«Due casi di infedele patrocinio»: avvocato salentino ora rischia il processo

«Due casi di infedele patrocinio»: avvocato salentino ora rischia il processo
​«Due casi di infedele patrocinio»: avvocato salentino ora rischia il processo
di Erasmo MARINAZZO
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Giovedì 4 Gennaio 2024, 22:02

Udienza predibattimentale ed eventuale processo nel Tribunale di Brindisi per un avvocato del foro di Lecce accusato di infedele patrocinio nei confronti di due clienti di San Donaci: per A.L, 56 anni, di Galatina (difeso dall’avvocato Vito Quarta), il giudice Federico Sergi dovrà stabilire se è vero che non diede seguito ai mandati ricevuti per le rispettive cause, arrecando loro danni patrimoniali. Se ne discuterà nell’udienza del 18 gennaio, dopo il rinvio disposto il 28 dicembre scorso.

L’udienza predibattimentale servirà al giudice a stabilire se ci siano i presupposti per sostenere a processo le accuse formulate dal pubblico ministero della Procura di Brindisi, Luca Miceli, nel decreto di citazione diretta a giudizio: due ipotesi di infedele patrocinio ed altrettante di falsità ideologica in certificati commessa da persone esercenti un servizio di pubblica necessita per presunte firme false.

I casi

Il primo caso al vaglio del giudice del processo riguarda il ricorso avverso al decreto di revoca della concessione ad una ricevitoria Lotto disposto dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Si dovrà chiarire - se processo ci sarà - se è vero che dopo la decisione del Tribunale di Brindisi di dichiarare inammissibile il ricorso, l’avvocato non avrebbe messo la cliente al corrente dell’esito della causa. Ed inoltre - altra circostanza da accertare - non avrebbe presentato appello nei termini ma solo successivamente tanto da consentire alla controparte di vedersi accogliere l’eccezione sui termini scaduti. Con condanna della cliente al pagamento delle spese.
Le conseguenze sarebbero consistite nella perdita della gestione delle ricevitoria, come anche nel continuare a versare i canoni d’affitto e le imposte.

Caso analogo, il secondo: si parla di una procedura di espropriazione immobiliare per la quale il cliente avrebbe versato un acconto all’avvocato che tuttavia non avrebbe presentato l’atto di costituzione in giudizio nella causa. In tal modo il cliente sarebbe stato privato della possibilità di fare valere le sue ragioni per non vedersi espropriati alcuni immobili ed avrebbe intanto versato inutilmente gli acconti.
Le accuse di avere apposto firme false riguardano quest’ultimo caso nella parte in cui l’imputato deve difendersi dall’accusa di avere firmato lui, al posto del cliente, l’atto di costituzione per un procedimento di sequestro conservativo di beni, senza informarlo sulla relativa esistenza.
Nell’altro caso, la firma falsa sarebbe stata apposta sull’atto di appello, senza informare la cliente dell’esito del processo di primo grado. Vale ad ogni modo la presunzione di non colpevolezza fino al pronunciamento dell’ultimo grado di giudizio.

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