Non è un avvio dell’anno giudiziario come gli altri. Non lo è perché nell’anno domini 2023 la giustizia è al centro del dibattito nazionale, nel cuore di uno scontro che non è solo politico ma anche tecnico e di visione.
I temi
Le intercettazioni, tanto per cominciare. E la stretta annunciata dal ministro della Giustizia, Carlo Nordio, che non piace ai magistrati requirenti. Per le conseguenze che potrebbe provocare alle indagini preliminari. Le riforme. La Cartabia entrata in vigore e ancora in fase di rodaggio. Ma anche la carenza degli organici, una strutturale mancanza di personale che viene avvertita dai sindacati (i confederali diserteranno la cerimonia odierna, presso la Corte d’Appello di Lecce) e le incognite sul futuro dell’ufficio del processo. Un supporto per limitare l’arretrato che tuttavia pare generare precariato, considerati i contratti a termine.
Oggi, a Lecce, la cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario per il distretto. L’attesa relazione del presidente facente funzioni della Corte, Vincenzo Scardia, gli interventi del procuratore generale Antonio Maruccia, dei presidenti dei consigli dell’ordine degli avvocati di Brindisi, Lecce e Taranto. Il contributo di un rappresentante del Csm, e di uno dell’Associazione nazionale magistrati.
I pareri
Il quadro complessivo è stato delineato in Cassazione dal primo presidente, il barese Pietro Curzio, che ha parlato di numeri, di sicurezza, ma anche più in generale del funzionamento della macchina della giustizia, estremamente complessa e oggi sotto esame.
«Non spetta a noi dare giudizi sulle scelte di politica legislativa che il Parlamento ed il Governo hanno operato», ha detto Curzio, nella cerimonia solenne in Cassazione, alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. «Alla giurisdizione spetta interpretare ed applicare le leggi» ha sottolineato, ritenendo comunque indispensabile «un periodo di adattamento e di rodaggio».
I dati sulla lotta alla criminalità e alla malavita organizzata sono incoraggianti, a livello nazionale. Spaventa il numero di morti bianche, di incidenti sul lavoro.
In scala locale, non si potrà non affrontare le questioni generali, valutandone le ricadute in ogni singolo ufficio giudiziario. Saranno, come sempre, forniti i dati sull’abbattimento dell’arretrato, sul numero di reati per categoria. Ancor più quelli che caratterizzano un lembo di terra, il sud della Puglia, in cui è stata condotta una dura lotta alla Sacra corona unita che, è ormai opinione diffusa e ribadita di anno in anno, si inabissa e cerca nuove forme di guadagno con i contatti con la pubblica amministrazione.
Anche in periferia, si avvertono gli stessi problemi del resto del Paese. Le ripercussioni che i due anni di pandemia hanno provocato sulla durata dei processi, i rapporti tra l’avvocatura e la magistratura che in alcuni momenti si sono rivelati complessi. Il problema irrisolto dell’edilizia giudiziaria, e gli sforzi che si compiono, quotidianamente, per raggiungere risultati e dare risposte all’utenza.
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