Lezioni in aula o da casa? Scelta entro oggi. E torna il caos sui questionari

Lezioni in aula o da casa? Scelta entro oggi. E torna il caos sui questionari
di Maria Claudia MINERVA
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Sabato 6 Febbraio 2021, 08:06

La nuova ordinanza regionale sulla scuola, che di fatto ricalca la precedente, sta mandando di nuovo in tilt sia i presidi - chiamati a riorganizzare la didattica in base alle nuove scelte dei genitori, sovraccaricando segreterie e docenti - sia le famiglie, che entro oggi dovranno decidere nuovamente se mandare i figli in presenza fino al 20 febbraio o se tenerli a casa con la didattica a distanza. I questionari compilati dalle famiglie appena una settimana fa, cioè prima del ritorno in presenza, sono carta straccia, bisogna rifare tutta la procedura e in fretta. È un po' come nel gioco dell'oca: quando si pensa di aver raggiunto la casella finale si ritorna immediatamente al punto di partenza. Così la scuola, costretta di settimana in settimana a rimescolare faticosamente le carte, soprattutto quando i plessi ospitano più di mille studenti e altrettante famiglie da interpellare in tempi strettissimi, considerato che domani è domenica.


L'ultima ordinanza, che resterà in vigore dall'8 al 20 febbraio, prevede che la didattica per la scuola dell'infanzia, elementare e media si svolga in presenza; mentre per le scuole superiori la didattica in aula proseguirà con il limite del 50 per cento di presenze in ogni istituto. Resta in piedi per tutte le famiglie di chiedere la didattica a distanza. Ed è qui l'inghippo, nel senso che è la scelta delle famiglie a pesare enormemente sull'organizzazione delle scuole che devono inviare di nuovo il questionario, raccoglierlo e protocollarlo: tre passaggi semplici sulla carta ma di fatto complicati burocraticamente. «Le ordinanze creano disagio a tutti, a cominciare da noi dirigenti che di volta in volta dobbiamo programmare l'attività didattica e spesso quello che abbiamo programmato il giorno prima lo dobbiamo disfare il giorno dopo, perché magari queste ordinanze arrivano a ridosso delle scadenze e, quindi, non ci consentono di organizzare per tempo l'attività» conferma Raffaele Capone, preside del Deledda di Lecce, scuola che in questa prima settimana ha registrato una presenza del 30% (300 studenti su una popolazione di 1.050).

«Siamo tutti disorientati - aggiunge il preside - perché la Ddi è la soluzione peggiore dal punto di vista educativo, ma non ci ascoltano». In effetti, i dirigenti che si riconoscono nell'Anp (Associazione nazionale presidi) Puglia lo avevano detto a gran voce: Basta ordinanze, e basta con la scuola on demand. Ma così non è stato. «Questi provvedimenti ci portano via tanto dispendio di energie - aggiunge la preside del Salvemini di Alessano, Chiara Vantaggiato -. La nuova ordinanza vale per 15 giorni per cui siamo costretti a chiedere alle famiglie cosa vogliano fare. Così stiamo riproponendo il questionario, con il docente coordinatore di classe che si occupa di raccogliere le istanze e farle protocollare.

Il problema è che i tempi sono sempre strettissimi, perché i provvedimenti arrivano all'ultimo momento. Purtroppo, scontiamo la voglia di Emiliano di assecondare le famiglie, questo è».


Alcuni istituti superiori si sono organizzati in modo da non dover cambiare un giorno si e l'altro pure. «Noi abbiamo creato due gruppi: A (cognomi dalla A alla M) e B (cognomi dalla N alla Z)), che sono bolle chiuse e si alternano una settimana in presenza e una a distanza. Si cambiare scelta, ma ce lo devono dire una settimana prima di quella in cui è previsto in ritorno in classe» sottolinea la dirigente del Liceo Classico Palmieri di Lecce, Loredana Di Cuonzo, che sottolinea: «Anche per noi, che abbiamo avuto una frequenza pari al 20% (300 studenti su una popolazione studentesca di 1.500), i disagi non mancano, soprattutto per i docenti che magari si trovano a fare lezione in presenza con tre ragazzi mentre il resto della classe è on line. Certo, la scelta a comando non è mai auspicabile, ma tant'è e alla fine come scuola cerchiamo sempre di fare il possibile per non scontentare nessuno».


Il panorama cambia un po' nel primo ciclo, dove ormai la frequenza è massiccia, tanto da superare in alcuni casi anche l'80%, per cui sono davvero pochi i casi di famiglie che chiedono di tenere i figli a casa. Questo perché il presidente Emiliano per il primo ciclo ha seguito il Dpcm del 14 gennaio scorso, che riporta la presenza in classe di tutti gli alunni, mantenendo però sempre la possibilità per i genitori di poter comunque scegliere di tenere i figli a casa in Ddi (Didattica digitale integrata), obbligando la scuola a fornirla. «Anche se sono in misura minore, anche noi dobbiamo ripetere il copione del questionario. e questo ci crea un ulteriore disagio, è già la terza volta che lo facciamo - afferma il preside del Comprensivo Casale di Brindisi, Fausto Luigi Melissano -. Queste ordinanza gravano sulle segreteria già enormemente oberate di lavoro proprio per questa anomala situazione». Il Comprensivo - che registra una presenza in aula del 75% su più di 900 studenti (tra infanzia, elementare e media) - da lunedì prossimo, con il tempo pieno, farà partire anche la refezione (servizio mensa) per tre classi (due dell'infanzia e una elementare). «E questo nonostante tutte le difficoltà - conclude il dirigente - e nonostante continuino a mancare i presidi sanitari. Abbiamo condiviso protocolli, anche con l'azienda che fornisce i pasti, affinché si garantisca la massima sicurezza».

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