Azienda e Scu, droga in casa e il finanziere resta in carcere. Il gip: «Non è una condotta occasionale»

Azienda e Scu, droga in casa e il finanziere resta in carcere. Il gip: «Non è una condotta occasionale»
di Roberta GRASSI
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Venerdì 19 Maggio 2023, 08:26 - Ultimo aggiornamento: 08:31

Azienda e Scu, droga in casa e il finanziere resta in carcere. «Non un comportamento occasionale, ma è inserito stabilmente all’interno dei canali dediti al traffico di sostanze stupefacenti ad alto livello e che svolga abitualmente tale attività, anche per conto terzi o nell’ambito di organizzazioni criminali». E poi ancora: «Non si può ignorare che l’intera vicenda pone in luce la personalità connotata in modo antigiuridico e deviante da un appartenente alla polizia giudiziaria». Lo scrive il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Lecce, Sergio Tosi che, a seguito dell’interrogatorio nel corso del quale l’indagato si è avvalso della facoltà di non rispondere, ha convalidato l’arresto di Gerardo Civino, 44 anni, finanziere di Monteroni, in servizio al comando provinciale di Brindisi, arrestato in flagranza durante le perquisizioni dei carabinieri del Ros che stavano eseguendo i 16 arresti scattati nell’ambito dell’operazione "Filo di Arianna" contro la Scu e alcuni suoi presunti appartenenti. Civino è difeso dall’avvocato Augusto Pastorelli. 

La droga trovata in casa


Secondo quanto emerso da una intercapedine nel garage, in una busta del supermercato, erano nascosti otto involucri di cellophane contenenti 4,724 chili di cocaina. Gli è stata contestata l’aggravante dell’ingente quantitativo. C’erano anche, e sono stati sequestrati, due spatole metalliche entrambe recanti residui di polvere bianca e due bicchieri di plastica marrone contenenti sostanza cristallina del genere “mangiaumidità”. 
Le perquisizioni, eseguite anche da personale della Guardia di finanza di Brindisi, dove presta servizio, sono state estese anche all’interno del comando provinciale di Brindisi e in particolare nella sede del Gruppo, ma non è stato rinvenuto nulla che potesse essere ritenuto di rilievo. 
«Risulta concreto e attuale il pericolo - scrive ancora il gip Tosi, che accoglie la richiesta di convalida del pubblico ministero della Direzione distrettuale antimafia, Carmen Ruggiero - che l’indagato commetta altri gravi delitti della stessa specie». 
Ed ecco le ragioni a parere del giudice della convalida magistrati: «Ciò alla luce delle concrete modalità di commissione del fatto, nonché del rilevante disvalore della condotta posta in essere, in considerazione dell’ingente quantitativo e della qualità di sostanza stupefacente». 
È verosimile ritenere, prosegue il giudice che, «dalla vendita di droga tragga ragionevolmente, almeno in parte, i mezzi per il proprio sostentamento». E aggiunge: «Egli, proprio in ragione di siffatta sostanza, non può non avere contatti con altre persone, ovvero con organizzazioni criminali dedite al traffico di stupefacenti». 
Civino resta quindi nel carcere di Lecce. in attesa degli sviluppi delle indagini. La sostanza sequestrata è già stata sottoposta ai narcotest che vengono effettuati per stabilirne la reale natura e in caso di stupefacente anche il grado di purezza (che è rilevante poi per comprendere il valore di mercato). 
Per gli investigatori si tratta senza alcun dubbio di cocaina, droga di cui il militare era in possesso in virtù - questa l’accusa - di rapporti con esponenti della criminalità. Non gli è stata contestata al momento alcuna aggravante mafiosa, tuttavia nel corso delle intercettazioni e delle indagini è stata rilevata la sua disponibilità a fare da custode alla droga del clan di Monteroni, nonché di trasportarla facendo leva sulle garanzie fornite dalla divisa . 
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