Caccia ai furbetti del vaccino: i pm vogliono ascoltare il segretario del Pd Lacarra

Caccia ai furbetti del vaccino: i pm vogliono ascoltare il segretario del Pd Lacarra
di Vincenzo DAMIANI
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Domenica 7 Marzo 2021, 08:44 - Ultimo aggiornamento: 11:29

La Procura di Bari ascolterà come persona informata dei fatti il deputato e segretario regionale del Pd pugliese, Marco Lacarra, dopo la doppia denuncia pubblica su presunti furbetti del vaccino. Già nelle scorse ore c'è stato un contatto informale tra i pm inquirenti e il deputato, la data dell'ascolto, però, non è stata formalizzata per problemi personali del segretario. Ma l'appuntamento è stato solo rinviato di qualche giorno, Lacarra ha già dato la sua massima disponibilità a riferire tutto quello di cui è a conoscenza. Due giorni fa, il deputato ha denunciato attraverso un post su facebook e un comunicato stampa «gravissime crepe nel piano vaccinale e fatti gravissimi accaduti in Puglia» relativi a «persone che non hanno alcun titolo per accedere ai vaccini anti-Covid» e che, invece, «riescono a farselo somministrare sfruttando conoscenze e favori».


Visto il post, il presidente Michele Emiliano ha immediatamente incaricato il Nucleo ispettivo regionale sanitario (Nirs) di approfondire la vicenda.

Lacarra è stato così contattato telefonicamente da un ispettore, al quale però, come da lui stesso ammesso, non ha voluto riferire dettagli, dicendosi però disponibile a farlo con la magistratura e con il capo del Nirs, l'avvocato Antonio La Scala. «Non ho fatto alcun passo indietro rispetto ai fatti» denunciati. «Niente di più contrario al vero. Ho fatto quello che dovrebbe fare qualsiasi buon rappresentante dei cittadini che ha l'onore e l'onere di un incarico politico e istituzionale: rivolgere l'attenzione dell'opinione pubblica e delle istituzioni stesse verso un problema serio e delicato, un tema che tocca tutti noi come comunità e come individui, cercando di far desistere chiunque dal chiedere o concedere favori per ottenere corsie preferenziali», ha confermato venerdì Lacarra. Il deputato sostiene di essere a conoscenza di persone che sarebbero state vaccinate contro il Covid solo grazie a conoscenze ad agganci, nonostante non fossero in alcuna categoria prioritaria. «Chi ha letto le mie parole - ha spiegato - e ci ha visto la volontà di aizzare la polemica politica è, nella migliore delle ipotesi, in malafede perché ciò che ho denunciato dipende dalla correttezza e dal senso civico delle persone coinvolte e non certo dall'indirizzo politico dell'amministrazione regionale; nella peggiore delle ipotesi, invece, chi le ha interpretate in quel modo ha preferito creare e alimentare il fuoco della querelle invece che approfondire e occuparsi dei fatti gravi che ho riportato. Fatti sui quali non avrei potuto tacere: nel mio percorso politico non sono mai riuscito a esimermi dal prendere posizioni nette in nome di ciò in cui credo».


Sulla regolarità nella somministrazione dei vaccini, già dal 26 gennaio il Nirs ha avviato verifiche per accertare, sulla base dell'età e della professione, se tra i cittadini vaccinati si sia intrufolato qualche illegittimo destinatario della dose, fuori cioè dalle categorie prioritarie stabilite dal piano vaccinale nazionale. Gli ispettori, sotto il coordinamento di La Scala, sono al lavoro su elenchi contenenti migliaia di nomi dalla cui analisi sarebbero emerse già alcune anomalie. Parallelamente, intanto, prosegue l'inchiesta penale della Procura di Bari, coordinata dal pm Baldo Pisani e delegata ai carabinieri del Nas, tuttora senza indagati né ipotesi di reato. Per il momento gli investigatori si stanno concentrando sulla fase 1 della campagna vaccinale, quella di gennaio che ha coinvolto personale sanitario ed Rsa. Degli oltre 30 mila nomi acquisiti sono in corso verifiche su circa mille che risultano fuori dagli elenchi.

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