Polemiche sulla bimba pugliese in cura negli Usa: Emiliano invia le carte in procura

Polemiche sulla bimba pugliese in cura negli Usa: Emiliano invia le carte in procura
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Martedì 8 Agosto 2023, 21:38 - Ultimo aggiornamento: 9 Agosto, 08:29

Ancora polemiche sulla piccola Giorgia, la ragazzina pugliese affetta dalla sindrome di Berdon, da anni in cura negli Stati Uniti. Lo scorso 20 luglio il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano ha incontrato la giornalista Selvaggia Lucarelli alla presenza del direttore generale della Asl Lecce Stefano Rossi e del coordinatore del Centro regionale Trapianti Loreto Gesualdo, con riferimento al caso della piccola paziente pugliese in cura a Pittsburgh. Lo comunica la Regione.

«Durante l'incontro - fanno sapere dalla Regione - la giornalista ha trasferito una serie di informazioni, pubblicate successivamente sia sui suoi canali social che sulla stampa, che il presidente Emiliano ha ritenuto di trasmettere alla Procura della Repubblica, all'Inps e ad Arca Salento per gli adempimenti di competenza».

Inoltre, il presidente ha chiesto alla Asl di Lecce e al Centro regionale trapianti di «dare risposta ai quesiti della giornalista, compatibilmente con il diritto alla riservatezza dei dati appartenenti alle categorie particolari».

Nei giorni scorsi, Selvaggia Lucarelli scriveva sui social: 
"La signora Elisa Barone ha deciso di non rispondere a me e soprattutto ai donatori che in questi anni le hanno versato sui vari conti correnti centinaia di migliaia di euro. Forse milioni.
Lei, la sorella Tamara e i fratelli Mirko e Camillo non fiatano. Nessuna pubblicazione di bilanci e rendicontazioni. Nessuna spiegazione. Non è un buon segnale, ma ne prendo atto". Da qui, probabilmente, la decisione di Emiliano di invitarla per un incontro.

La sindrome di Berdon

La bimba è affetta da una rarissima malattia all'intestino, la sindrome di Berdon, diagnosticata alla nascita, ed è stata sottoposta anche un trapianto. «Le azioni intraprese dalla Asl di Lecce - dichiarano il direttore Rossi e il professore Gesualdo - sono state sempre in linea con la normativa vigente, conseguenti alle autorizzazioni del Centro nazionale trapianti e del Centro regionale trapianti e ai provvedimenti della magistratura. A cominciare dalla scelta di Pittsburgh che si fonda sull'autorizzazione del Centro nazionale trapianti (Cnt) e del Centro regionale trapianti (Crt). Il Centro regionale trapianti ha autorizzato la permanenza all'estero per diagnosi e cura pre-trapianto, per l'inserimento in lista d'attesa e per le cure post-trapianto, sulla base della rarità della patologia».

Autorizzazioni e rimborso spese

«L'autorizzazione è stata concessa - aggiungono - pur non essendo prevedibile il tempo necessario per trovare un donatore compatibile. Tanto che, l'attesa era stimata in due anni, anche in considerazione della rarità dei donatori pediatrici, e non poteva essere consumata in Italia perché i tempi del viaggio per raggiungere gli Stati Uniti d'America, in caso di convocazione per il trapianto, non sarebbero stati compatibili con i tempi di ischemia degli organi». «Il rimborso spese per alloggio e vitto - concludono - è stato effettuato ai sensi della normativa nazionale, per la paziente e per un solo accompagnatore, e nel rispetto di un provvedimento del giudice a seguito di un ricorso fatto dai genitori».

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