Vecchie scarpe al posto delle Hogan. Avvocato truffato, un uomo nei guai

Vecchie scarpe al posto delle Hogan. Avvocato truffato, un uomo nei guai
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Venerdì 12 Aprile 2024, 21:25

Nella scatola consegnata dal corriere non c'erano le scarpe Hogan prese in offerta, ma qualche foglio di giornale e vecchie calzature da bambino. Il più classico dei "pacchi" in questo caso però rifilato a un noto avvocato del Foro di Brindisi, che non ha esitato a far mandare a processo il napoletano presunto autore di una delle numerosissime truffe online del periodo. I fatti risalgono al 19 luglio 2022, quando navigando su Facebook l'avvocato s'imbatte nell'inserzione sponsorizzata di un e-commerce che propone Hogan a prezzi scontati del 30 per cento. Il sito sembra credibile e uno sconto del 30 per cento plausibile, non esagerato. Così procede all'ordine e sceglie di pagare in contrassegno, cioè alla consegna. 

L'arrivo del pacco


Dopo una decina di giorni, finalmente arriva il pacco. L'avvocato non è in sede, quindi comunica al corriere di lasciare il pacco presso le poste private di Latiano, chiedendo al gestore dell'esercizio di anticipare il dovuto: 119 euro. L'esercente, che conosce l'avvocato, paga in contanti e ritira il pacco. In seguito, l'avvocato va prenderselo e nota immediatamente qualche anomalia: intanto, la scatola non è marchiata Hogan ma è anonima; poi, il peso del contenuto lascia perplessi, pacco troppo leggero. I sospetti di una fregatura trovano riscontro al momento dell'apertura: in quella scatola ci sono fogli di giornale e due scarpette da bambino, usate e dal valore esiguo. 
Ciò che però dà probabilmente più fastidio al professionista è un altro elemento che non si aspettava: come destinatario del "pacco" è indicato "Avv. (cognome del legale)", anche se nell'ordine non aveva di certo indicato il suo titolo.

La beffa nella beffa

Una sorta di beffa nella beffa o, meglio, nella truffa. Non è escluso che il venditore, prima di spedire il prodotto farlocco, avesse controllato a chi fosse intestato l'indirizzo indicato senza poi farsi remore del fatto che si trattasse, per l'appunto, di un avvocato. Quest'ultimo non la prende bene e si attiva subito per lavare la doppia onta della truffa e della beffa: prima contatta il corriere e blocca i soldi, poi denuncia tutto ai carabinieri. 
In un primo momento il pubblico ministero ritiene di chiedere l'archiviazione per insufficienza di elementi di prova, ma il denunciante propone opposizione; in un secondo momento, la gip del Tribunale di Brindisi Stefania De Angelis dispone un supplemento d'indagine che sfocia in una citazione diretta a giudizio per l'indagato.

Questi risulta essere un uomo di Napoli, rintracciato grazie al codice Iban cui il corriere avrebbe dovuto effettuare il versamento dei 119 euro. L'udienza pre-dibattimentale a suo carico è stata celebrata l'altro ieri dinanzi al giudice unico Valerio Fracassi, mentre il dibattimento vero e proprio comincerà con l'udienza del prossimo 12 giugno dinanzi al giudice monocratico Giuseppe Lanzillotta. 


La vittima si è costituita parte civile con l'avvocata Antonella Rizzo dello studio legale Rizzo - Sartorio. Chiede, previa condanna dell'imputato, 10mila euro per danni morali.

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