12mila pugliesi perdono il Reddito di cittadinanza

12mila pugliesi perdono il Reddito di cittadinanza
di Samantha DELL'EDERA
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Martedì 1 Agosto 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 29 Agosto, 21:38

Dodicimila pugliesi perdono da oggi il Reddito di cittadinanza, lo strumento contro la povertà introdotto quattro anni fa e che il governo ha deciso di rivedere: continueranno a riceverlo fino a fine anno solo le famiglie che, oltre a difficoltà di reddito, hanno minori, disabili o anziani e per quelle in cui è acclarato un forte disagio sociale con la presa in carico dei comuni. Il sussidio scompare invece da oggi per i soggetti in grado di lavorare, che dal primo settembre potranno richiedere il Sostegno alla Formazione e Lavoro (Sfl) che ha l’obiettivo di favorire un percorso verso l’occupazione.

Le tensioni


Ma la paura di perdere il sostegno fa salire la tensione. Che si scarica sui servizi sociali dei Comuni, sotto pressione per l’aumento di richieste dalle famiglie rimaste fuori per ottenere una presa in carico che consenta di riottenere il beneficio. Il Comune di Bari teme l’emergenza sociale. La sospensione dei redditi di cittadinanza a diverse famiglie baresi può mandare in tilt l’intero sistema di assistenza e di aiuto. Ed è lo stesso sindaco Antonio Decaro, presidente Anci, che ha mostrato nel merito la sua preoccupazione. Evidenziando quanto la misura del reddito di cittadinanza non andava sospesa completamente, ma andava «risistemata per evitare le truffe». Ora questo «errore», come lo ha definito lui stesso – rischia di creare problemi sociali. Le famiglie sono tornate a bussare disperate alla porta del primo cittadino, non tanto per la ricerca di lavoro (in quella è impegnata la struttura di Porta Futuro) quanto per le difficoltà a pagare i fitti della propria casa. «Ci sono famiglie – spiegano dall’amministrazione comunale – che dall’oggi al domani si sono ritrovate senza nulla. E non tutte sono famiglie informate, hanno ricevuto il messaggio Inps e sono andate nel panico. Sono persone che non hanno nulla, che hanno difficoltà ad arrivare a fine mese, nelle quali ci sono bambini». Da giorni sono in corso incontri tra tecnici Anci e tecnici del Ministero per cercare di fare partire la sospensione solo in seguito alla realizzazione di una piattaforma dalla quale le amministrazioni potevano avere la diretta conoscenza dei casi di sospensione, e intervenire quindi famiglia su famiglia. Attualmente invece il Comune di Bari è completamente impreparato: i servizi sociali devono a loro volta fare una istruttoria per mandarla all’Inps e capire se certe famiglie possono rientrare nel Reddito di cittadinanza. Un “blocco” burocratico che sta mandando in tilt tantissime persone. «Erano anni che non vedevo la gente sotto gl uffici del Comune – ha ammesso lo stesso primo cittadino - , non è giusto trattare così le persone, cui da un giorno all’altro viene detto che non avranno più niente su cui contare. Sono famiglie, anche con bambini». E poi cosa succederà dal 2024? «Se non cambia la situazione ci saranno decine di famiglie in difficoltà». A preoccupare il primo cittadino è anche il mancato finanziamento del fondo sugli affitti che porterà le amministrazioni a non poter rinnovare i contributi destinati alla morosità incolpevole e al pagamento dei fitti per le famiglie in difficoltà. 
«Le nostre sedi in queste ore sono prese d’assalto, in presenza e con telefonate, le persone sono disperate, non sanno come fare ora senza quel sussidio», conferma Gigia Bucci, segretaria generale della Cgil Puglia. «Siamo di fronte a un Governo - aggiunge - che fa cassa sui poveri, sul disagio sociale, che favorisce gli evasori e si accanisce sulle aree più deboli del Paese.

Dal Rdc all’autonomia differenziata, dai tagli alla sanità all’opposizione a una discussione parlamentare sul salario minimo fino alle misure del Pnrr, questo Governo è evidente come sia al servizio solo di alcune lobby di potere. Una destra antisociale, populista che purtroppo rischia di frantumare la tenuta del Paese». 

A Taranto


Anche a Taranto centinaia di persone hanno tempestato di chiamate e hanno preso d’assalto gli uffici per ottenere chiarimenti. «Ci siamo trovati a dover gestire centinaia di persone, di età compresa tra i 18 e i 59 anni - ha spiegato l’assessore Gabriella Ficocelli - a noi sconosciute perché in carico ad Arpal o ai Centri per l’Impiego. Come detto loro, occorre chiarire che è inutile recarsi ai Servizi Sociali perché chi ha perso il RdC ed è ritenuto occupabile, cioè ha tra i 18 e i 59 anni di età, non ha persone disabili a carico e non ha minori a carico, potrà ricevere 350 euro al mese come supporto alla formazione al lavoro attraverso gli stessi sportelli dei Centri per l’Impiego e dell’Inps». L’appello «che rivolgiamo ai cittadini - conclude Ficocelli - è quello di non recarsi per questo motivo nelle nostre sedi, poiché le assistenti sociali e tutto il personale amministrativo non possono fare nulla: la presa in carico avviene attraverso una piattaforma gestita prima dai Centri per l’Impiego e solo dopo arriva ai Servizi Sociali. Occorre che anche il Governo intervenga immediatamente per chiarire, prima che gli assalti si trasformino in aggressioni».
Ancora, dei beneficiari del Rdc sottoscrittori del Patto al 31 dicembre 2022, «il 55,2% è a rischio di diventare disoccupati di lunga durata. Inoltre 13.911 persone beneficiarie, il 58 per cento uomini, hanno trovato un’occupazione, ma in larga parte precaria e a tempo. Nel 54% dei casi ha interessato soggetti fino a 39 anni». 
In Puglia la quota di beneficiari è piuttosto alta, tanto che nella top 20 delle province ci sono ben quattro pugliesi: Lecce è al 14esimo posto con 2.939 sospensioni, Bari 17esima con 2.569, Taranto 18esima con 2.183, Foggia 20esima con 1.794. In Puglia, il totale è di 11.933. Secondo l’ultima rilevazione Inps relativa al mese digiugno, i nuclei famigliari in Puglia beneficiari del Reddito erano stati 86.567 per 194.392 persone coinvolte, con un importo medio mensile di 593 euro.

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