La grande fuga: su 100 laureati del Sud, in 48 lavorano altrove già un anno dopo il titolo. I numeri

La grande fuga: su 100 laureati del Sud, in 48 lavorano altrove già un anno dopo il titolo. I numeri
di Giuseppe ANDRIANI
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Domenica 2 Luglio 2023, 05:00

Su 100 laureati del Nord nel 2021 in 93 - tra coloro che sono già occupati nel 2022 - lavorano al Nord. Su 100 laureati residenti al Sud nel 2021, nel 2022 gli occupati nel Mezzogiorno sono 52. I numeri evidenziano la grande fuga dal Mezzogiorno. Una fuga che si era attenuata per via della pandemia ma che è riesplosa con statistiche preoccupanti e con la drammaticità di un territorio che perde menti e braccia, che si spopola e che vede i propri giovani andare a fare fortuna altrove. E fare altrove le fortune di qualcun’altro. 
Il rapporto di Almalaurea, la società che analizza l’occupazione dei neo laureati, dedica un dossier alla «mobilità territoriale». Diverse pagine nelle quali si analizzano i motivi dell’emigrazione, con particolare attenzione al Mezzogiorno, e gli effetti sul territorio. Dal Sud tra gli occupati la percentuale di persone che lavorano al Centro o al Nord dopo appena un anno dal conseguimento del titolo di studio è del 47,5% per la magistrale (era sceso al 45,1% nel 2021, dimostrando che evidentemente il covid aveva avuto un influenza importante sulle scelte dei ragazzi) e del 33,3% per la triennale (tenendo presente, però, che in tanti decidono di continuare a studiare). 

«L’analisi temporale della mobilità per motivi di lavoro evidenzia tendenze differenziate a seconda dell’area di residenza - scrive Almalaurea - , sulle quali ha inciso in misura rilevante, in particolare nel 2020, la diffusione della pandemia da Covid-19, che ha fortemente limitato gli spostamenti, all’interno del Paese e verso l’estero.

Nel 2022 si osserva dunque un aumento degli spostamenti per ragioni lavorative. Dalla lettura dei dati ciò che appare evidente è che la ripresa della mobilità ha coinvolto proprio quei territori e quei collettivi che, storicamente, hanno vissuto i maggiori flussi di mobilità: si tratta in particolare dei laureati del Mezzogiorno, uomini e provenienti da contesti familiari più favoriti. Per alcuni di questi la ripresa degli spostamenti è avvenuta fin dal 2021, per altri è iniziata solo nel 2022». 

Perché si parte? Chi parte?

Si parte per cercare fortuna altrove. E parte con maggiore frequenza anche chi aveva deciso, magari, di studiare a casa propria, perché la quota dei lavoratori che emigrano è maggiore di circa dieci punti percentuali rispetto a quella di chi va via per ragioni legate allo studio. Per andare dove? Prendendo in esame i numeri dei laureati di secondo livello, il 32,3% (la percentuale è calcolata tenendo conto soltanto di chi ha già un lavoro, ndr) dei residenti al Sud risulta occupato al Nord, il 12,2% al Centro, il 2,9% all’estero e il 52,3% al Sud. I numeri sono totalmente diversi per il Nord e per il Centro. Un residente al Nord lavora a casa propria nel 93,8% dei casi. 

E qual è il profilo di chi si sposta? L’analisi di Almalaurea è chiara anche su questo: «Concentrandosi sugli occupati a un anno dal conseguimento del titolo di primo livello (laurea triennale), le quote più elevate di mobilità si osservano soprattutto tra i laureati del gruppo giuridico (che variano dal 6,7% tra i residenti al Nord al 42,6% tra quelli del Mezzogiorno), ingegneria industriale e dell’informazione (dal 3,4% al 34,7%) e linguistico (dal 9,5% al 40,0%, rispettivamente). Passando a considerare invece gli occupati di secondo livello, le quote più elevate di mobilità si osservano tra i laureati dei gruppi ingegneria industriale e dell’informazione (che variano dal 7,5% tra i residenti al Nord al 68,0% tra i residenti nel Mezzogiorno), politico-sociale e comunicazione (dall’11,1% al 50,8%, rispettivamente), informatica e tecnologie Ict (dal 9,2% al 51,2%) ed economico (dal 6,2% al 55,8%, rispettivamente)». Vanno via coloro che hanno studiato in un ambito per il quale è più complicato trovare lavoro. Ma anche per cui è più semplice avere un’occupazione. Vanno via, già un anno dopo la laurea. O magari restano dove hanno studiato. Torneranno? Chissà.

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