Morti per legionella, sotto sequestro due padiglioni del Policlinico di Bari

Morti per legionella, sotto sequestro due padiglioni del Policlinico di Bari
di Vincenzo DAMIANI
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Mercoledì 25 Novembre 2020, 09:13 - Ultimo aggiornamento: 11:59

La rete ospedaliera anti Covid della Puglia rischia di ritrovarsi indebolita: ieri i carabinieri del Nas hanno sequestrato, con facoltà d'uso, due interi padiglioni del Policlinico di Bari - Chini e Asclepios perché è stata rilevata la presenza di legionella. Secondo quanto ricostruisce la Procura, quattro pazienti, tra il 2018 all'agosto del 2020, sono morti per infezioni provocate, direttamente o indirettamente, dal batterio stesso. L'inchiesta vedi indagati cinque dirigenti dell'ospedale, accusati, a vario titolo, per i reati di omissione di atti d'ufficio e morte come conseguenza di altro delitto. Sono iscritti nel registro degli indagati e rischiano l'interdizione, il direttore generale Giovanni Migliore, il direttore sanitario Matilde Carlucci, il direttore amministrativo Tiziana Di Matteo, il responsabile della Sanità pubblica dipartimentale Giuseppe Calabrese e il direttore Area tecnica Claudio Forte, di Maglie.

Il provvedimento di sequestro è firmato dal gip del Tribunale di Bari Giuseppe De Benedictis; l'indagine è coordinata dal procuratore aggiunto Alessio Coccioli con la pm Grazia Errede e la supervisione del procuratore facente funzione Roberto Rossi. A preoccupare i vertici sanitari regionali è la possibilità che ai due edifici, strategici per l'intero sistema sanitario pugliese, possa essere tolta la facoltà d'uso concessa, in prima battuta, dal giudice delle indagini preliminari. La Procura, infatti, ha chiesto al gip di imporre un tempo limite entro il quale l'ospedale dovrà portare a termine l'opera di bonifica: secondo una relazione tecnica, allegata al fascicolo d'inchiesta, l'attività può essere svolta anche in 96 ore. Trascorsa la data che dovrà essere fissata dal giudice, la facoltà d'uso dovrà essere revocata. Quindi, adesso è corsa contro il tempo. I quattro decessi per infezione da legionella potrebbero essere solo la punta dell'iceberg», scrive il gip, ma per scongiurare la totale paralisi del funzionamento della già provata struttura sanitaria e in un periodo di emergenza sanitaria quale quello che stiamo attualmente vivendo il Tribunale ha disposto che i reparti ritenuti infetti restino aperti.

Una scelta che il gip definisce di buon senso per evitare un rimedio peggiore del male accertato.

«Sarebbe troppo facile - scrive il gip - argomentare che i quattro casi conosciuti potrebbero essere solo la punta dell'iceberg e che in realtà i deceduti per polmonite per i quali nessuno ha fatto denuncia potrebbero essere molti di più dei quattro accertati e in molti più reparti». Ma tralasciando le ipotesi e venendo strettamente a quanto emerso dalle indagini, non costituisce certo una ipotesi peregrina sostenere che sussista all'attualità il rischio elevatissimo di nuova verificazione di ulteriori decessi per infezione da legionella. Se a tale concreto rischio per i polmoni - prosegue - si aggiunge la considerazione sul grave periodo di emergenza sanitaria collegato alla pandemia da Covid, l'afflusso presso tali strutture sanitarie di pazienti aventi comorbilità riguardanti l'apparato respiratorio determinerebbe una situazione contingente di rischio ancora più allarmante.

Tuttavia il giudice compara la gravità del fatto con il rischio di totale paralisi del funzionamento della già provata struttura sanitaria e in un periodo di emergenza sanitaria quale quello che stiamo attualmente vivendo. Secondo il giudice, quindi, in caso di sequestro senza facoltà d'uso - come chiesto dalla Procura il numero dei decessi per mancata somministrazione delle cure necessarie per le persone attualmente ricoverate e ricoverabili in quei padiglioni potrebbe essere addirittura superiore, con tutte le devastanti ricadute sull'utenza. Una preoccupazione condivisa dall'assessore alla Sanità Pierluigi Lopalco: In questo momento di emergenza sanitaria ammette - alla Regione Puglia preme di non perdere la disponibilità di risorse fondamentali come i padiglioni Chini e Asclepios, in quanto essenziali per la tenuta della rete ospedaliera Covid e non Covid. E si aggiunga inoltre la preoccupazione per la conseguente disarticolazione della direzione strategica del più importante ospedale della Puglia. Attendiamo dalla Procura ogni indicazione necessaria per mantenere la facoltà d'uso.

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