Inps, fotografia del welfare. Aumenta l'occupazione, ma crollano le nascite

Inps, fotografia del welfare. Aumenta l'occupazione, ma crollano le nascite
di Antonio SOLAZZO
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Venerdì 22 Marzo 2024, 05:00

Aumento del tasso di occupazione, diminuzione di quello di disoccupazione e inattività e un saldo negativo tra nascite e decessi nel decennio 2011-2021. Sono questi alcuni dei dati presentati dall’Inps di Brindisi alla città in occasione del rendiconto sociale provinciale del 2022: l’evento, finalizzato a inquadrare le varie attività svolte dall’istituto in favore della popolazione nel corso dell’anno, ha fornito una specie di bilancio e ha messo in luce numeri e aspetti interessanti (su tutti quello sociodemografico, vera e propria novità) riferiti al territorio adriatico.

Le difficoltà

La provincia, come spiegato, si trova in evidenti situazioni di difficoltà con un saldo negativo tra nascite e decessi dal 2011 al 2021 di -14.602, l’equivalente – in soldoni – della popolazione di tre comuni come Torchiarolo, Cellino San Marco e San Donaci. Dalle 3.283 nascite del 2011, infatti, si passa ai 2.418 nati del 2021 mentre, tra le altre cose, aumenta la popolazione anziana con conseguente diminuzione dei servizi sociali. Il tasso di occupazione, inoltre, è cresciuto di circa otto punti percentuali in un solo anno (dal 40,6% al 48,2%) abbassando quello di disoccupazione dal 15,8% al 13%. Numeri confortanti che, però, restano nell’ambito del lavoro precario. 
«La scelta di presentare i bilanci a livello provinciale, consolidando anche l’esperienza regionali già offerte, vuol dire mettersi sempre più a disposizione del territorio», esordisce il presidente del CIV nazionale Roberto Ghiselli. «Ci sono diverse motivazioni per cui, secondo me, questa è una possibilità veramente importante.

L’Inps, innanzitutto, fornisce i dati che consentono agli attori sociali e istituzionali di interpretare meglio la loro condizione, ma non è questa l’unica ragione.

L'ente

L’istituto, negli ultimi anni, non è più solo quello che eroga pensioni o casse integrazione, ma si trova a svolgere funzioni sempre più importanti su terreni sociali e assistenziali: questo esercizio ci mette in relazione più solida con chi gestisce le politiche del lavoro o della formazione. È veramente importante consolidare questi legami sul territorio per fare sinergia che si può creare anche attraverso questi momenti di socializzazione. L’istituto, poi, non è autoreferenziale. In queste occasioni, dunque, si presenta per quello che fa e per la qualità dei servizi che eroga. Per queste tre ragioni, dunque, la presentazione del rendiconto sociale è molto importante, rafforza il legame con chi si rivolge all’Inps e ci consente di migliorare insieme. Si tratta di tre elementi molto importanti, in questa fase abbiamo fatto un ottimo lavoro e ci stiamo ora attrezzando per avere ancora più dati in una funzione di collaborazione piena tra chi rappresenta – come noi – le parti sociali e le tecnostrutture», chiude Ghiselli. «La realtà brindisina è una realtà particolare per la Puglia e non solo: ci troviamo di fronte a una provincia di circa quattrocentomila abitanti, ma se guardiamo la percentuale di occupati e quella di inoccupati, ci accorgiamo di come ci si muova su linee diverse rispetto alle altre province», spiega il direttore regionale dell’Inps Vincenzo Tedesco.
«La presenza di un’industria forte e tradizionale (chimico, petrolchimico, energia, tessile, qualcosa del meccanico) fa sì che ci sia grande richiesta di lavoro che, tradotto, vuol dire una diminuzione degli inoccupati che infatti, non a caso, sono più bassi della media nazionale. Questo avviene soprattutto per la popolazione maschile fino ai 34 anni, ma si può affrontare un discorso simile anche salendo con la fascia di età. Quando c’è la possibilità di un lavoro che offra garanzie, non è vero che le persone si trincerano dietro forme assistenziali. Questo, personalmente, è un dato che mi ha interessato molto», prosegue. Brindisi vive senza dubbio il problema del calo demografico che, dal punto di vista dell’Inps, ha ripercussioni sulla sostenibilità della spesa previdenziale. Come si combatte questa situazione? «Certamente con il lavoro: l’equilibrio previdenziale non è dato tanto dal numero dei cittadini ma dal numero dei cittadini che contribuiscono all’aspetto delle entrate previdenziali, per renderle quindi in equilibrio rispetto alle uscite. Se il numero dei lavoratori cresce, il problema del calo demografico viene compensato. In Italia, da questo punto di vista, c’è molto da migliorare per colmare il gap con gli altri paesi europei. Brindisi, in questo, è un esempio che ha anche delle caratteristiche positive rispetto alle altre realtà della regione Puglia», chiude Tedesco. 
«La sede di Brindisi vive il problema della forte migrazione verso la sede di Lecce», spiega il direttore provinciale Salvatore Saracino. «Da agosto abbiamo perso quasi 40 dipendenti professionalizzati e ne sono arrivati altrettanti da professionalizzare e che, inoltre, sono tutti originari di Lecce, situazione che potrebbe farci avere lo stesso problema tra qualche anno. Si tratta di un fenomeno che mette in difficoltà la sede, ma l’impatto è stato ammortizzato bene»

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