Regione, l’aut aut ai dissidenti Pd e il tavolo chiesto dal M5s: Emiliano alle strette

Regione, l’aut aut ai dissidenti Pd e il tavolo chiesto dal M5s: Emiliano alle strette
di Alessandra LUPO
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Sabato 8 Ottobre 2022, 05:15

Finita la mezza tregua elettorale dettata dalla necessità di provare a limitare i danni alle urne, la maggioranza regionale è ormai un treno in corsa verso i nuovi equilibri ma soprattutto verso i vecchi squilibri.
Se da una parte infatti prosegue la luna di miele tra Michele Emiliano e il M5s, dall’altra il conflitto tra il presidente e il Pd sembra sul punto di esplodere: le tensioni sono fortissime e dopo una lacerazione durata mesi, le ultime scintille, ultime in ordine di tempo le parole di Ruggiero Mennea sulle «proposte sistematicamente osteggiate da Emiliano» e un possibile abbandono di alcune pedine democratiche dalla maggioranza, ieri è arrivato l’aut aut del capogruppo, Filippo Caracciolo

La nota del capogruppo Pd: subito un incontro


Caracciolo fa muro contro i dissidenti: «Basta attacchi ad Emiliano e alla maggioranza - scrive Caracciolo rivolto ai consiglieri più critici, in primis Fabiano Amati e Ruggiero Mennea ma il messaggio è per tutti -. Abbiano il coraggio di uscire dalla maggioranza oppure rispettino le regole». 
Nei prossimi giorni il capogruppo convocherà una riunione dei consiglieri «sperando - scrive senza mezzi termini - che serva a mettere la parola fine, in un modo o nell’altro, a questa situazione». 
Lo scacchiere democratico però è molto più articolato di quanto sembri e l’ipotesi di tagliare il cordone con Emiliano potrebbe non essere solo una provocazione.

Tra le idee allo studio (a quanto pare per il momento accantonata) c’è stata infatti anche quella della creazione di un intergruppo (alternativo a quello Pd) che riunisse le voci più critiche rispetto all’operato di Michele Emiliano. Un gruppo che ai “dissidenti” dem di vecchia data come Amati, Mennea e in buona parte anche Michele Mazzarano e l’assessore Donato Pentassuglia, a quanto pare sembrava interessante anche ad Antonio Tutolo del Misto, all’ex assessore Pier Luigi Lopalco (Articolo Uno) e al civico Sergio Clemente. D’altronde, già ai tempi della nomina di Rocco Palese come assessore alla Sanità c’era chi, come Amati, mise provocatoriamente ai voti l’appoggio esterno alla maggioranza con il ritiro degli assessori. 

Il ruolo di Decaro


In questa partita interna alla maggioranza, però, ci sono anche dei giocatori in panchina come il sindaco di Bari Antonio Decaro, cui una metà dei consiglieri regionali Pd è politicamente vicina. Una corrente “decariana” rinfocolata dal recente attivismo del sindaco di Bari anche in seno al partito, che vede tra le figure di riferimento in Consiglio regionale lo stesso capogruppo. 
La posizione di Caracciolo non è facile; finché tra il presidente e il sindaco di Bari non c’erano che assist e affetto reciproco il problema non si poneva. Ma oggi - dopo il precipitoso endorsement di Emiliano a Decaro come candidato alla Regione, a molti suonato come un’investitura un po’ costrittiva, tra i due si intravede una pericolosa crepa. 
Con il suo richiamo il capogruppo fuga i dubbi: «Il presidente fa bene ad andare avanti e a non curarsi di loro - prosegue Caracciolo -. Ma in qualità di capogruppo del Partito Democratico non lo accetto. Abbiano il coraggio di uscire dalla maggioranza oppure rispettino le regole. Troppo comodo fare l’opposizione stando in maggioranza». E Caracciolo non è solo, perché un altro “decariano doc” come Francesco Paolicelli gli dà ragione: «Il Pd è il partito più importante di questa maggioranza, 15 consiglieri, ed è fondamentale la sua unità. Io - prosegue il consigliere - mi impegnerò affinché ci sia questa unione». Paolicelli definisce una “figuraccia” il voto sul Fine vita - di cui io è tra i promotori: «Ci sono divisioni più ideologiche che di merito così come sulla proposta di legge sule discriminazioni di genere che presentammo con Metallo. Ora - conclude - mi auguro che ci sia una condivisione più ampia e si recuperi ma Caracciolo ha fatto bene a richiamare al senso di responsabilità. Siamo una maggioranza di centrosinistra e il ruolo del Pd è quello di pilastro della coalizione». 

Le sollecitazioni del M5s: liste d'attesa siano priorità 


Ma com’è noto Emiliano deve dar conto anche all’altro pezzo di maggioranza, che in attesa delle postazioni - incalza sulle priorità e si rivolge non solo a lui ma anche a Palese: i consiglieri del M5S Marco Galante, Cristian Casili e Grazia Di Bari hanno inviato al presidente e all’assessore Rocco Palese la richiesta di istituzione di un tavolo tecnico politico sulle liste d’attesa del Servizio Sanitario Regionale. 
«Il problema delle liste d’attesa - dichiarano i pentastellati - è uno di quelli maggiormente avvertiti dai cittadini, per questo è tra i punti prioritari che abbiamo sottoposto al presidente Emiliano nel corso dell’ultimo incontro. Il diritto alla salute è sancito dalla Costituzione e abbattere le liste d’attesa significa poterlo garantire a tutti». 
Al netto del chiarimento nel Pd ora il prossimo banco di prova sarà il 18 ottobre in Consiglio regionale, nuovamente sul caso Arpal. Per quella data, sarà in aula la proposta della giunta che parifica i Cda e i requisiti dei direttori delle agenzie. E quindi il futuro di Massimo Cassano - almeno come direttore - dovrebbe essere segnato. Dopo le frecciatine di Fdi sulla sua fede politica, però, l’ex sottosegretario, candidato con il Terzo Polo alle ultime Politiche, ha fatto sapere di voler lasciare la politica attiva «per dedicarsi solo all’Arpal». Un passaggio di grande tempismo che, se supportato dal voto dell’aula, potrebbe anche permettergli di tenere un piede in Arpal, magari all’interno del Cda. 

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