Sono stati assunti dopo un anno di prova o sono stati assunti quest’anno, tutti comunque a partire dal primo settembre, ma ad oggi sono tutti senza stipendio. Sono i docenti che dopo anni di precariato speravano in una stabilità che fosse non solo lavorativa, ma anche economica, e si stanno invece scontrando con una burocrazia che li vede lavorare senza poter aver alcun compenso. Anche se stando a quanto raccontano i docenti, i problemi al momento sembrano riguardare non solo loro, ma tutti i nuovi contratti, anche quelli di quei supplenti che hanno firmato contratti a tempo determinato.
Prof al lavoro ma senza stipendio
Al momento sono in tanti, sembra più di cento, quelli che nemmeno ad ottobre hanno potuto vedere il cedolino dello stipendio o il contratto registrato (l’ultima finestra per questo mese si è chiusa venerdì scorso alle 14), e che quindi prima di novembre non riusciranno ad avere qualcosa.
Il problema: la registrazione dei contratti
Una serie di problemi burocratici ha portato a delle difficoltà nella registrazione dei nuovi contratti da parte delle segreterie, che comunque sembrano essersi attivate subito per risolvere tali problemi. «A quanto appreso i nostri contratti sarebbero stati registrati, forse, ora, in maniera del tutto tardiva – aggiunge Dellino – e questo ha portato i pagamenti ad essere bloccati. Per cui dalla fine di agosto, pur lavorando, siamo senza stipendio». Una situazione davvero difficile per tutti, considerando che i diversi docenti hanno ognuno una propria storia. «Ci sono miei colleghi che fanno chilometri per raggiungere il posto di lavoro – aggiunge Dellino – che alle normali spese devono aggiungere quelle per il trasporto. La situazione è tragica e mi dispiace che i sindacati a cui ci siamo rivolti tutti non sembra si stiano muovendo. Unica cosa che ci dicono è che dobbiamo stare tranquilli, perché tanto avremo gli arretrati, ma intanto siamo senza niente. Forse non stanno comprendendo che il problema è generale e non del singolo».
La volontà dei docenti non è assolutamente quella di creare un caso, ciò che vogliono è solo risolvere la propria situazione, che rischia di diventare davvero critica se non dovesse arrivare lo stipendio nemmeno a novembre. «Quando ero precaria – spiega Dellino – ricordo al massimo un mese di ritardo nei pagamenti, mai una situazione come questa. Speravamo che la stabilizzazione ci permettesse di migliorare la nostra condizione, e invece non è successo». Sul Sidi esiste il contratto registrato dei docenti, così come ci sono i documenti firmati nelle segreterie di pertinenza, ma di tutto questo non c’è traccia sul sito del ministero. «Siamo entità che non esistono, ma che lavorano – conclude la professoressa Dellino -. Ciò che è assurdo è che nessuno ci aveva avvisato di questi ritardi, se lo avessimo saputo ci saremmo tutelati di conseguenza. Ma tutto questo non è scritto da nessuna parte, né previsto».