Salento, ultraleggero precipitato al suolo: il pilota a processo per disastro

Salento, ultraleggero precipitato al suolo: il pilota a processo per disastro
Salento, ultraleggero precipitato al suolo: il pilota a processo per disastro
di Roberta GRASSI
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Martedì 17 Ottobre 2023, 06:52 - Ultimo aggiornamento: 18 Ottobre, 12:41

L'ultraleggero decollò, ma subito dopo precipitò al suolo. Non vi furono conseguenze gravissime per le due persone a bordo, ma a parere dell'accusa fu un disastro aviatorio colposo con l'aggiunta di ipotesi di danneggiamento. Cioè vi fu negligenza, imprudenza e imperizia da parte del pilota, Oreste Adriani, 75 anni, di Brindisi, che è ora sotto processo dinanzi al Tribunale collegiale di Lecce (presidente Pietro Baffa, a latere Valeria Fedele e Luca Scuzzarella).

Il dibattimento è entrato nel vivo ieri con l'audizione del consulente tecnico dell'accusa che ha risposto alle domande di pm (Maria Vallefuoco) e della difesa dell'unico imputato (sostenuta dall'avvocato Carlo Panzuti).

I dettagli

L'esperto, il colonnello Alfredo Caruso, ha sostanzialmente confermato in aula quanto riportato in perizia e riassunto nel capo di imputazione formulato dal pubblico ministero.

I fatti risalgono al settembre 2019 e si verificarono in zona Torre Sant'Andrea, marina di Melendugno. A quanto emerse dagli approfondimenti investigativi, che vengono contestati dalla difesa, furono almeno due le criticità di quel volo finito con uno schianto. La chiusura dei rubinetti del carburante che avrebbero provocato una perdita di potenza del motore. Poi la non rispondenza ai requisiti della normativa nazionale della aviosuperficie "Melendugno", per la presenza nelle immediate vicinanze di ostacoli alla navigazione aerea e di zone abitate da non sorvolare, e della normativa locale per la presenza, sostiene l'accusa, di un numero di aeromobili di gran lunga superiore a quelli autorizzati. In un'area, per altro, a forte vocazione turistica data «la presenza di villaggi e abitazioni private».

Il velivolo, stando agli accertamenti che furono condotti, sarebbe caduto nel terreno privato di una coppia di stranieri e avrebbe anche urtato con alcuni arbusti presenti. Al comando, come si diceva c'era il pilota. Il passeggero riportò lesioni guaribili in un tempo superiore ai 40 giorni.

Il tecnico di parte 


Stando a quanto esposto dal consulente tecnico di parte: «Il velivolo non possedeva i requisiti tecnici e amministrativi per operare all'interno dello spazio aereo controllato dell'aeroporto militare Lecce - Galatina, entro cui si trova l'aviosuperficie Melendugno».
Non sarebbero emerse evidenze di avarie elettriche o meccaniche verificatesi al momento dell'incidente. Ma «la perdita di potenza - è riportato - del motore è stata determinata da una erronea manovra in chiusura dei rubinetti carburante in cabina». Ciò avrebbe determinato l'impatto al suolo del velivolo, «in condizioni di volo controllato, per perdita di potenza del motore durante la fase iniziale di salita dopo il decollo». Come detto, non vi furono conseguenze gravi come avvenuto in altri casi. Ma dall'incidente è sorta comunque un'inchiesta e successivamente un processo, ora riaggiornato al marzo del prossimo anno.

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