Scontro sindacati-governo, l'intervista al professore Francesco Amendolito: «La precettazione non è un limite ai diritti dei lavoratori»

Scontro sindacati-governo, l'intervista al professore Francesco Amendolito: «La precettazione non è un limite ai diritti dei lavoratori»
4 Minuti di Lettura
Venerdì 17 Novembre 2023, 12:44

«I conflitti sono sempre esistiti e sarà sempre così». L’avvocato e professore straordinario di Diritto del Lavoro della Lum di Casamassima, Francesco Amendolito, commenta così gli avvenimenti di questi giorni. «Lo sciopero è stato precettato perché non rispettoso dei limiti», dice.

Professore, si innalza il livello di contrasto tra governo e sindacati. Cosa è successo?
«Lo sciopero è ontologicamente un contrasto, anche necessario e vitale per la democrazia. Tuttavia, lo sciopero nei servizi pubblici essenziali si sviluppa sulla base di un doveroso bilanciamento di interessi che talvolta, evidentemente, i sindacati dimenticano, offuscati dalla necessità politica di scendere in piazza contro il governo».

Perché lo sciopero è stato precettato e soprattutto: quali conseguenze ha questa mossa da parte del ministro Salvini?
«Lo sciopero indetto è stato precettato poiché non rispettoso dei limiti massimi di durata dello sciopero nei servizi pubblici essenziali. È opportuno sottolineare, difatti, che gli accordi di settore prevedono – per ognuno di esso – dei limiti di durata massima (ovviamente parliamo dei settori pubblici essenziali).

Questi limiti possono essere superati solamente in caso di invocazione di uno sciopero generale, ma in questo caso la commissione di garanzia aveva già fatto notare come non potesse essere considerato quale sciopero generale. La precettazione ha come conseguenza la possibilità di irrogare sanzioni amministrative a chi dovesse non attenersi al contenuto della stessa. Sarebbero destinatari delle sanzioni non solo i sindacati, ma anche i singoli lavoratori».

Landini e Bombardieri sostengono che sia in pericolo il concetto stesso di diritto allo sciopero. È così? «Assolutamente no. La nostra Costituzione è chiara nell’affermare che il diritto di sciopero va esercitato nell’ambito delle norme che lo regolano. E la legge del 1990 indica puntualmente le modalità di convocazione di uno sciopero nei servizi pubblici essenziali. Le limitazioni agli scioperi in questi particolari settori sono frutto di un doveroso bilanciamento tra il diritto di sciopero e altri diritti costituzionalmente garantiti nei confronti dei cittadini. Tanto è vero che, la legge del 1990 afferma espressamente che la precettazione non può semplicemente prevedere un divieto di scioperare ma può solo contingentare lo sciopero entro i limiti normativi e per l’obiettivo di tutela di altri diritti costituzionalmente garantiti. Tra l’altro non è la prima volta che viene utilizzato lo strumento della precettazione».

Quanto e come è cambiato il mondo dei sindacati negli ultimi dieci anni?
«I conflitti sono sempre esistiti e continueranno ad esistere. Se qualcosa è cambiato è rappresentato – a mio parere – dal venir meno di un approccio costruttivo dei sindacati. E’ evidente come negli ultimi anni i Sindacati o parte di essi si siano concentrati più su una mera lotta e conseguente azione politica di contrasto al Governo piuttosto che impegnarsi ad intensificare le relazioni sindacali per la tutela dei diritti dei lavoratori. Un esempio per tutti ritengo sia l’assoluto disinteresse o lentezza da parte dei sindacati nell’intraprendere azioni e trattative per il necessario adeguamento di molti contratti collettivi di lavoro in materia di minimo salariale concentrandosi al contrario su una sterile polemica politica sulla necessità di una legge sul salario minimo – a mio parere – potenzialmente incostituzionale».

Cgil e Uil continuano a discutere di un possibile ricorso contro la precettazione. Che vuol dire?
«La precettazione è un atto amministrativo. Questo vuol dire che può essere impugnata tramite ricorso alla Giurisdizione Amministrativa. È doveroso specificare, però, che l’eventuale presentazione del ricorso non sospende l’efficacia della stessa. Quindi, nell’immediato la precettazione mantiene piena autorità e la sua violazione sarebbe il presupposto di diverse sanzioni amministrative, sia nei confronti dei sindacati che dei singoli lavoratori. Per questo motivo, Landini e Bombardieri inneggiano al senso di responsabilità nella decisione di rispettare la precettazione». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA