Balneari, la mappatura delle concessioni: «Spazi occupati solo per il 33%»

Balneari, la mappatura delle concessioni: «Spazi occupati solo per il 33%»
di Maurizio TARANTINO
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Venerdì 6 Ottobre 2023, 05:00

Non è necessario applicare la direttiva Bolkestein ai litorali italiani. Secondo i dati del report sul demanio marittimo presentati durante l’ultimo tavolo tecnico consultivo istituito presso la presidenza del Consiglio dei ministri e tenutosi ieri pomeriggio a Roma, infatti, solo un terzo della costa, cioè il 33%, risulterebbe dato in concessione. Il report è stato realizzato, su richiesta del governo, dalla Commissione che ha fatto parte del tavolo, presieduta dal Capo del Dipartimento, Elisa Grande ed è composta da due rappresentanti tecnici per ciascuno dei ministeri Infrastrutture e trasporti, Economia e finanze, Imprese e made in Italy, Ambiente e sicurezza energetica, Turismo, Protezione civile e politiche del mare, Affari regionali e le autonomie, Affari europei. A farne parte anche un rappresentante delle Regioni e i rappresentanti delle associazioni di categoria.

Il report


L’esito del report fa esultare i balneari convinti già da tempo della congruità della risorsa come previsto dalle condizioni della Corte di Giustizia europea per confermare la scadenza degli affidamenti ai balneari. Le regole Ue costringono infatti a nuove gare, dal 2024 secondo le ultime decisioni del Consiglio di Stato, o dopo il 2024 secondo il rinvio previsto dal decreto Milleproroghe. L’orizzonte, insomma, non è del tutto chiaro neanche a chi lavora nel settore.
Con il report di ieri, però, cade uno dei capisaldi per la messa a bando delle concessioni: la tesi degli imprenditori è che si possano affiancare altre realtà su parti di demanio non concesse o lasciate senza interventi nel corso degli anni. In questo modo, spiegano, ci sarebbe una tutela per le aziende familiari che hanno lungamente investito e si potrebbe aprire comunque il mercato agli operatori europei. 
«Nella riunione abbiamo condiviso la relazione conclusiva», sottolinea Antonio Capacchione, presidente del Sib, sindacato italiano balneari, «che conferma quanto da noi sempre affermato sulla non “scarsità della risorsa” e quindi sulla disponibilità del demanio marittimo per nuove attività economiche. Viene pertanto meno il presupposto per la messa a gara delle concessioni demaniali marittime attualmente vigenti così come chiarito dalla Corte di Giustizia dell’Unione europea da ultimo con la sentenza del 20 aprile scorso. Abbiamo auspicato che questi dati vengano riportati alla Commissione europea per l’archiviazione della procedura di infrazione. La conclusione è che è possibile mantenere libero la metà del demanio marittimo anche con un aumento del 50% delle concessioni vigenti». Capacchione rimarca la necessità e l’urgenza di un intervento normativo complessivo di riordino del settore. «Bisogna impedire l’avvio delle procedure di pubblica evidenza delle concessioni demaniali attuali - continua - da parte degli enti concedenti anche perché sarebbero solo portatrici di un contenzioso certo anche alla luce dei risultati del tavolo interministeriale. Abbiamo infine sottolineato che la sentenza dell’Adunanza plenaria del Consiglio di Stato oltre ad essere stata smentita dai dati di fatto accertati dai Ministeri interessati non è comunque definitiva in quanto è pendente il ricorso alla Corte di Cassazione a Sezioni Unite».
Il 33% delle coste italiane occupate si raggiunge, secondo il report, sottraendo dalla superficie complessiva demaniale che corrisponde a 381.267.000 metri quadri (al netto delle zone militari e di quelle secretate), 226.537 mq che riguardano le avio superfici, 5.643297 mq i porti commerciali, 2.665.779 mq le aree industriali e soprattutto le concessioni (più le istanze in itinere) che occupano 118.721.077 mq per lasciando liberi e concedibili 127.256.690 mq, appunto un terzo del litorale nazionale. «In rappresentanza di Confimprese demaniali Italia posso dire che usciamo davvero soddisfatti per il documento conclusivo realizzato - sottolinea il presidente Mauro Della Valle - realizzato dal tavolo tecnico.

Un lavoro davvero molto difficile tenuto da completare. Abbiamo invitato il governo a mantenere aperto questo tavolo auspicando che ci si possa aggiornare nel momento in cui ci sia un’interlocuzione con l’Europa: tutte le associazioni di categoria hanno firmato però adesso è chiaro che bisognerà ragionare con l’Unione europea e solo dopo ci potremo aggiornare». Della Valle aggiunge la necessità di un tempestivo intervento legislativo. «Il governo dovrà fare un provvedimento che affronti il problema della riforma delle concessioni -aggiunge- mettendo al riparo tutte le realtà esistenti vista l’imminente scadenza di fine anno. Direi che il bilancio è positivo: c’è stata molta disponibilità rispetto al passato ed è stato fatto un lavoro di qualità non semplice che era diventato improcrastinabile». 

Gli scenari


La relazione sulla mappatura avrà anche effetti sul contenzioso riguardante il comune di Ginosa che aveva autonomamente deciso di estendere la proroga delle proprie concessioni al 2033, decisione dichiarata illegittima in base alla sentenza plenaria del Consiglio di Stato del 2021. L’Autorità italiana Garante della concorrenza e del mercato aveva fatto ricorso alla Corte di Giustizia europea sul provvedimento del comune tarantino, affermando chiaramente che le spiagge italiane non possono essere soggette ad un rinnovo automatico, ma devono passare attraverso una procedura di messa a gara trasparente. Sulla questione il Tar di Lecce ha deciso di attendere proprio gli esiti del tavolo, cioè la verifica dei dati sulla scarsità della risorsa nei litorali italiani come proposto dagli avvocati del Sib.

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