Il viaggio/Fse, il presidente del cda sui treni: «Un anno di cura e risaneremo le Sud Est»

Il viaggio/Fse, il presidente del cda sui treni: «Un anno di cura e risaneremo le Sud Est»
di Paola ANCORA
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Venerdì 18 Dicembre 2015, 12:19

Arriva alla stazione di Lecce verso mezzogiorno. Una visita all’officina, decine di mani da stringere, di voci da ascoltare per dare ai numeri dei disastrosi bilanci delle Ferrovie Sud Est il calore di una speranza nuova. Andrea Viero, presidente del Consiglio di amministrazione della società del ministero dei Trasporti è stato a Lecce, ultima tappa di un tour che ha toccato Bari e il suo hinterland, Martina Franca e, ieri, il capoluogo salentino, Maglie e Otranto. Viero ha voluto viaggiare lungo i 474 chilometri delle ferrovie regionali e promette di salire anche sui bus delle Fse, perché la “cura” che il Parlamento, con l’approvazione della Legge di Stabilità, si prepara a inoculare nel corpo malato di questa azienda di Stato sarà amara, incisiva e «richiederà - dice il presidente del CdA nominato dall’assemblea il 24 novembre scorso - il sacrificio e lo sforzo di tutti».
.Poco dopo le 13 Viero raggiunge il binario sei della stazione. Un Atr220 attende di partire in direzione Maglie. Il vociare festoso di una scolaresca riempie i vagoni e ogni spazio disponibile. «Gli standard di servizio - spiega - sono quelli che sono, Fse ha bisogno di un colpo di reni». Ci sono due emergenze da affrontare subito: «riportare in equilibrio i conti che hanno reso difficile gestire le manutenzioni»; «procedere a una massiccia riorganizzazione, forti anche del senso di appartenenza all’azienda dimostrato dal personale». Arriva un controllore, divisa impeccabile «anche se qui non ci danno divise nuove da sei anni. Questa - spiega - l’ho comprata io». L’argine allo sfacelo, a quella che Viero definisce “trascuratezza”, è l’amor proprio di chi indossa la giacca blu con il simbolo delle Fse sul petto. Il dipendente si stira addosso la sua giacca nuova: «Presidente - dice - guardi che non ha obliterato il biglietto». Qualche risata, una stretta di mano e si riparte, con venti minuti di ritardo accumulati perché «il sistema Dco (cioè il sistema di controllo della marcia dei treni ndr) - si giustificano i dipendenti - si è sconnesso».

"Risanare in fretta". Il treno corre fra ulivi e muretti a secco, paesaggio insolito per un vicentino come Viero. «Il punto fermo di ministero e Regione - continua - è risanare in fretta. E non lo si farà certo per continuare a far correre le carrozze Breda del 1959 che sono ancora in servizio qui in Salento o i bus di 27 anni che pure ho visto». Un anno per risolvere l’emergenza, le previsioni del presidente del CdA. «Un anno per imprimere un cambio di passo - dice - per ricostruire un’azienda che adesso non c'è e fare in modo che agisca come un’impresa vera, in grado di pianificare il servizio con le proprie risorse, umane ed economico-finanziarie». Il 2016, insomma, porterà con sé uno stop agli affidamenti esterni, un taglio netto delle consulenze, la risoluzione del nodo dei 70 autisti interinali assunti nonostante il rosso profondo nei conti aziendali.

Tabella di marcia serrata. «I prossimi 12 mesi - continua - saranno cruciali per dare una prospettiva di serenità e soddisfazione a chi lavora in Fse e consolidare il servizio. Poi, con il 2017, si potrà anche cominciare a sostituire il parco-mezzi». La tabella di marcia è quindi serratissima: commissariamento, individuazione dell’advisor per la due diligence (il bando è già on line), piano industriale. Si può, insomma, tirare fuori Ferrovie Sud Est dal pozzo di debiti nel quale rischiano di annegare, «a patto che non si commetta l’errore pericoloso - avvisa Viero - di adagiarsi sulla iniezione di liquidità che sta arrivando». Poco più di 100 milioni di euro fra stanziamenti previsti dal Governo con l’emendamento “salva-Fse” alla Legge di Stabilità, risorse regionali e pagamenti da parte del ministero.
Il ritardo del treno aumenta: trenta minuti. «Probabilmente - avvisano i dipendenti - perderete la coincidenza per Otranto e dovrete prendere il treno successivo, alle 14.39, sempre da Maglie». Un tempo lunghissimo, per coprire pochi chilometri, si riempie delle impressioni e delle idee del nuovo presidente: «Questa è comunque una ottima linea ferroviaria: sono stati fatti degli investimenti importanti». Ma non sono stati sufficienti a garantire efficienza e decoro ai servizi, che hanno risentito, negli anni, di sprechi, scelte e spese scellerate fatte con il denaro dei cittadini mentre la voce della politica rimaneva flebile. «Non è difficile - riflette Viero - mantenere un rapporto fisiologico fra politica e concessionario da una parte e azienda dall’altra». Più difficile, invece, è vincere la «rassegnazione delle persone - ammette Viero -. Mi ha stupito che la gente non sappia quando arriva e quanto parte un treno e non abbia una reazione forte».

Al museo ferroviario. Si arriva a Maglie, dove Viero incontra chi lavora in stazione e il personale viaggiante, prima di salire su un vecchio vagone Breda per raggiungere Otranto.

Nel mezzo, un altro dipendente lo accompagna a visitare il museo ferroviario di Maglie, chiuso «perché non ci sono risorse disponibili». Scrive un messaggio d’auguri poi dritto sul treno al binario tre. «Non è più quello» avvisano dopo poco i lavoratori. Scende, un altro saluto: «Cerchiamo d’essere positivi». E via, a bordo d’un treno che conterà, oltre a lui, solo un altro passeggero. Alle 14.38 un altro convoglio, due carrozze soltanto, prende la strada per il capoluogo. Ci vorrà un’ora e venti per coprire la distanza da Maglie a Lecce.

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