Il biologo Piraino: «Le meduse sono più numerose ma non è tutta colpa dell'inquinamento»

Il biologo Piraino: «Le meduse sono più numerose ma non è tutta colpa dell'inquinamento»
di Donato NUZZACI
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Martedì 22 Agosto 2023, 05:00

«La presenza delle meduse in numero così eccessivo rispetto al passato è riconducibile ad alcuni fenomeni climatici su scala globale. Le meduse hanno più di 200 predatori marini ma l’eccessiva pesca riduce i potenziali rivali. Oltre al fatto che sono allo studio degli utilizzi delle stesse all’interno del menù umano. Una avvertenza: prima di toccare un esemplare occorre fare molta attenzione». L’analisi e i consigli vengono dal professore Stefano Piraino, docente di Biologia marina presso l’Università del Salento, che da tempo porta avanti uno studio accurato sulle meduse nei mari pugliesi sia nello Ionio che nell’Adriatico


Professor Piraino, da dove arrivano gli esemplari presenti nelle acque pugliesi? 
«Sicuramente quest’estate stiamo osservando un numero maggiore di meduse rispetto agli anni passati. Non è comunque un fenomeno normale e non è da imputare all’inquinamento. Senz’altro da un lato c’è il riscaldamento globale del pianeta e delle acque degli oceani che consentono alle meduse di riprodursi per un periodo molto maggiore facendo così aumentare il numero degli individui presenti. Dall’altro ci sono i cambiamenti climatici che portano a modificare la circolazione superficiale dell’acqua dell’alto mar Ionio. Accade questo: l’acqua superficiale e sub-superficiale che viene dal mar Tirreno occidentale è ricca di meduse - parliamo della “Pelagia noctiluca” quella urticante - e raggiunge lo Ionio passando attraverso il Canale di Sicilia. Questa circolazione in senso orario fa sì che le meduse non vengano spinte verso il Salento e non vadano nel mar Adriatico che era considerata un’isola felice nel Mediterraneo dove non c’erano quasi mai meduse urticanti. Tuttavia, da non molto tempo è arrivato il fattore Niño». 


Che cosa produce il Niño?
«Il riattivarsi di questa circolazione particolare che avviene sull’oceano Pacifico, fa sì che ci sia un cambiamento dei venti con conseguenze anche nel Mediterraneo dove periodicamente tale circolazione superficiale dell’acqua avviene in senso antiorario.

Di conseguenza, questo fenomeno spinge una massa di acqua che contiene meduse del tipo “Pelagia” verso il Salento e il canale di Otranto. Esse sono meduse già tipiche del Mediterraneo occidentale e, in particolare in Italia, presenti in gran quantità a Lampedusa, Pantelleria, nel Tirreno, alle Eolie, ad esempio, è pieno tutto l’anno». 


Come comportarci con questo fenomeno?
«Non bisogna fare niente, possiamo semplicemente aspettare che finisca perché finirà e avere la contezza che se entriamo in acqua con bambini piccoli, ricordiamoci che il tocco della medusa è abbastanza doloroso. Dobbiamo avere l’accortezza di portarci sempre dietro una maschera oppure informarci da chi è già presente in spiaggia se ci sono meduse, in modo da poter fare un bagno tranquillo». 


Quali accortezze in caso di contatto con una medusa? 
«Fare subito un impacco freddo ma non usare direttamente acqua dolce fredda, perché l’acqua dolce farebbe scoppiare quelle cellule urticanti presenti nei tentacoli delle meduse eventualmente rimasti sulla parte colpita. Quindi semplicemente usare una lattina fredda avvolta da busta di plastica, si può fare pure preliminarmente un lavaggio con l’acqua di mare e poi applicare l’impacco freddo per 10-15 minuti, il freddo crea una vasocostrizione e blocca il diffondersi dell’eventuale tossina di veleno contenuta nei tentacoli. Oppure prendere in farmacia delle creme con un piccolo anestetico, oppure ancora per i soggetti particolarmente sensibili, andare subito ad un pronto soccorso e farsi visitare da un medico». 


Quella nel video di Vasco Rossi sembra essere la medusa “polmone di mare”, è innocua? 
«Non del tutto, a volte toccandola anche nella parte superiore, la medusa si sente sotto stress e può rilasciare grandi quantità di muco e quindi delle sostanze urticanti». 
Quali sono i predatori marini delle meduse? 
«Oltre alle tartarughe e al pesce luna, ci sono più di 200 specie di pesci che mangiano meduse, ad esempio gli sgombri, ma la pesca eccessiva fa ridurre i loro potenziali predatori». 
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