Nucleare, ecco il Piano di sicurezza: in Puglia "squadre speciali" dei vigili del fuoco e laboratori anti-radiazioni

Nucleare, ecco il Piano di sicurezza: in Puglia "squadre speciali" dei vigili del fuoco e laboratori anti-radiazioni
di Paola COLACI
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Lunedì 14 Marzo 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 16:18

La premessa è doverosa: al momento ogni allarme è ingiustificato. Eppure la guerra in Ucraina e le notizie degli attacchi russi agli impianti nucleari - da Chernobyl a Zaporizhzhia - preoccupano anche l’Italia. Per questo governo e Regioni ora si attrezzano nel caso in cui anche nel Paese si verifichi una emergenza nucleare. “Riparo al chiuso” con porte e finestre serrate e sistemi di ventilazione o condizionamento spenti, innanzitutto. Ma anche “iodoprofilassi” attraverso l’assunzione di pillole di iodio che inibirebbero o ridurrebbero l’assorbimento di materiale radioattivo “nei gruppi sensibili della popolazione”. Infine controllo della filiera produttiva di verdura e carni. Queste le basi sulle quali si fonda il nuovo “Piano nazionale per la gestione delle emergenze radiologiche e nucleari”. E in Puglia la macchina del “pronto intervento” si è già messa in moto.

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Il Direttore del Dipartimento, Montanaro: «Al lavoro con i responsabili della Fisica sanitaria»

«Già nelle scorse ore abbiamo tenuto un primo incontro sul tema - fa sapere il direttore del Dipartimento di Prevenzione della Regione, Vito Montanaro - Di concerto con i responsabili della Fisica sanitaria delle Asl e con il Dipartimento di Fisica dell’Università degli Studi di Bari stiamo costituendo un gruppo di lavoro. Torneremo a incontrarci, comunque, nei prossimi giorni. In questo momento non c’è alcuna criticità né allarme di sorta ma bisogna essere pronti a prevedere un modello organizzativo in caso di necessità».
Intanto lo schema di decreto predisposto dal capo della Protezione Civile, Fabrizio Curcio ha già incassato il via libera della Conferenza Unificata Stato-Regioni.

Ma il documento – aggiornato dopo 12 anni – oggi tornerà all’esame dei governatori per un ulteriore approfondimento. In caso di necessità, infatti, saranno proprio gli enti locali – Regioni, Province e Comuni - a ricevere eventuali informazioni o notifiche da parte delle Asl che effettuano i controlli. 

Riparo al chiuso, pillole di iodio e controlli sul cibo: ecco il Piano aggiornato del governo

Come di diceva, il Piano si fonda su alcuni punti fissi. Riparo al chiuso, con porte e finestre serrate. Ma in caso di incidenti o esplosioni nucleari anche iodioprofilassi e controllo della filiera produttiva. L’azione di intervento si articolerà in tre diverse fasi da prendere in considerazione in base all’evoluzione dello “scenario incidentale considerato”. In altre parole, la strategia di azione cambierà a seconda che l’incidente avvenga in un impianto nucleare posto entro i duecento chilometri dai confini nazionali - in Slovenia, in Svizzera o al confine con la Francia per esempio - o in uno oltre quella distanza come nel caso del Belgio o dell’Olanda. E ancora, nel caso di esplosioni in territorio extraeuropeo. “La misura del riparo al chiuso - si legge nella bozza del Piano- consiste nell’indicazione alla popolazione di restare nelle abitazioni, con porte e finestre chiuse e i sistemi di ventilazione o condizionamento spenti, per brevi periodi di tempo, di norma poche ore, con un limite massimo ragionevolmente posto a due giorni”. Ma nelle aree interessate dal riparo al chiuso saranno attuate in via precauzionale una serie di ulteriori misure protettive: “blocco cautelativo del consumo di alimenti e mangimi prodotti localmente (verdure fresche, frutta, carne, latte), blocco della circolazione stradale, misure a tutela del patrimonio agricolo e zootecnico”. Tra i vari compiti assegnati alle autorità competenti ci sono anche comunicazioni tempestive alla popolazione, il tempo di inizio e la durata della misura di riparo al chiuso, istruzioni specifiche alle scuole, far fronte ai bisogni primari della popolazione (cibo, acqua, assistenza sanitaria, energia). L’indicazione di restare in luoghi chiusi è, invece, comunicata alla popolazione dal Dipartimento della Protezione Civile. 

In Puglia "Squadre speciali" dei vigili del fuoco e una rete di laboratori

Così come prevede il Piano del governo, in caso di disastro nucleare anche in Puglia a entrare in azione saranno le Squadre speciali di intervento Nucleare e Radiologico dei Vigili del fuoco, il cui personale ha conoscenze teoriche e pratiche e dispone di attrezzature e dispositivi di protezione individuale, nonché di formazione, requisiti “tali che ne consentono l’impiego in condizioni di emergenza comportanti il rischio di superare i limiti di dose stabiliti dalla normativa per i soccorritori ordinari”. A coordinare gli interventi su tutto il territorio regionale - le Squadre speciali sono già previste in ogni provincia - sarà il Comando dei Vigili del fuoco di Bari. Ma in caso di necessità a scendere in campo sarà anche il “Polo di Specializzazione Radiazioni Ionizzanti - Dipartimento di Bari” di Arpa Puglia. La struttura operativa pugliese è stata, infatti, inserita nella rete nazionale di sorveglianza della radioattività ambientale prevista dal Piano e può contare su strumentazioni fisse e mobili per la rilevazione di elementi ionizzanti tossici. «Le apparecchiature non mancano - conclude Montanaro - Ora si tratterà di aggiornare un Piano operativo che risale agli anni del disastro di Chernobyl».

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