Salvare l'ambiente con un “new deal” per la sostenibilità

Salvare l'ambiente con un “new deal” per la sostenibilità
di Ferdinando BOERO
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Domenica 5 Maggio 2019, 20:52 - Ultimo aggiornamento: 21:00
Nel Capitale, Karl Marx dice che il dovere di ogni generazione è di lasciare alle generazioni successive un mondo in condizioni migliori di quelle in cui lo si è ricevuto. Potremmo dire che, in un certo senso, il capitalismo non ci bada. Keynes dice che non ci possiamo preoccupare del lungo termine, visto che tra cento anni saremo tutti morti.

Purtroppo anche gli stati che si sono ispirati al marxismo non hanno badato molto all'esortazione di Marx e hanno assunto un atteggiamento keynesiano. I disastri ambientali nell'ex Urss sono molti e Chernobyl è solo la punta dell'iceberg. In Italia è avvenuta la stessa cosa. Il lavoro ha assunto priorità assoluta nel pensiero della sinistra, affiancato al profitto nel pensiero della destra. I costi ambientali sono stati ritenuti un prezzo che si poteva pagare.

Gli ultimi 70 anni hanno avuto un impatto devastante sugli ecosistemi planetari e si è innescato un processo di rapido cambiamento climatico che, oramai, non può più essere negato. Si firmano trattati, Papa Francesco scrive Encicliche, politici statunitensi come Al Gore vincono Premi Nobel, assieme al Panel Internazionale che investiga sul cambiamento climatico, ma non si innescano processi virtuosi o, se si innescano, non sono radicali.

Arriva Greta, e ripete le stesse cose che gli scienziati (quelli che si occupano di ambiente, non quelli che costruiscono centrali nucleari) ripetono da decenni. Manifestazioni in tutto il mondo e decise prese di posizione. Ma per chi potrebbe votare Greta, se dovesse votare in Italia?

Il Pd, per ammissione del suo fondatore, Walter Veltroni, ha perso la sua carica ambientalista (anche se io mi chiedo quando mai l'abbia avuta). Nessuno, nel M5S, si pone la stessa domanda, certamente più legittima, visto che Beppe Grillo ha puntato moltissimo sulla sostenibilità nel suo pensiero politico: ora questa stella polare si è molto affievolita, e l'ambiente non è una priorità. Per le destre il discorso è chiaro: Salvini fa scrivere la sezione sostenibilità del suo programma al dr Paolo Arata che, come sentiamo dai mezzi di stampa, ha interessi nello sviluppo dell'eolico in Sicilia. Con oscuri legami con non limpidissimi personaggi.

Esiste un sentire comune, soprattutto nei giovani, verso la sostenibilità ma l'offerta politica non riesce ad esprimerlo, a farsene portavoce.

I tempi sono cambiati dalla posizione ambientalista del no a tutto. Ora le vere posizioni ambientaliste, dopo aver identificato i problemi, chiedono e propongono soluzioni. Occorre riconvertire i sistemi di produzione e di consumo per garantire la salute non solo dei lavoratori, ma di tutti e, prima di tutto, dell'ambiente. È impossibile avere individui sani, magari investendo moltissimo nella medicina, se l'ambiente è malato. Non si tratta di idee di sinistra o di destra. È questione di logica. E ci sono tutte le premesse per dare lavoro a chi non ne ha (con un colpo alla botte di sinistra) e profitto a chi investirà in questa direzione (con un colpo al cerchio della destra). Per il mio modo di sentire, comunque, gli investimenti li dovrebbe fare prima di tutto lo Stato, con un new deal verso la sostenibilità, e i profitti che ne deriverebbero andrebbero alla collettività e non ai privati che, lo abbiamo visto, quando gestiscono cose prima collettive le fanno fallire dopo aver guadagnato in modo spudorato.

Riconvertire i sistemi di produzione significa prima di tutto uscire dall'età del fuoco. Siamo una specie che brucia carbonio consumando ossigeno e producendo anidride carbonica: lo fa il nostro metabolismo, e non lo possiamo evitare, ma possiamo produrre il nostro combustibile primario (il cibo) in modi più sostenibili e meno impattanti, e dobbiamo produrre energia extracorporea in modi che non richiedano la combustione di qualcosa. Già ce ne sono, penso all'eolico, al solare, al geotermico. Però dobbiamo pensare alla dismissione degli impianti, per non ricommettere gli errori del passato. Chi ha pensato a dove mettere la plastica dopo la sua utilizzazione? Ora gli oceani ne sono pieni. Come dismettere le centrali nucleari? E le celle fotovoltaiche? Se andremo con auto elettriche, che ne faremo delle batterie esauste?

Perché preoccuparci di questo? dice Keynes. Tanto tra cento anni saremo tutti morti. Ma Marx ci dice che dobbiamo lasciare un mondo in condizioni migliori, dopo il nostro passaggio. Essere di sinistra, oggi, significa prima di tutto questo. Peccato che la sinistra ancora non lo abbia capito.

 
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