un'area chiave e svolge un ruolo fondamentale per l'Ue. Come donna del Sud, ne sono ben consapevole. Dobbiamo continuare a lavorare in tutte le aree che ha menzionato, in modo che il Mediterraneo sia sempre più una fonte di opportunità. Sull’immigrazione, siamo vicini alla definizione di un sistema che assicura il controllo dei confini, che protegge i bisognosi di protezione, che è fermo nei confronti di coloro che non ne hanno diritto e che devono essere pertanto rimpatriati. Un sistema molto duro verso i trafficanti di esseri umani, che hanno trasformato il Mediterraneo in un cimitero. Sarà la soluzione a tutto? No. Ma sarà un importante passo in avanti a sostegno dell’Europa, dell’Italia e del Mediterraneo».


Nel giugno prossimo, una settimana dopo il voto per le Europee, la Puglia ospiterà il G7. È una terra votata al dialogo e all'accoglienza, scenario naturale di incontro e di pace. Quali risultati si aspetta dal vertice mondiale?
«Il G7 è un evento di grande importanza e sono molto contenta di vedere che si svolgerà in Puglia. Penso che invii il giusto segnale. E tutti i leader che saranno presenti si renderanno conto della potenzialità e della bellezza di questa terra. Per quanto riguarda l’esito, spero e mi aspetto che i leader si concentrino sul rafforzamento della democrazia e dell’ordine mondiale basato sulle regole. E che facciano sforzi per trovare la pace; perché la pace è il valore fondante della nostra società. Ma deve essere una vera pace. Una pace con libertà, giustizia e dignità. Perché senza questo, non possono esserci democrazia, sicurezza, prosperità, né speranza o opportunità».


A Lecce è stata accompagnata dal ministro Fitto. Da lui passano i principali dossier per la ripresa. Il Next Generation EU, tema dell'incontro in Prefettura, è il più imponente piano di aiuti per la ripartenza post-pandemia, con un Pnrr sottoposto a correzioni e aggiustamenti in ragione delle crisi internazionali che si susseguono. Più timori o fiducia sugli interventi proposti e finanziati, tra difficoltà di spesa ed efficacia degli strumenti attivati?
«Il Next Generation EU è un programma dell'Ue senza precedenti. Che mette l’Europa dalla parte giusta della storia. È molto positivo che la Commissione europea abbia approvato la modifica del Pnrr, che ora include un capitolo dedicato al RePowerEU, fondamentale per ridurre rapidamente la dipendenza energetica. Un’altra bella notizia è che la Commissione abbia dato il via libera anche alla richiesta di pagamento della quarta rata del Pnrr. Durante gli ultimi negoziati con la Commissione, l'Italia ha visto aumentare il proprio finanziamento, per un totale di 194,4 miliardi di euro. Sappiamo quanto il ministro Fitto e il governo italiano abbiano lavorato duramente per ottenere questi risultati. Questo incredibile contributo europeo consentirà al Paese di modernizzarsi, e di crescere. I fondi del Next Generation EU sosterranno, in termini molto concreti, progetti dedicati all'edilizia sociale ed al potenziamento delle infrastrutture. Tutto questo apporterà un beneficio positivo a tutti gli italiani».


Ultimo: da donna al vertice di un’istituzione tra le più importanti al mondo, una riflessione sulla tragedia della violenza sulle donne che, in particolare in questi giorni, scuote l’Italia.
«Non posso fare a meno di pensare alle tante, anzi troppe donne che vengono uccise, picchiate e abusate in tutto il mondo. Giulia Cecchettin era una studentessa con tanti sogni che non potrà realizzare. Dobbiamo impegnarci perché questo non accada mai più, dobbiamo fare di più per le donne. Dobbiamo garantire una maggiore prevenzione, un’adeguata protezione, e condanne ferme per chi commette minacce, abusi o femminicidi. Il Parlamento europeo ha approvato la sua posizione sulla nuova direttiva contro la violenza sulle donne. Ci aspettiamo progressi, se non un accordo, nel prossimo negoziato dei co-legislatori Parlamento e Consiglio del 13 dicembre. Per me, per tutti noi ha un significato molto importante».

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