Uomini e salute: il nemico è l'inquinamento. Il convegno a Lecce

Uomini e salute: il nemico è l'inquinamento. Il convegno a Lecce
di Donato NUZZACI
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Venerdì 12 Aprile 2024, 19:49

“Obesità, disfunzione erettile, infertilità: un complesso sindromico frequente”, è questo il tema del XVII convegno di Medicina organizzato oggi (12 aprile) e domani (13 aprile) presso l’Hotel President di Lecce. Un evento realizzato in collaborazione con Asl di Lecce e patrocinato da Fondazione Foresta onlus in collaborazione con l’Università degli Studi di Padova, Università Pegaso, Università del Salento e Ministero della Salute.

Questa mattina nel corso della sessione di lavoro dedicata a “La salute riproduttiva e sessuale si costruisce da giovani” ad intervenire sono stati il dirigente generale Asl di Lecce, Stefano Rossi, mentre per il Ministero della Salute Sara Terenzi e con un saluto anche del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano e del rettore dell’Università Pegaso, Pierpaolo Limone.

Il tema all’ordine del giorno è stato quello relativo ai rischi per la salute dei maschi sempre più alti. Nell’occasione del convegno si è parlato anche di un trend che si sta diffondendo a livello europeo e che sta generando sempre più allarmi: il rischio di infertilità e tumori causato dai Pfas, sostanze inquinanti presenti ovunque nei prodotti di uso quotidiano e nell’ambiente, con importanti effetti sulla salute umana. Fondazione Foresta e Università di Padova da anni lavorano alle conseguenze sulla salute di queste sostanze.

Il prof Foresta

«Molte forme di inquinamento sono responsabili dell’aumento dei casi di tumori ai testicoli - ha detto il professor Carlo Foresta, già ordinario di Endocrinologia all’Università di Padova - e i dati scientifici ce lo dimostrano. Mi riferisco in particolare a pesticidi, derivati della plastica come ftalati, bisfenoli e soprattutto Pfas». Un altro tema illustrato oggi è stato quello relativo alla «perdita di autorevolezza della figura del padre nel buio della separazione vista dai figli». È quanto è emerso da una ricerca su base nazionale con dati raccolti tramite i questionari somministrati dal 2022 al 2024 agli studenti frequentanti gli istituti delle scuole superiori di Padova e Lecce. È venuto fuori un elemento: cioè quello della cosiddetta «eclissi del padre», l’oscuramento della figura paterna, «con una svalutazione che raddoppia nel caso di genitori separati. I figli ricercano l’autorevolezza nella figura della madre nelle famiglie che cambiano».

Il questionario

A rispondere al questionario sono stati 4.383 studenti tra i 18 e i 20 anni (età media 18,2 anni), all’interno del progetto “Prevenzione andrologica permanente nelle Scuole”, e i pareri espressi hanno evidenziato il ruolo genitoriale nel determinare i comportamenti a rischio dei ragazzi, e come gli stessi percepiscano la figura paterna e materna. «Da quindici anni Fondazione Foresta cura un progetto che si sviluppa nelle scuole, parlando a migliaia di studenti e anche stavolta abbiamo raccolto molto materiale per mettere a confronto i cambiamenti nei comportamenti e nel contesto familiare dei ragazzi», ha spiegato il professore Carlo Foresta. Nel complesso della ricerca, è scaturito che la figura materna è vista più frequentemente come amichevole (51,8% vs 44% dei padri), ma per le ragazze la figura paterna è vista più spesso come problematica (10% contro il 5% dei coetanei maschi). Ancora più marcata è la differenza nel ritenere autorevole il ruolo paterno nei ragazzi (42,2%) rispetto alle ragazze (27,7%). «Alla luce di questi dati - prosegue il professore Foresta - si rende indispensabile tornare a ragionare sulle dinamiche simboliche, psicologiche e sociali che si innescano all’interno di dinamiche familiari, quelle contemporanee, che nel loro incessante e vivace rimescolamento strutturale rischiano di perdere di vista un obiettivo centrale: il benessere delle generazioni di domani e un senso di armonica continuità tra le diverse generazioni. Se si sta abbandonando un sistema di valori patricentrico e patrilineare, dobbiamo allora domandarci, qual è la nostra visione del futuro?», conclude lo studioso.

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