Accordo per rilanciare l'olio, ma è allarme su produzione e manodopera

Accordo per rilanciare l'olio, ma è allarme su produzione e manodopera
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Sabato 2 Dicembre 2023, 07:46

A chiusura della campagna olivicola 2023, l'Italia, secondo produttore mondiale di olio, conferma la necessità di un cambio di passo per il settore, ancora troppo frammentato e con realtà disomogenee per livello di innovazione e competitività, soprattutto a fronte dei cambiamenti climatici che incidono sempre di più sui livelli produttivi. Diventa pertanto fondamentale valorizzare la produzione e la filiera dell'olio extravergine nazionale attraverso azioni puntuali. Di qui l'intesa tra Confagricoltura e Unapol siglata a Palazzo della Valle dai rispettivi presidenti, Massimiliano Giansanti e Tommaso Loiodice, con l'obiettivo di contribuire ad aumentare la produzione oleicola italiana e la commercializzazione del prodotto di origine nazionale e dell'olio extravergine 100% Made in Italy, migliorando la redditività delle imprese in un periodo molto difficile per il comparto.

Il nodo

Unapol (Unione Nazionale Associazioni Produttori Olivicoli) rappresenta 17 organizzazioni di produttori di Puglia Toscana, Umbria, Lazio, Molise, Campania, Calabria, Basilicata, Sicilia. L'intesa con Confagricoltura impegna le parti a collaborare anche per favorire accordi commerciali con player del settore, lavorare su specifiche tematiche ai tavoli di confronto e diffondere conoscenze tecniche. «È importante avviare al più presto un piano per innovare il settore, accompagnato da adeguate misure per le imprese, in un'ottica di mercato internazionale - afferma Giansanti - Inoltre, promuovere e incentivare la conoscenza del prodotto italiano con un'educazione al consumo e un'informazione sulla ricchezza e la versatilità dell'olio Evo nazionale è altrettanto fondamentale per il rilancio del comparto, che rappresenta una delle eccellenze più conosciute e riconosciute del Made in Italy agroalimentare e ingrediente simbolo della dieta mediterranea». «Questo accordo vuole dare maggiore forza e aprire scenari di crescita, miglioramento e sviluppo delle politiche innovative e propositive per il settore - afferma Loiodice - Bisogna fare squadra, proteggere questo prodotto e questo valore senza cadere nel tranello di tornare, da qui a breve, a un sotto-riconoscimento del valore stesso dell'extravergine di oliva, considerando anche i costi di produzione aumentati e le nuove sfide sul piano climatico, che impongono maggiori dispendi. Per fortuna il mercato oggi inizia a comprendere le tre direttrici fondamentali che sono la sostenibilità ambientale, sociale ed economica per le imprese olivicole, così anche, poco per volta, il giusto valore del prodotto finale». L'Italia è il secondo produttore al mondo di olio di oliva dopo la Spagna, il primo consumatore, il primo importatore e il secondo esportatore con un ruolo da leadership a livello internazionale. La produzione italiana copre mediamente il 15% di quella mondiale, la Spagna il 45%. Insieme rappresentano anche la quasi totalità delle esportazioni mondiali (60% la Spagna e 20% l'Italia). Come volumi, l'Italia si attesta nel 2023 intorno a 290mila tonnellate, +20% rispetto allo scorso anno, ma inferiori del 17% rispetto alle 350mila tonnellate raggiunte in alcuni anni. Centro Nord e Sud hanno situazioni diverse. In Puglia, Calabria e Sicilia la raccolta può essere considerata abbastanza soddisfacente, anche se la prolungata siccità ha ridotto i quantitativi. Contenuti gli attacchi di fitopatie. Differenti le performance nel Centro Nord, dove si sono verificate numerose fitopatie, come la cecidomia in Liguria, la mosca dell'olivo in varie regioni e fenomeni di cascola in Lombardia e Veneto. La produzione mondiale di olio di oliva, anche se leggermente più alta della scorsa campagna, con una stima di 2,6 milioni di tonnellate è ben al di sotto (-16%) della media quinquennale e con l'aggravio di avere pochissime scorte disponibili. Sul fronte delle giacenze, se la media europea degli ultimi cinque anni era di 600mila tonnellate, al 30 settembre 2023 erano in stock soltanto 309mila tonnellate, con una previsione della Commissione di ulteriore riduzione a 203mila tonnellate a settembre 2024. In Italia, al 30 settembre c'erano 153.970 tonnellate, con riduzione di circa il 30% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Questo andamento si riflette necessariamente sui prezzi che, anche per questo fattore, sono più alti: in alcune piazze di scambio l'olio extravergine italiano ha infatti superato i 9 euro al kg. 
A lanciare un allarme è intanto Coldiretti, prendendo spunto ddal report di Bankitalia di novembre 2023 sull’economia regionale della Puglia: «In Puglia c’è un calo della forza lavoro nelle campagne con gli occupati che diminuiscono del -3,8%, con le difficoltà maggiori nel settore olivicolo per la campagna in corso e la mancanza di manodopera da impiegare nella raccolta delle olive».

Nelle campagne servono – sottolinea la Coldiretti regionale – figure specializzate come i trattoristi, i serricoltori, i potatori e tecnici dell’agricoltura 4.0 per guidare droni, leggere i dati metereologici ed utilizzare gli strumenti informatici ma anche raccoglitori per le verdure, la frutta e la vendemmia. Non vanno dimenticati poi – continua Coldiretti – i nuovi sbocchi occupazionali offerti dalla multifunzionalità che vanno dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla vendita diretta, dalle fattorie didattiche agli agriasilo, ma anche alle attività ricreative, l’agricoltura sociale per l’inserimento di disabili, detenuti e tossicodipendenti, la sistemazione di parchi, giardini, strade, l’agribenessere e la cura del paesaggio o la produzione di energie rinnovabili.

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