Xylella, archiviata la procedura d'infrazione

Xylella, archiviata la procedura d'infrazione
di Maria Claudia MINERVA
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Sabato 23 Dicembre 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 07:22

Un dono inaspettato e per questo molto più gradito: l’Unione Europea ha archiviato la procedura di infrazione contro l’Italia per le inadempienze nel contenimento della xylella fastidiosa. La letterina di Natale - indirizzata al ministero dell’Agricoltura e della sovranità alimentare e alla Regione Puglia - è del 20 dicembre scorso e dice letteralmente questo: “Si comunica che il collegio dei commissari Ue ha adottato le decisioni in materia di procedure di infrazione e ha deciso di archiviare la procedura in oggetto” citando la sentenza (ex articolo 258 TFUE C-443/18) con cui la Corte di Giustizia Europea aveva condannato l’Italia per tre inadempienze specifiche: la prima per “non aver rispettato l’obbligo di rimuovere immediatamente gli alberi infetti previsto all’articolo 7 della decisione di esecuzione 2015/789 modificata, lasciando un gran numero di piante in “situ” per molti mesi, addirittura talvolta più di un anno, dopo l’individuazione dell’infezione e durante il periodo di volo degli insetti vettori”. La seconda per “non aver rispettato l’obbligo di monitoraggio della presenza del batterio nella fascia di 20 chilometri della zona di contenimento”. La terza, per “un costante e generale inadempimento dell’obbligo di impedire la diffusione della xylella fastidiosa attraverso successive e singole violazioni delle misure stabilite dalla decisione di esecuzione 2015/789 modificata”.

L'Ue


Con il dietro-front sulla procedura di infrazione l’Unione Europea ha riconosciuto, invece, che negli ultimi due anni gli interventi attuati sono conformi alla normativa prevista.

Un cambio di passo arrivato con le misure messe in campo dalla gestione dell'assessore Donato Pentassuglia, del direttore dell’Osservatorio fitosanitario Salvatore Infantino e del direttore del Dipartimento Agricoltura Gianluca Nardone, che hanno, appunto, coinciso con la giusta attenzione al regolamento comunitario. Un “Piano d’azione” che ha portato a risultati inattesi in termini di campionamenti e monitoraggi, tanto da spingere l’Unione a ricredersi fino ad archiviare la multa che sarebbe costata decine di milioni di euro. 


Che la Commissione fosse rimasta favorevolmente impressionata dalle azioni messe in campo dalla Puglia si era già capito dopo l’audit del giugno 2022, quando carte alla mano Pentassuglia aveva dimostrato di essere riuscito non solo a contenere la diffusione del batterio ma, addirittura, di eradicarlo, come nel caso del focolaio di Canosa, attuando misure che avevano consentito inizialmente la riduzione della dimensione della zona cuscinetto e in seguito la revoca dell’intera area delimitata. L'ispezione era andata bene, ma fino a qualche giorno fa permaneva sempre il timore che qualcosa potesse non confermare quelle impressioni positive. Poi, ieri la lettera con il gradito regalo dell’archiviazione, che ha fatto tirare un sospiro di sollievo a tutti, perché non essere più sotto infrazione significa non accollarsi un altro impegno finanziario legato proprio alla multa comminata all’Italia, evitando così che al danno (di aver perso, soprattutto nel Salento, interamente la produzione olivicola e il paesaggio) si aggiungesse pure la beffa di dover pagare un pesante pegno, che sarebbe caduto sulla testa di tutti i cittadini.

L'assessore


«Sono molto soddisfatto - commenta l’assessore Pentassuglia - l’archiviazione mette, finalmente, a tacere le voci degli sciacalli che in questi giorni dicevano che addirittura saremmo stati condannati a pagare 200 milioni l’anno. Ora ci sentiamo più tranquilli e potremo lavorare per migliorare il programma messo in campo. Basti sapere che dalle indagini visive siamo andati a quelle molecolari, abbiamo più che raddoppiato i campionamenti e abbattuto in maniera più veloce. Insomma, abbiamo messo in campo una serie di attività previste dalle norme Ue. Ed ora stiamo ragionando, addirittura, sulla modifica del regolamento, in modo che nei cinquanta metri si continui a monitorare per cerchi concentrici, senza tuttavia abbattere più obbligatoriamente le piante sane, ma solo quelle malate. Questo ci permetterebbe di avere maggiori risorse per attuare più campionamenti e prevenire il rischio di propagazione del batterio. Una proposta condivisa anche dall’Osservatorio fitosanitario nazionale, che ci fa ben sperare per le prossime interlocuzioni con Bruxelles».

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