Coesione, appello delle imprese: «Fitto ci anticipi almeno il 20% delle risorse che spettano alla Puglia»

Coesione, appello delle imprese: «Fitto ci anticipi almeno il 20% delle risorse che spettano alla Puglia»
di Vincenzo DAMIANI
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Giovedì 13 Luglio 2023, 05:00

A incalzare il ministro Raffaele Fitto sullo sblocco delle risorse del Fondo Coesione e Sviluppo non c’è solo Emiliano. Confindustria Puglia si “allea” nella battaglia e lo fa nel giorno in cui il gotha imprenditoriale e istituzionale pugliese è riunito a Bari sotto lo stesso tetto, quello del teatro Petruzzelli, per l’assemblea generale di Confindustria Bari e Bat. «Nella scorsa programmazione la Puglia ha lavorato bene. Ora però devono partire i bandi della nuova programmazione 2021-2027. Per questo chiedo alla Regione Puglia di attivarli al più presto, ricorrendo, per il co-finanziamento necessario, o a risorse proprie o a un prestito bancario. Per quanto riguarda il Fondo Sviluppo e Coesione, auguro che la Puglia riesca a rendicontare subito e bene quanto è stato speso. È giusto che il governo faccia una diagnosi precisa sulla spesa di queste risorse. Ma dopo la diagnosi, bisogna passare subito alla cura, per non far morire nel frattempo il paziente. Per questo chiedo al Ministro Fitto di concedere alla Regione un anticipo del 20% delle risorse del Fondo di Sviluppo e Coesione, con l’impegno di erogare il resto dei finanziamenti in base allo stato di avanzamento dei lavori. Comuni, Regioni e Governo nazionale devono fare squadra, dobbiamo vincere la nostra sfida». Sono le parole pronunciate dal palco dal presidente Sergio Fontana che si rivolge proprio a Fitto seduto in prima fila. La risposta non arriverà, almeno non ufficialmente. 

La reazione

Ma, dall’altra parte, per il governatore Emiliano è un assist troppo ghiotto per non fare gol a porta vuota: «Mi ha fatto molto piacere – dice il presidente della Regione chiacchierando con i giornalisti - la richiesta formale del presidente di Confindustria Puglia al ministro Fitto di anticipare almeno il 20% di quanto ci devono sui 4,6 miliardi del Fondo Sviluppo e Coesione. Dalla relazione del presidente Fontana emerge chiaro il desiderio di non interrompere questi risultati straordinari che l’economia pugliese ha avuto in questi anni, quindi non posso che ringraziare questo “sistema Puglia», questo blocco sociale che, indipendente dal posizionamento politico che non interessa certamente l’economia, determina una identità culturale di impresa pugliese capace di risultati tra i migliori di Italia. L’incremento dell’occupazione, l’incremento del Pil, la capacità di spesa sono stati il segreto del successo della Puglia. Fontana e Confindustria Puglia lo hanno capito, adesso aspettiamo che lo capisca anche il ministro Fitto», la stoccata finale.
Parole al vetriolo dette davanti ai microfoni dei cronisti, mentre sul palco Emiliano ha scelto la strada della polemica velata: «Non dirò nulla, citando Totò ho già detto tutto», ha esordito nel suo discorso davanti all’assemblea degli imprenditori. Insomma, la battaglia prosegue ma Fitto non si lascia trascinare nel corpo a corpo: evita le polemiche e dribbla anche l’invito di Fontana. Tutto cade nel vuoto, apparentemente. Il Fondo sviluppo e Coesione è stato al centro del dibattito di ieri, assieme al tema “caldo”, da ormai due anni: il Pnrr. Sul Piano di ripresa e resilienza «facciamo un’operazione verità, vediamo cosa possiamo realizzare, in quanto tempo e se gli interventi portano alla crescita al Paese», incalza il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi. «Non vorrei – avverte - che al 2026 cominciasse qualche procedura di ristorno dei fondi», per poi evidenziare che “nel Pnrr ci sono anche tanti progetti da 1.000 euro che «non credo creino Pil potenziale al Paese». Bonomi ha ricordato che il Pnrr oltre alla crescita del Pil aveva l’obiettivo di ridurre le disuguaglianze di genere e generazionali ma «una rotonda o una pista ciclabile non risolvono le disuguaglianze». Il presidente di Confindustria ha quindi invitato a «metterci intorno a un tavolo e se non riusciamo a spendere le risorse prese dobbiamo verificare la possibilità che siano trasformati in credito d’imposta a favore del sistema produttivo italiano per transizione digitale e green». Poi lancia una carezza a Fitto: «Si fanno tante polemiche sul Pnrr ma in quanti hanno letto» i contenuti dei documenti?”, chiosa. 
Il presidente di Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro, dopo aver rivendicato i risultati ottenuti dai Comuni nell’impegno dei fondi Pnrr, lancia un appello al ministro salentino: «Chiediamo al governo di ascoltarci, di condividere con noi alcune scelte, poche ma fondamentali per far si che l’ingranaggio non si inceppi.

Siamo tutti chiamati a concorrere al grande disegno che si chiama Italia 2030, sapendo che non avremo altri giorni che questi, quindi non ci è dato di sprecarli».

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