Scontro con gli ultras del Bari in autostrada: pulmini del Lecce accerchiati e incendiati. Solidarietà dalla società biancorossa, le scuse del sindaco. L'Us Lecce: vile agguato

Scontro con gli ultras del Bari in autostrada: pulmini del Lecce accerchiati e incendiati. Solidarietà dalla società biancorossa, le scuse del sindaco. L'Us Lecce: vile agguato
di Andrea TAFURO
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Domenica 23 Febbraio 2020, 13:19 - Ultimo aggiornamento: 24 Febbraio, 13:10

«Ci hanno massacrato». Scene di guerriglia armata, tra fumogeni, urla e sangue, si sono consumate ieri, poco dopo mezzogiorno, sull'autostrada A16 in prossimità dello svincolo per Cerignola, nel violento agguato teso da oltre 200 ultras del Bari alla carovana di tifosi giallorossi diretti allo stadio Olimpico di Roma per la partita di campionato del Lecce contro la formazione di casa. Un commando col volto coperto, armato di mazze di legno, catene, cinghie ferrate e torce accese, che sembra fosse in attesa da alcune ore, del passaggio dei Minivan dei supporters salentini per sferare il feroce attacco, pare premeditato, secondo i racconti dei tifosi aggrediti.

Alcuni testimoni raccontano di chiodi posizionati sull'asfalto per forare i pneumatici dei mezzi e bus biancorossi di traverso sulla carreggiata per costringere la carovana a fermarsi. Circostanza tutta da verificare, insieme alla dinamica dello scontro sulla quale indagano gli uomini della Questura di Foggia. Diverse sarebbero infatti le versioni al vaglio degli inquirenti, che non escludono che la violenta rissa sia stata improvvisata dopo un primo contatto tra le due tifoserie avvenuto in precedenza, nei pressi di un autogrill. Quel che sembra certo da una prima ricostruzione degli inquirenti, legata anche ad alcune testimonianze raccolte, è che un primo blocco di auto con a bordo supporters giallorossi, soprattutto donne e bambini, che si sono mosse da Lecce intorno alle 6 di ieri mattina, ha percorso lo stesso tratto di strada senza problemi. Tutt'altra situazione invece si è verificata sulla A16 Napoli-Canosa, con il secondo gruppo, forse atteso o incrociato lungo il tragitto, e composto da tifosi abituali delle trasferte e ultras giallorossi.
 


I quattro Minivan partiti dal Salento, arrivati in prossimità di Cerignola, sono stati bloccati da oltre 200 ultras biancorossi, diretti anche loro in trasferta, a Castellamare di Stabia, dove il Bari nel pomeriggio di ieri era impegnato nel match contro la Cavese. Sono seguiti attimi terrificanti, fumo, urla, aggressioni con mazze e catene ferrate ai circa 50 tifosi leccesi. Poi il fuoco: sono comparse dal nulla delle torce accese utilizzate per incendiare i pulmini. Le fiamme in breve tempo ne hanno distrutto completamente uno e danneggiato un secondo, mentre agli altri due mezzi sono stati spaccati vetri e carrozzeria. Poi la fuga degli ultras baresi, prima dell'arrivo delle forze dell'ordine.
Per strada, ai primi soccorritori, solo scene da guerriglia urbana: vetri spaccati, pietre, oggetti contundenti, mezzi distrutte e tifosi feriti. Sul tratto autostradale incriminato oltre alle volanti della Polizia di Stato, sono sopraggiunti anche i sanitari del 118 e numerose altre vetture con a bordo tifosi del Lecce diretti sempre a Roma. Dopo i primi controlli, nessuno degli aggrediti pare abbia fatto ricorso alle cure in ospedale, molti infatti sembra abbiamo preferito continuare il tragitto verso lo stadio Olimpico con l'aiuto dei tifosi sopraggiunti. Il pullman incendiato e le vetture danneggiate invece sono state sequestrati.
 



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Sulla pagina ufficiale della società sportiva Bari Calcio è poi comparso il seguente comunicato: "SSC Bari intende esprimere la più ferma condanna per quanto accaduto quest’oggi sul tratto autostradale che collega la Puglia alla Campania. Ogni forma di violenza è da condannare nel modo più assoluto; sono episodi che non hanno nulla a che vedere con i valori che la Società biancorossa e la città di Bari hanno da sempre promosso e sostenuto. Questi episodi sono da condannare in maniera netta e categorica. Coloro i quali si sono resi protagonisti di azioni così vili e violente, niente hanno a che fare con la civiltà e la sportività della maggior parte della tifoseria barese. In attesa che le autorità competenti facciano piena luce su quanto effettivamente accaduto, la Società esprime tutta la propria solidarietà all’US Lecce e ai suoi tifosi, unitamente agli auguri di una pronta e completa guarigione agli eventuali feriti".

Sulla vicenda poco fa anche l'intervento del sindaco di Bari Antonio Decaro, in mattinata impegnato con la visita del Santo Padre, papa Francesco: «In una giornata in cui a Bari si è vissuto un momento di preghiera e di pace in un clima di serenità e accoglienza, le notizie che ci giungono di scontri avvenuti in autostrada, che ha visto coinvolti alcuni tifosi baresi, fanno ancora più male», scrive il primo cittadino. «Non credo ci siano parole per commentare l'accaduto, se non quelle di condanna assoluta, senza se e senza ma, verso azioni così vili e violente che nulla c'entrano con lo sport e i suoi valori. Da sindaco, da barese e da tifoso mi vergogno per loro e chiedo scusa a nome della città di Bari. La storia della nostra città e della squadra di calcio non ha niente a che fare con queste persone, che speriamo ricevano una punizione esemplare».

Poco dopo le 17, il comunicato dell'Us Lecce: "L’U.S. Lecce esprime la propria vicinanza ai tifosi giallorossi, vittime di un vile agguato, avvenuto in tarda mattinata, nel tragitto per raggiungere la Capitale e assistere alla gara di campionato Roma-Lecce. La carovana dei mezzi dei sostenitori giallorossi, partita da Lecce, è stata bloccata sull’autostrada all’altezza di Cerignola dove alcuni veicoli sono stati danneggiati e uno di questi dato alle fiamme. In un momento in cui il Paese sta attraversando una emergenza sanitaria di portata storica, si prende atto con sgomento, che ci sono individui che preferiscono concentrarsi su azioni delittuose, a danno di altre persone, prendendo di mira tutti indiscriminatamente. L’U.S. Lecce, nel condannare fermamente ogni forma di violenza, ripone la massima fiducia nel lavoro delle Autorità competenti, in attesa che sia fatta piena chiarezza sull'accaduto".
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