Schittulli, l'attesa è finita: Forza Italia decide, verso il sì all'intesa

Francesco Schittulli
Francesco Schittulli
di Francesco G. GIOFFREDI
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Domenica 8 Febbraio 2015, 18:22 - Ultimo aggiornamento: 18:24
Nei giorni scorsi ha completato il suo tour romano a fari spenti: un faccia-a-faccia nel quartier generale Ncd, una stretta di mano con i vertici di Fratelli d’Italia, il patto blindato con tutto il ventaglio di partiti mignon (Nuovo Psi, Pli, Pri) - ché non si sa mai. Manca solo l’ultimo, fondamentale bullone da serrare sull’impalcatura di centrodestra: Forza Italia, il partito in balìa delle faide e di un perverso incrocio di veti e sospetti, ancora non ha scelto su chi puntare alle elezioni regionali pugliesi. Ma Francesco Schittulli è fiducioso, dopo il blitz a Roma: ha intascato un paio di riservate rassicurazioni da ambienti forzisti e fa cautamente leva sullo “stato di necessità” in cui versa il partito azzurro. Insomma: la mossa azzardata da pokerista («Sarò in campo comunque, anche senza Forza Italia», aveva detto) sta facendo maturare i suoi frutti. Complice, va da sé, la debolezza ormai strutturale di Forza Italia. Mercoledì dovrebbe riunirsi l’Ufficio di presidenza del partito, convocato da Silvio Berlusconi, per affrontare - tra le altre cose - anche il “dossier regionali”. E in quella sede dovrebbe arrivare l’ok più o meno definitivo a Schittulli. Perché altrimenti l’alternativa sarebbe solo una, escludendo un complicato passo indietro dell’ex presidente della Provincia di Bari: opzionare un altro candidato pescato dalla rosa berlusconiana e sancire la frattura col resto del centrodestra. Un lusso che, oggi, Forza Italia non è oggettivamente in grado di permettersi. Oltretutto i berlusconiani premono per ricompattare il fronte con Ncd alle regionali, nonostante il grande gelo dopo la vicenda quirinalizia.



Le mosse di Schittulli. Schittulli allora aspetta solo l’incoronazione dei forzisti, ma di certo non sta fermo. Da settimane la coalizione cementata attorno al suo nome (Ncd, Fratelli d’Italia, Nuovo Psi, Movimento Schittulli e poi ora anche Pli e Pri) lavora seduta al tavolo programmatico, di fatto riallacciandosi al tour regionale dell’autunno scorso messo in campo dall’oncologo barese. Non solo: è in cantiere, per sabato 28 febbraio, una convention di presentazione ufficiale della candidatura. «Ci saranno tutti i leader nazionali dei partiti che sostengono Schittulli», spiegano da Bari. L’obiettivo sarebbe, anche, avere proprio Raffaele Fitto in prima fila.



Fitto e le sue scelte. Ma sul ruolo del dominus di Forza Italia in Puglia pesa un punto interrogativo pesante come un macigno: l’eurodeputato salentino, leader nazionale della dissidenza azzurra, si è ufficialmente smarcato dalla partita delle regionali pugliesi dopo l’ufficiale bocciatura delle primarie da lui strenuamente sponsorizzate. Temeva la trappola, e cioè che gli potesse essere accollata un’eventuale sconfitta, pagando così un prezzo salatissimo: «Niente primarie? Scelgano a Roma il candidato», aveva detto. E in effetti ad aprire il ventaglio di nomi ci stava pensando Berlusconi, prima di essere travolto dalla bufera quirinalizia, dal “Patto del Nazareno” a pezzi e dalla frammentazione di Forza Italia. Nella sostanza, per ora, Fitto continua a non interferire nella partita delle regionali pugliesi. Ma nei prossimi giorni incontrerà i consiglieri regionali azzurri, tutti sulle spine e senza bussola.

Potrebbe allora essere questo il primo passo del riavvicinamento dell’eurodeputato alle regionali nel suo feudo. Anche perché nelle settimane scorse lo ha ripetuto più volte: «Quando da Roma sceglieranno il candidato, saremo in prima linea per lui».



La guerra romana. All’orizzonte c’è anche la guerra di nervi con Berlusconi, destinata inevitabilmente a proiettarsi su scala pugliese: l’ex premier potrebbe di fatto “commissariare” le liste regionali, togliendo il pallino dalle mani di Fitto; ma l’ex ministro potrebbe replicare farcendo le liste della “Puglia prima di tutto” di big acchiappa-voti (anche qualche senatore, pare) per dettar legge. Scenari che rischiano d’essere travolti, o comunque condizionati, dall’evolversi dei fatti nel partito nazionale. In un senso o nell’altro.
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