Puglia, il Consiglio regionale boccia la legge sul “fine vita”: polemiche in maggioranza

Scontro a distanza dopo il “no” dell’Aula

Puglia, il Consiglio regionale boccia la legge sul “fine vita”: polemiche in maggioranza
di Alessandra LUPO
5 Minuti di Lettura
Mercoledì 5 Ottobre 2022, 21:57 - Ultimo aggiornamento: 22:00

Com’era prevedibile ha fatto molto rumore la decisione presa dal Consiglio regionale pugliese di bocciare la Legge regionale sul fine vita. La maggioranza guidata Michele Emiliano si è infatti spaccata in due: un pezzo dei democratici e il M5s ha votato contro insieme al Centrodestra, facendo naufragare la proposta di legge per introdurre l’ “Assistenza sanitaria per la morte serena e indolore di pazienti terminali”, che vedeva primo firmatario il consigliere Pd Fabio Amati.

La bocciatura è arrivata al termine della discussione sul caso Arpal, finita con un rinvio e con un’altra spaccatura interna. Su Twitter il primo a rammaricarsi per la decisione del Consiglio pugliese è stato Marco Cappato, tesoriere dell’associazione Luca Coscioni, che si batte per l’introduzione della legge sul fine vita in Italia: «La legge regionale per l’aiuto a morire è stata bocciata. In una regione in mano alla destra? No, in Puglia».

Le reazioni

Una sottolineatura che arriva in una fase politica particolarmente calda in cui le questioni bioetiche assumono per forza di cose una connotazione anche di parte, tanto Regioni come l’Emilia Romagna guidata dal democratico Stefano Bonaccini (tra i papabili candidati alla segreteria nazionale) ha invece ha approvato una norma per facilitare la distribuzione della pillola abortiva, lanciando un segnale chiaro all’indirizzo del prossimo governo a guida Fdi. Non è un caso che tra i detrattori della proposta pugliese ci siano i consiglieri di centrodestra. Il capogruppo di Fdi Ignazio Zullo commenta: «Evitato il tentativo di sdoganare il diritto alla morte.

In una materia così delicata non si può giocare con la sofferenza più grande dell’uomo, qual è la morte, per appuntarsi inutili medagliette e titoli di giornale - prosegue Zullo -. Senza contare che la “voglia di vivere o morire” è legata anche alla qualità dell’assistenza sanitaria che il paziente e l’ammalato ricevono».

Ecco perché lo stesso Amati inquadra la bocciatura in un quadro più ampio, definendola «un capolinea politico e programmatico». «C’è una sentenza della Corte costituzionale che va eseguita- spiega il consigliere -, tra l’altro con note del ministero della Salute che dicono di eseguirla, e noi che facciamo? Bocciamo la norma, nonostante il fine vita sia al primo punto nei programmi nazionali del Pd e della sinistra. Invece qualche mio collega di partito - prosegue - ha votato con Fratelli d’Italia su questo tema ed Emiliano non ha detto nulla se non che “questo punto non era nel programma del suo governo”». 

A difendere le scelte della maggioranza ci pensano i consiglieri della lista “Con Emiliano” (Giuseppe Tupputi, Stefano Lacatena, Alessandro Delli Noci, Gianfranco Lopane e Alessandro Leoci): «Noi siamo sensibili e favorevoli al diritto del fine vita, ma i fatti impongono all’istituzione regionale un passo indietro: non possiamo legiferare in una materia in cui è lo Stato a dover costruire un impianto generale perché è impensabile che ci siano discipline difformi da Regione a Regione». E in piena sintonia con la posizione di Con è il gruppo del M5s: «Siamo assolutamente consapevoli che in Italia ci sia un vuoto normativo sulla questione che deve essere colmato, ma a farlo deve essere il legislatore nazionale, il solo competente a legiferare su questa materia. Abbiamo votato contro la proposta di legge sul fine vita presentata, perché riteniamo che la stessa sconti concreti profili di incostituzionalità». Secondo i pentastellati e i consiglieri di Con «La Corte di certo non ha detto (né avrebbe mai potuto) che le Regioni debbano legiferare singolarmente sul tema, e ciò in quanto il trattamento deve essere uniforme su tutto il territorio nazionale. Tesi ribadita anche dal costituzionalista audito in Commissione che, al pari dei giuristi con i quali è stato aperto un costruttivo confronto, aveva manifestato più di una perplessità sulla proposta sotto il profilo della incostituzionalità della stessa. In questa delicata materia non vi è ‘giusto’ ed il ‘non giusto’, ma ciò che si può fare e ciò che invece è contrario alla nostra Carta Costituzionale ed in tal senso si è espresso il voto responsabile in Consiglio».

Amati replica punto per punto: «Ad evitare di sentire sciocchezze come quelle dei colleghi 5S, per giustificare un voto contrario alla proposta di legge sul fine vita, allego gli atti che attestano in modo inequivoco la competenza funzionale delle Regioni sull’argomento.  Ci sono, infatti, una circolare del Ministero della salute del 9 novembre 2021, sottoscritta dal Capo di Gabinetto del Ministero della salute Tiziana Coccoluto, e i verbali di due audizioni, svoltesi in data 7 aprile e 15 dicembre 2021, dei Ministeri della salute e della giustizia dinanzi alla Commissione salute della conferenza delle Regioni.  Queste note furono peraltro distribuite nel dibattito in Commissione, per cui nessuno può dire di non averlo saputo». Al di là della proposta, però, appare chiaro che sull’argomento la maggioranza sia di nuovo spaccata e che l’asse Emiliano-5s sia ormai più che mai solido anche in Consiglio regionale. Mentre il Pd continua a sfaldarsi anche sui singoli punti all’ordine del giorno.

© RIPRODUZIONE RISERVATA