La storia di Fatou, arrivato a Brindisi: era stato già respinto una volta. «Mi hanno anche torturato in Libia, ora sogno una famiglia italiana che mi adotti»

La storia di Fatou, arrivato a Brindisi: era stato già respinto una volta. «Mi hanno anche torturato in Libia, ora sogno una famiglia italiana che mi adotti»
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Domenica 27 Agosto 2023, 18:46 - Ultimo aggiornamento: 28 Agosto, 12:11

Ha cercato per due volte di raggiungere l'Italia. Adesso sogna di essere adottato da una famiglia italiana. Fatou (nome di fantasia) è uno dei 117 minori arrivati stamattina a Brindisi con la Geo Barents (110 di loro sono non accompagnati). Ed è la seconda volta che cerca l'arrivo in Italia. Lo riferisce Fulvia Conte, coordinatrice Sar a bordo della Geo Barents di Medici Senza Frontiere.

Il racconto

La prima volta è stato «respinto dalla guardia costiera libica in mare dopo aver già lanciato l'allarme, quindi con le autorità informate, ma è arrivata purtroppo prima la guardia costiera libica». «Lo hanno portato nei centri di detenzione - spiega Conte - dove non avendo soldi per pagarsi un altro viaggio è stato torturato, costretto ai lavori forzati e gli hanno rotto un braccio.

Poi è finalmente riuscito a racimolare soldi per pagarsi il viaggio ed è stato soccorso dalla Geo Barents. È molto tenero perché dice che il suo sogno è quello di essere adottato da una famiglia italiana». A bordo con lui «tantissimi minori non accompagnati tra 14 e 17 anni, alcuni e alcune anche di 12-13 anni. Poi ci sono bimbi molto piccoli che viaggiavano con le loro mamme».

Quanto all'aumento degli arrivi di minori non accompagnati, Conte evidenzia che «le cause di questa dinamica sono molto complesse perché si parla di diversi motivi di fuga. Ci sono persone che fuggono dalla guerra, da una estrema povertà, da paesi in cui il cambiamento climatico sta avendo molti più effetti di quanto non li stia avendo qui da noi». «Il momento della fuga è molto difficile e costoso. Ci raccontano - conclude - che le famiglie cercano di permettere al membro più giovane, con più speranze di vita, di partire»

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