Il verdetto all’una di notte, nell’aula bunker del carcere di Borgo San Nicola a Lecce per 53 imputati: 52 condanne fino a 30 anni di reclusione e una assoluzione. Confermate le condanne per i boss, rideterminate alcune pene. Si chiude così il processo di secondo grado nato dall’inchiesta e dall’operazione “Final Blow”. Un duro colpo che fu inferto dalla Direzione distrettuale antimafia della Procura di Lecce (pm Giovanna Cannarile) e dai poliziotti della Squadra mobile che, con il blitz del 26 febbraio del 2020 che portò all’esecuzione di 72 arresti, ricordarono a tutti quanto la Scu fosse viva, forte, ricca ed anche ben infiltrata nell’economia. Con particolare riferimento a Lecce città.
La Scu con propagazioni nella gestione del parco Belloluogo, poi bloccate dall’interdittiva antimafia e dalla revoca di Palazzo Carafa.
Le pene
Le pene più alte, sia in primo che in secondo grado, sono state inflitte agli imputati accusati di avere avuto ruoli apicali. A Marco Penza, , di Lecce: 20 anni di reclusione. Anche lui, come gran parte degli imputati, incastrato dal “captatore telefonico”. Il trojan, una microspia digitale nello smartphone che ha consentito di documentare le consegne di droga a rampolli di famiglie benestanti leccesi come anche le esternazioni sui tanti soldi guadagnati da non sapere più cosa farsene. Trent’anni (in continuazione con un’altra sentenza) per Antonio “Totti” Pepe, ritenuto con Penza, il referente sul territorio del clan del boss ergastolano Cristian Pepe. Per quest’ultimo e per il suo “omologo” Pasquale Briganti, quattro anni a testa. Dodici anni a Manuel Gigante, indicato come l’uomo impiegato dal clan per le estorsioni ed i regolamenti di conti. Tredici anni per Valentino Nobile (ma in continuazione con un’altra sentenza). Assolto Antonio Giannone, di Vernole. La Corte (presidente Vincenzo Scardia) depositerà le motivazioni entro un termine di novanta giorni. Dopodiché i difensori potranno eventualmente impugnare la sentenza in Cassazione.
Il collegio difensivo è composto, tra gli altri, dagli avvocati: Francesco Vergine, Antonio Savoia, Ladislao Massari, Giancarlo Dei Lazzaretti, Luigi Corvaglia, Silvio Verri, Mariangela Calò, Francesco Fasano, Raffaele Benfatto, Luigi Rella, Roberto De Mitri Aymone, Giuseppe Presicce, Cosimo D’Agostino, Roberto Pascariello, Pantaleo Cannoletta, Marco Caiaffa, Rita Ciccarese, Paolo Cantelmo, Mario Coppola, Anna Inguscio.
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