«Sud Est, alla fine del 2015 debiti per oltre 82 milioni»

«Sud Est, alla fine del 2015 debiti per oltre 82 milioni»
di Vincenzo Damiani
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Venerdì 25 Marzo 2016, 06:33 - Ultimo aggiornamento: 20:48
LECCE - I debiti verso i fornitori e le officine sono la palla al piede che, in questo momento, blocca ogni idea di rilancio dei servizi in Ferrovie Sud Est. Sino a quando non verranno pagati gli arretrati sarà impossibile per i commissari riprendere l’attività di manutenzione e mettere in funzione altri bus e treni. 
Ma a quanto ammonta la massa debitoria? La risposta è nella due diligence di Deloitte: al 31 dicembre del 2015 Fse ha debiti commerciali che superano gli 82 milioni di euro. Di questi, 16 milioni sono verso i cosiddetti “fornitori strategici”, tra di loro anche le officine che fanno manutenzione. In un anno, dal 2014 al 2015, il passivo è lievitato di 4,4 milioni, passando da 11,6 a 16 milioni. 
«L'incremento verso i fornitori strategici – spiega Deloitte - deriva principalmente da un allungamento dei tempi medi di pagamento da parte della società. In particolare, il debito verso i fornitori per manutenzioni è incrementato di circa 2,4 milioni, i debiti per locazioni di 500mila euro e i debiti per i servizi al personale (esempio Adecco, buoni pasto) per 1,1 milione circa». 
 
Poi ci sono i debiti verso i fornitori per “investimenti” che «sono incrementati di circa 1,6 milioni per effetto dell'importo dovuto a Sirti spa relativo al nuovo contratto per manutenzione delle linee elettriche (debito residuo al 31 dicembre 2015 pari a 1,4 milioni) da considerare quale debito per attività ordinaria e, quindi, strategica». 
I commissari, nei primi 3 mesi del 2016, sono riusciti a pagare o a raggiungere accordi per il rientro del debito verso alcuni fornitori strategici, tra cui Eni spa, Acquedotto pugliese, Vodafone, Adecco e Svicat per un totale di circa 3 milioni. Ma a pesare sui bilanci sono anche gli arretrati verso gli studi legali che hanno lavorato nell’ultimo ventennio per Ferrovie Sud Est e, poi, le spese sostenute per le consulenze affidate ad esperti esterni nel settore amministrativo e finanziario nonostante Fse potesse contare su figure professionali interne. 
«Dall’esame della documentazione fornita – si legge ancora nei documenti consegnati da Deloitte - è emerso che, oltre alle attività degli affari legali, anche altre funzioni aziendali strategiche di Fse, quali ad esempio il settore amministrativo e finanziario, nonché quello inerente all’approvvigionamento di beni e servizi, ovvero le attività di manutenzione dei mezzi aziendali, sono state sostanzialmente gestite in outsourcing». 
«Tali settori, al pari degli affari legali, sono stati affidati a professionisti e/o società esterne, peraltro in molti casi riconducibili alle stesse persone, con conseguente moltiplicazione dei relativi costi. Gli incarichi – sostiene Deloitte - appaiono in molti casi conferiti in violazione delle disposizione del Codice degli appalti. La selezione dei relativi fornitori, infatti, non è stata effettuata con procedura ad evidenza pubblica. Si consideri, inoltre, che molti degli incarichi affidati appaiono riferiti alle medesima attività (ad esempio verifica contabile, servizi informatici, gestione archivio etc) frazionate a favore Di più soggetti, nonostante questi ultimi fossero molto spesso riconducibili alle stesse persone».
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