Scuola, gli alunni del Sud meno bravi di quelli del Nord? I risultati del report. In Puglia un liceale su dieci non comprende un testo

Foto: Pixabay
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di Maurizio TARANTINO
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Giovedì 13 Luglio 2023, 10:23

Arrancano ancora gli studenti pugliesi nei risultati delle prove Invalsi sulle competenze in Italiano, Matematica e Inglese. La presentazione dei risultati da parte da parte dell'istituto nazionale presieduto da Roberto Ricci certifica ancora la difficoltà per gli ordini di scuola regionali nel tornare ai livelli pre-pandemia. Un risultato che riguarda l'intera macro area del sud Italia, in cui la Puglia si distingue a fatica nelle varie fasce di rilevazione. A dare un filo di ottimismo, la diminuzione della cosiddetta dispersione scolastica implicita, tanto da portare il territorio al secondo posto per abbattimento delle percentuali in un anno.
Pur se in misura ridotta, già dalla seconda classe primaria cominciano ad evidenziarsi leggeri divari territoriali, più marcati nella quinta classe rispetto alla seconda e soprattutto più evidenti per Matematica e Inglese listening.

I risultati

In seconda primaria infatti la Puglia con il 70% conferma il trend nazionale (69%) di alunni che raggiungono il livello base in Italiano dietro a Molise, Basilicata e Umbria: una situazione mediana che diviene ancora più marcata per Matematica con il 65% di alunni che sono in fascia 3, come nella media nazionale. Nella classe quinta, per quanto riguarda Italiano, gli allievi con risultati alti, ovvero di fascia 5 o 6, sono maggiormente presenti in alcune regioni: oltre il 20% in Lombardia, Toscana, Umbria, Marche, Abruzzo, Molise e Puglia. Per Matematica il quadro è più eterogeneo: la Puglia è nel range tra il 20-30%. Nella prova di Inglese Reading, la quota di allievi pugliesi che raggiungono l'A1 è compresa tra l'80% e il 90%, mentre per la prova di Listening la Puglia è tra le quattro le regioni in cui tale quota si attesta tra il 70% e l'80%. Per la classe terza secondaria di secondo grado, la prova basata sul computer, valuta gli alunni con un risultato da 1 a 5 per l'Italiano e la Matematica e da pre-A1 ad A2 per l'Inglese: livello 3 adeguato per Italiano e Matematica, A2 per Inglese. In Italiano la Puglia è nel gruppo 1, costituito dalla maggioranza delle regioni, in cui il risultato medio si colloca nella fascia di adeguatezza. Meno favorevole l'analisi dei risultati di Matematica, dove la Puglia insieme alla Basilicata resta sulla soglia che separa il livello 3 dal livello 2, ovvero sul limite dell'adeguatezza. Diversi gli esiti per Inglese: la prova di Reading, colloca gli studenti pugliesi nel gruppo 1 in cui cioè viene raggiunto il prescritto A2. Analizzando la prova di Listening le conclusioni si fanno ancora più fragili. Nelle regioni del Nord, generalmente, il 20-25% circa degli studenti si attesta al livello A1, il 30% circa in quelle del Centro e circa il 45% nelle regioni del Mezzogiorno. La Puglia arriva al 56% di alunni in A2, con una quota del 42% in A1 e il resto insufficiente.
I dati della scuola secondaria di secondo grado devono essere differenziati in base agli indirizzi di studio. Gli studenti in istruzione liceale conseguono risultati più elevati rispetto agli indirizzi tecnici e professionali. In Puglia lo studente medio liceale, cioè classico, scientifico e linguistico si attesta sul livello 3 in Italiano che rappresenta, in ogni caso, un risultato appena adeguato, insieme a Lazio, Campania, Calabria e Sicilia. Gli esiti in Italiano negli Istituti tecnici sono meno soddisfacenti, visto che gli studenti non superano il livello 2. E negli istituti professionali il quadro è ancora più preoccupante: nelle situazioni migliori, l'esito medio si attesta al livello 2. Rispetto agli alunni che si fermano al livello 1 nei licei classici, scientifici e linguistici la Puglia fa registrare la performance peggiore: a livello nazionale si varia da uno 0,6% per la provincia autonoma di Trento e uno 0,7% per il Veneto fino alla punta massima del 10,2% pugliese.
Nel 2019 la dispersione scolastica implicita si attestava al 7%, per salire al 9,8% nel 2021, forse anche a causa di lunghi periodi di sospensione delle lezioni in presenza.

Nel 2022 si era già osservata una leggera inversione di tendenza. Il calo maggiore della dispersione scolastica implicita si registra in Calabria (-5%), seguita dalla Puglia (-2,9%), Sardegna (-2,8%) e Sicilia (-2,4%). Tuttavia, le differenze assolute a livello territoriale rimangano molto elevate: Campania (19%), Sardegna (15,9 %), Sicilia (13,6%), Calabria (13 %) e Basilicata (10,6 %), Puglia (9%). A partire dal 2020 Invalsi ha introdotto un sistema di open badge con il quale gli studenti maggiorenni dell'ultimo anno della scuola secondaria di secondo grado possono ricevere il proprio risultato personale nelle prove: nel 2023 i diplomati eccellenti in Puglia sono stati l'8,5% davanti a Calabria, Sicilia e Sardegna e Campania, nel 2022 erano l'8%, mentre nel 2019 raggiungevano il 12%.

La proposta di Romito (Anp)

«Stiamo lavorando alla convocazione di una sorta di stati generali dell'istruzione in Puglia», ha commentato Roberto Romito presidente regionale Anp Puglia. «Il Mezzogiorno fatica maggiormente a garantire uguali opportunità a tutti -spiega- con evidenti effetti negativi a partire dalla primaria e poi sui gradi scolastici successivi. Ciò significa, inoltre, che si confermano, in parte ampliate, forti evidenze di disuguaglianza di opportunità di apprendimento nelle regioni del Sud sia in termini di diversa capacità della scuola di attenuare l'effetto delle differenze socio-economico-culturali sia in termini di differenze tra scuole e, soprattutto, tra classi». Romito chiede quindi di approfondire il tema attraverso un tavolo di lavoro coinvolgendo il mondo accademico, quello produttivo, le istituzioni, oltre che tutti gli attori che si occupano di scuola sul nostro territorio. «Bisogna affrontare i problemi che devono assorbire tutta la nostra attenzione, nel Sud e in Puglia -conclude-, quali la dispersione scolastica esplicita ed implicita e i divari formativi territoriali, come emergono in maniera preoccupante dai rapporti dell'Invalsi e degli altri organismi internazionali di indagine sui sistemi scolastici».

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