Influenza, Puglia in zona arancione ma i vaccini restano un flop: dosi per uno su quattro

Influenza, Puglia in zona arancione ma i vaccini restano un flop: dosi per uno su quattro
di Andrea TAFURO
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Domenica 24 Dicembre 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 09:26

In Puglia continuano ad aumentare i contagi da influenza e covid mentre procedono a rilento le campagne vaccinali. Superata la pandemia il rapporto dei pugliesi con i vaccini non sembra più essere ottimale e a fronte di un aumento sensibile dei casi da virus influenzali – che nella settimana dal 4 al 10 dicembre, ha fatto balzare la nostra regione nella zona di rischio “arancione” con una incidenza pari a 11 casi ogni mille assistiti – le somministrazioni del siero anti-influenza si sono attestate su quota 742.147 su una popolazione che conta oltre 3 milioni di cittadini potenzialmente vaccinabili. L’allarme sui rischi per la salute riguarda in particolare anziani e persone fragili, calcolato che il picco per i contagi è atteso durante le festività natalizie.

Il dato raccolto dal dipartimento della salute della Regione Puglia (dal 2 ottobre al 15 dicembre scorso), inquadra la provincia di Bari al primo posto con oltre 250mila vaccini.

Completano il podio delle vaccinazioni Lecce e provincia con 140mila somministrazioni e Taranto a 114mila inoculazioni del siero. A seguire Foggia (95.200 vaccini), Brindisi (72.630 vaccini) e la Bat fanalino di coda con poco meno di 70mila vaccinazioni. Analizzando invece le fasce d’età della popolazione che hanno aderito alla campagna vaccinale antinfluenzale, sono gli over65 ad aver coperto la fetta più ampia con il 44% di somministrazioni, seguite dal 27% dei bambini al di sotto dei 6 anni. Appena l’8,55% sono i pugliesi tra 7 e 64 anni ad essersi vaccinati. Un dato posto sotto analisi dalle Asl provinciali, che provano a virare la rotta programmando sui territori degli “open day” per informare e supportare la campagna vaccinale. Intanto però influenza e altri virus stagionali, tra cui Rhinovirus e virus respiratorio sinciziale, quest’ultimo principale causa di bronchiolite e polmonite nei bambini di età inferiore ai 2 anni, continuano a circolare e ad accrescere i contagi. Nel rapporto realizzato dai 60 medici “sentinella” pugliesi, i bambini restano i più colpiti: nella fascia di età tra 0 e 4 anni si registrano infatti 23,12 casi ogni mille assistiti contro i 14,21 della settimana precedente; tra i 5 e i 14 anni si tocca i 13,33 casi. Ma anche tra gli adulti i dati sono sopra la media stagionale: nella fascia 15-64 anni si registrano 10,64 casi ogni mille pazienti, mentre nella popolazione over 65 i casi sono 7,57 ogni mille assistiti. La sorveglianza virologica integrata dei virus respiratori (annotata nel report prodotto dall’Osservatorio Epidemiologico Regione Puglia), è partita ufficialmente in Puglia dalla settimana 46/2023 (13 novembre).

Il primo virus influenzale (A/H1N1pdm09) è stato in un paziente di 6 anni, non vaccinato. Quadro sanitario che vede anche il dato sui casi covid in incremento complessivo con i tassi più elevati in provincia di Lecce e Brindisi. In particolare, considerando i dati al 14 dicembre e i 7 giorni precedenti, l’aumento si attesta al 42% a livello regionale, ma al 67% in provincia di Bari. Il tasso più elevato si conferma a Lecce, seguita da Bari e Foggia. Nei primi 14 giorni di dicembre sono stati registrati complessivamente 6.176 contagi.

Tra i più colpiti gli over 90

Tra i più colpiti gli over90. Il cruscotto di monitoraggio regionale sull’andamento delle vaccinazioni ha invece registrato al 13 dicembre 64.422 dosi somministrati, l’83% delle quali somministrate a soggetti di età superiore a 60 anni (53.577). In Puglia, la copertura vaccinale negli over 60 anni si attesta al 5,3%. «I vaccini vanno a rilento e purtroppo riscontriamo un calo anche rispetto allo scorso anno» – afferma Alberto Fedele, responsabile del dipartimento di prevenzione dell’Asl Lecce. «La somministrazione anticovid è meno di un decimo di quello antinfluenzale – precisa Fedele - mentre i contagi continuano ad aumentare. In Italia stanno morendo per covid 1.200 persone al mese, ma nonostante l’escalation di casi manca la responsabilità collettiva, con i più fragili costretti a ricoverarsi, e purtroppo si registrano anche decessi. In provincia di Lecce abbiamo riaperto i reparti covid e abbiamo circa 10 pazienti ricoverati anche in rianimazione. Gli effetti dei virus sono evidenti, ed è opportuno da parte di tutti fare una corretta valutazione del rischio per le opportune scelte».
 

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