Xylella, la doppia azione: insistere con gli innesti e cercare varietà resistenti

Xylella, la doppia azione: insistere con gli innesti e cercare varietà resistenti
di Danilo SANTORO
4 Minuti di Lettura
Domenica 1 Ottobre 2023, 12:38

Rafforzare ed insistere con la pratica degli innesti, anche dopo la liberalizzazione della Fs 17 per la scadenza del brevetto, ed attendere quelli che possono essere gli esiti della ricerca su nuove varietà tolleranti al batterio. Una doppia direttrice d'azione all'interno della strategia contro il batterio della xylella in Puglia, tra nuovi investimenti in ricerca e le attività di osservazione su quelle che sono le prime evidenze scientifiche per questa emergenza fitosanitaria. Base di ogni attività resta il controllo del vettore, elemento cardine di una strategia a tutela anche di un patrimonio di fondamentale importanza a livello economico e paesaggistico, come quello della Piana degli ulivi monumentali, l'area sul versante adriatico da Polignano a Mare fino a Carovigno.

Necessità di alimentare questa rete d'interventi, seppur distinti, ribadita anche dal professor Donato Boscia (ricercatore del Cnr), nel corso della sua recente partecipazione ad un incontro sul tema ad Ostuni.

Ma l'attesa per i risultati della ricerca nella lotta al batterio coinvolge tutta la Puglia. E questo è stato dimostrato anche dalle richieste emerse in questi giorni dopo le istanze sollevate dalla Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Lecce, di concerto con quelle di Brindisi e Taranto. Tavoli di confronto su quelle che dovranno essere le prospettive tra il Salento e la Valle d'Itria sul tema della rigenerazione dei territori maggiormente colpiti dal batterio da cui è stata lanciata la proposta del riconoscere al Salento una propria "specificità territoriale", possibilmente con l'istituzione di una Zas, Zona Agricola Speciale, dove la pandemia da Xylella sia considerata una vera e propria calamità, "tanto quanto un'alluvione o un terremoto" è stato specificato nel documento delle Camere di commercio. Resta la necessità però di sostenere quelle che sono le attività di controllo e contrasto al batterio, anche in ragione della presenza di piante infette a pochi chilometri da Bari. «Stiamo avendo dei riscontri sul fatto che la strategia, e quindi le azioni di contenimento che sono state messe a punto stanno portando dei risultati. Tra questi non ultima spiega Boscia - la misura che tende ad incoraggiare il reinnesto dei monumentali con varietà resistenti». Sul punto lo stesso ricercatore apre ad alcune novità. «Fino a questo momento si è parlato solo di leccino: da qualche giorno è scaduto il brevetto della FS 17 favolosa, quindi ora è anche più libero l'accesso a questa seconda varietà. Sovrainnestare piante sane può essere uno strumento molto utile per preservare l'esistenza e la monumentalità di quegli alberi».

La ricerca di varietà alternative

Resta poi il fronte della ricerca di varietà alternative al leccino ed al Fs 17, al momento le uniche ritenute resistenti e tolleranti al batterio. Attività scientifica che va avanti da parecchio. Anche diversi privati in provincia di Lecce stanno portando avanti studi, con incroci di semenzali con cultivar storiche della zona, come la cellina di Nardò, per ottenere una varietà in grado di coniugare le caratteristiche di tolleranza al batterio con quelle agronomiche. «Si sta lavorando su questo fronte della ricerca. La creazione di una nuova varietà richiede purtroppo l'esecuzione di piani pluriennali. Al tempo stesso ci sono situazioni Donato Boscia - che alcune organizzazioni di produttori hanno segnalato al servizio fitosanitario. Ci è stato chiesto di fare delle verifiche se effettivamente anche su altre varietà ci sono dei potenziali caratteri di resistenza. Queste verifiche attualmente sono in corso».
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA