Sisal, un tabaccaio di Maglie fa causa al colosso delle scommesse: «Basta abusi»

Sisal, un tabaccaio di Maglie fa causa al colosso delle scommesse: «Basta abusi»
di Maurizio TARANTINO
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Giovedì 24 Giugno 2021, 10:13 - Ultimo aggiornamento: 18:27

La Sisal citata in giudizio dal titolare di una tabaccheria di Maglie. La vicenda, che ricorda per certi aspetti la storia di Davide contro Golia, nasce dalla decisione della concessionaria di recedere dal contratto di fornitura del SuperEnalotto, causando una serie di danni economici di rilevante entità ed in corso di quantificazione. A entrare in guerra contro il colosso delle scommesse, è Leonardo Greco, titolare della storica Tobà 1961 di Maglie, che si è visto revocare la possibilità di fornire il servizio per non aver accettato di sottoscrivere nuovi servizi aggiuntivi proposti dalla Sisal.

La posizione del tabaccaio

Secondo l'avvocato Gabriele Toma, c'è stato un vero e proprio abuso di posizione dominante da parte della concessionaria nonostante l'affiliazione fosse in vigore da almeno un trentennio: «Sisal - chiarisce l'avvocato - unitamente a Lottomatica, si ripartisce l'intero mercato dei giochi, e di fatto, ha assunto una posizione dominante con particolare riguardo ai giochi da ricevitoria e alla relativa rete distributiva. Sostanzialmente, le ricevitorie, risultano le parti deboli del rapporto, soggette come sono ai contratti (predisposti unilateralmente da questi colossi) ed alle condizioni contrattuali imposte (in qualche caso particolarmente gravose) senza alcuna possibilità di negoziazione». Secondo il legale, Sisal, per incrementare i propri utili, ha moltiplicato i propri servizi aggiuntivi: Vengono pubblicizzati come addizionali, quindi facoltativi per la ricevitoria ma che, di fatto, se non accettati da quest'ultima, comportano quale immediata conseguenza, il recesso del contratto da parte del concessionario». Il rifiuto, da parte del titolare, di sottoscrivere, il pacchetto MySisal (al canone di circa 180 euro mensili) sarebbe stata quindi la causa quindi del recesso arrivato il 21 gennaio scorso.
«Il recesso esercitato - conclude il legale - costituisce un abuso del diritto.

I danni non patrimoniali subiti da Greco sono ingenti, basti pensare alla lesione causata all'immagine commerciale della ricevitoria ed alla sua persona, incidendo sulla reputazione che l'esercizio aveva presso l'utenza e ne ha ridotto il proprio valore commerciale. Anche per questo dovrà essere il giudice a valutare ed a operare una quantificazione del danno subito in via equitativa. La citazione è già pronta ed a breve verrà notificata».

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