Cani anti-xylella: presentata in Puglia la “task force” a quattro zampe

Cani anti-xylella: presentata in Puglia la “task force” a quattro zampe
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Martedì 7 Dicembre 2021, 17:43 - Ultimo aggiornamento: 22:31

Sarà impiegata principalmente nelle dogane e nei vivai la speciale task force composta da sei cani in grado di individuare il batterio della Xylella su tutte le potenziali piante che possono ospitarlo, ancor prima che si sia manifestato danneggiandole, «impedendo così che possa continuare ad arrivare dall'estero». È questo l'obiettivo del progetto presentato questa mattina nella masseria San Martino a Fasano (Brindisi) dove sono entrati in azione i primi cani addestrati per individuare l'insidiosa malattia che finora ha colpito 21 milioni di ulivi in Puglia e ha provocato un danno economico per circa due miliardi di euro.

Al momento compongono la squadra a quattro zampe due jack russel, un pastore belga malinois, un segugio, un labrador retriever e uno springer spaniel inglese.

In occasione della presentazione della task force cinofila, il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, ha sottolineato l'importanza di «aumentare i controlli alle dogane e specializzare i punti d'ingresso della merce nella Ue per fermare l'invasione organismi alieni nocivi, dalla Xylella agli insetti, arrivati nelle campagne italiane soprattutto con le piante ed i semi dall'estero».

L'impiego nelle dogane e per i monitoraggi in vivaio

La Xylella - evidenzia Coldiretti - è arrivata in Italia portata da piante tropicali giunte dall'America latina e fino a oggi ha infettato oltre ottomila chilometri quadrati: il batterio avanza al ritmo di due chilometri al mese e, dopo aver devastato gli ulivi del Salento, minaccia la maggior parte del territorio Ue dove sono stati individuati altri casi di malattia, dalla Francia alla Spagna, dalla Germania al Portogallo. I cani sono stati addestrati per alcuni mesi a riconoscere l'odore delle piante infette e stamattina hanno dimostrato di essere all'altezza, individuando quelle colpite dal batterio ma che erano apparentemente sane. Una volta annusata la pianta malata, i cani la indicavano sedendosi davanti. Gli 'Xylella Detection Dogs' saranno utilizzati nei controlli all'interno di vivai e nei punti di entrata delle importazioni di piante dall'estero (porti e aeroporti) e come supporto nelle campagne di monitoraggio territoriali. Il progetto di addestramento è nato dalla collaborazione fra Ente nazionale della Cinofilia italiana (Enci), Unaprol, Coldiretti e Cnr-Ipsp (Istituto per la protezione sostenibile delle piante). «Il piano che ha portato le nostre unità cinofile a riconoscere preventivamente il batterio Xylella - spiega il presidente Enci, Dino Muto - è basato sull'esperienza svolta dalle squadre cinofile nell'individuazione della peste suina».

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