La nuova agricoltura: coltivazioni con meno acqua

La nuova agricoltura: coltivazioni con meno acqua
di Giuseppe MARTELLA
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Martedì 16 Maggio 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 14:16

Un maggio “pazzerello” che in queste settimane rallenta la produzione agricola di stagione con le sue bizzarrie meteo. Primavere ed estati roventi che negli ultimi anni hanno rovinato spesso i raccolti e costretto le imprese a intervenire con l’irrigazione assistita per fare fronte ad assenza cronica di precipitazioni, subendo così un imponente aumento dei costi. 
L’agricoltura pugliese è sempre più in balìa di eventi estremi, dalle grandinate ai picchi di calore, con sullo sfondo il grande tema dei cambiamenti climatici. E davanti la sfida di ripensare a nuovi modelli di sviluppo e produzione agricoli. Mai come in questo,va sottolineato come le rivoluzioni sul “campo” siano già iniziate. Tra colture in acqua o in quasi totale assenza di essa. Appena fuori il tessuto urbano di Lecce, ha sede “Ezen”, dall’unione dei termini Eden e Zen, la ricerca dello sviluppo in Occidente e dell’equilibrio in Oriente, cooperativa sociale che punta tutto sull’acquaponica e sulla coltivazione in verticale. Risparmio di acqua e risparmio di terreno, assicurando raccolti rigogliosi e meno soggetti alle fluttuazioni meteorologiche. «L’acquaponica è una tecnica di coltivazione agricola di piante, unita all’allevamento di pesci, in un ambiente a riciclo chiuso e continuo - le parole di Christian Cupiraggi, direttore tecnico di “Ezen”, marito della presidente della cooperativa, a spinta femminile, Erica Corrado – che garantisce un risparmio di acqua pari al 90% rispetto al consumo su metro quadro campo e offre un sostentamento ricco di minerali». Sostenibilità, zero sprechi e una produzione che garantisce attraverso la coltura a “torre” una produttività cinque volte superiore a quella tradizionale. Produzione di cucurbitacee, zucche, zucchine, meloni, cocomeri e poi pomodori, melanzane. Ma anche il pepino, frutto esotico originario delle Ande cui giova l’acqua molto azotata di “Ezen”.

Le testimonianze

«L’obiettivo del nostro lavoro è quello di tutelare e conservare le specie autoctone e le biodiversità, l’astragalo per esempio – continua Cupiraggi – ma anche una continua attività di ricerca e sperimentazione su piante alloctone accompagnati dalla Facoltà di Biologia di UniSalento. Stiamo provando la coltivazione in acquaponica del topinambur, patata del Sud America a bassissimo grado glicemico che in natura nasce ai bordi del fiume. I risultati sono eccezionali. Tutte le piante del resto posto essere coltivate in acqua – dice ancora – basta capire di quanta ne abbiano bisogno e di quali minerali che pure sono garantiti dalla nostra itticoltura». Quantità di prodotto importante ma non eccessiva e fondata sul “Km 0”, l’invito di Cupiraggi quello di investire nell’acquaponica: «Vogliamo prodotti di qualità e che “Ezen” non diventi una struttura enorme, ma che sia da esempio a tante decine e centinaia di realtà simili. Questa tecnica migliora le modalità e le tempistiche note per l’agricoltura tradizionale – chiosa – e questo può invogliare a intraprendere il percorso». 
Un’associazione di promozione sociale con sede ad Aradeo, centro urbano di un entroterra leccese ricco e di grande tradizione agricola, che mette insieme giovani rientrati in paese con la voglia di ascoltare i vecchi braccianti. «Nasce da questo incontro “Karadrà”– sottolinea Roberta Bruno, presidente della società cooperativa agricola – dal volere rinverdire quella memoria contadina e sapere di una agricoltura ricca per i proprietari ma che costringevano il bracciante a inventarsi la sopravvivenza». E così accadeva che sementi portati a casa e piantati negli ortali fossero costretti ad adattarsi alle più estreme situazioni, prima fra tutte la quasi totale assenza di innaffiamento. «Abbiamo recuperato così il “Pomodoro di Aradeo” che quasi stava scomparendo – dice Bruno – e abbiamo puntato forte sull’aridocoltura. Che non significa fare crescere la pianta in assenza di acqua, ma ottimizzarne l’utilizzo attraverso l’uso di una serie di tecniche che fanno bene alla terra». Le operazioni agricole derivano da un calendario di interventi che su scala annuale è organizzato da Roberto Tramacere e garantiscono produzione di ortaggi continua. «Oltre a quella del pomodoro, tutte le coltivazioni sono trattate seguendo le pratiche di aridocoltura – rimarca la presidente - partendo da un uso virtuoso e senza inutili sprechi dell’acqua. Abbiamo anche piante di frutta, mele, pere, mandorli, e presto inizieremo con la coltivazione dei fiori, la sperimentazione di bulbi in campo aperto è avanzata, recuperandone diverse tipicità, ad esempio il narciso». Puntare forte sulle biodiversità che la natura offre e puntare su una nuova strada per l’agricoltura pugliese. «Abbiamo di fronte una grande sfida partendo dall’idea che il settore primario così pensato negli Anni Settanta – sottolinea – non potrà resistere agli effetti degli stravolgimenti climatici. La Regione Puglia ha accompagnato studi di straordinaria valenza scientifica sulle biodiversità, è il momento di dare loro spinta sui campi».

Una agricoltura capace di ridisegnare il futuro. «E che alla tutela dell’ambiente – conclude Roberta Bruno – unisca la capacità di dare nuova linfa all’economia, non solo agricola ma anche turistica della Puglia».

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