La Regione studia le mosse per la ripartenza: “passaporto verde” e vaccini nelle aziende

La Regione studia le mosse per la ripartenza: “passaporto verde” e vaccini nelle aziende
La Regione studia le mosse per la ripartenza: “passaporto verde” e vaccini nelle aziende
di Paola COLACI
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Venerdì 7 Maggio 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 8 Maggio, 01:07

Una “Card Puglia” sul modello di quella già varata in Valle D’Aosta e in linea con il green pass nazionale. Una sorta di “certificato verde” regionale che consenta ai cittadini di dimostrare con facilità di appartenere alle categorie di vaccinati o delle persone guarite o risultate negative ai tamponi nei tempi previsti dal modello di certificazione verde nazionale.

Ma anche e soprattutto, l’ipotesi di avviare la campagna vaccinale per le categorie produttive, prioritariamente quelle del settore turistico e dell’agroalimentare per le quali le somministrazioni potrebbero essere avviate già a partire dal 2 giugno.

Si prova ad accelerare

 

Con la stagione turistica e balenare ormai alle porte, la Regione Puglia prova a spingere sull’acceleratore. E ipotizza protocolli che consentano all’industria dell’accoglienza pugliese di rimettersi in moto garantendo adeguati livelli di sicurezza sanitaria ai turisti. A partire da quello in via di definizione con Confindustria che punta a far diventare hub vaccinali le aziende del territorio.

Dopo la sottoscrizione del piano nazionale delle vaccinazioni, la Regione «procederà ai protocolli attuativi per iniziare la campagna vaccinale per il sistema produttivo». Ad annunciarlo ieri in sede congiunta delle commissioni regionali Sanità, Lavoro e Turismo è stato il direttore del dipartimento Salute Vito Montanaro. «Quando si avrà a disposizione un numero cospicuo di dosi - ha aggiunto Montanaro - si potranno destinare le dosi anche al mondo produttivo».

Forniture di dosi che dovrebbero essere garantite in misura adeguata già tra fine maggio e il 2 giugno. Ma per un mercato come quello turistico, come ricordano le associazioni di categoria, il fattore “tempo” è determinante.

I nodi da sciogliere

 

E in Puglia i nodi da sciogliere restano ancora numerosi. Da tempo Confindustria, Confcommercio, Federalberghi, Federbalneari, Assoturismo e le organizzazioni sindacali denunciano il ritardo della Regione in relazione a progetti strategici operativi, campagne promozionali e budget ben definiti. E chiedono al governo di Michele Emiliano certezze e soluzioni in tempi brevissimi.

Istanza ribadita anche in sede di audizione congiunta, la cui convocazione era stata richiesta dal consigliere regionale del Pd Francesco Paolicelli e presidente IV commissione Commercio, Artigianato, Turismo e Industria Alberghiera proprio per definire modalità e tempistiche delle somministrazioni dei vaccini nelle aziende e alle imprese turistiche.

«Il presidente del Consiglio Mario Draghi ci ha ricordato come il settore del turismo in Italia a causa della pandemia abbia perso 53 miliardi di euro solo nel 2020.

Un comparto che rappresenta una priorità per il Paese e per il quale sono necessarie azioni immediate di intervento» ha chiarito l'assessore regionale al Turismo e alla Cultura, Massimo Bray. Un comparto – come ribadito anche dalle organizzazioni sindacali – che occupa più del 10% del sistema produttivo nazionale e garantisce il 12.6% di occupazione.

«Dati e percentuale che in Puglia sono addirittura maggiori – prosegue Bray – Ecco perché la ripartenza del settore rappresenta per la Regione una priorità. Ecco perché all’assessore alla Sanità Pier Luigi Lopalco e al direttore del Dipartimento Salute Vito Montanaro ho chiesto di considerare prioritaria nella vaccinazione tra le categorie professionali proprio quella del turismo. La Puglia per ripartire ha bisogno del turismo».

Da qui, dunque, l’urgenza di individuare protocolli e misure sanitarie in tempi brevi. A partire proprio dall’ipotesi di avviare nell’immediato una campagna di vaccinazione a vantaggio delle aziende pugliesi e di migliaia di operatori del settore.

«Ma sul modello del passaporto verde già varato in Valle d’Aosta e operativo dallo scorso 5 maggio – ha poi aggiunto l’ex ministro – stiamo lavorando all’introduzione della Card Puglia». Una sorta di tesserino che, sulla base di un qrcode (un codice a barre bidimensionale), è in grado di dimostrare l’appartenenza del cittadino alla categorie di vaccinati o delle persone guarite o risultate negative ai tamponi nei tempi previsti dal modello di certificazione verde nazionale.

«Dal direttore del Dipartimento Salute Montanaro ho già ricevuto tutte le rassicurazioni del caso rispetto alla fattibilità di questa ipotesi – ha fatto sapere Bray – Ma ho avuto notizie di numerose imprese del settore turistico pugliese già pronte a realizzare di concerto con l’assessorato regionale alla Sanità questo passaporto verde. Per quanto ci riguarda, ancora, sul fronte della promozione territoriale di concerto con il presidente Michele Emiliano stiamo lavorando alla ripartenza di Puglia Promozione e abbiamo avviato un’interlocuzione fattiva tanto con la Rai quanto con numerosi altri interlocutori. Abbiamo tutti bisogno di una certezza rispetto ai tempi e ai meccanismi che garantiranno la sicurezza tanto degli operatori del comparto quanto dei turisti. Certezze che ora attendiamo soprattutto da parte del governo».

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