Meningite, altro caso: dopo il bimbo di 5 anni, colpita anche una donna di 30 anni

Meningite, altro caso: dopo il bimbo di 5 anni, colpita anche una donna di 30 anni
di Valentina Chittano
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Giovedì 31 Dicembre 2015, 00:29 - Ultimo aggiornamento: 1 Gennaio, 19:07
Meningite, questa volta tocca a Galatina: in ospedale, nel reparto Infettivi dell’ospedale “Santa Caterina Novella”, è ricoverata una donna di 30 anni. Che, per fortuna, non corre pericolo di vita. L’altro ieri il ricovero: un’infezione da meningococco aumenta i punti interrogativi degli ultimi giorni.

E' un nuovo caso dopo quello di un bimbo di 5 anni che si trova ricoverato in coma in Neuochirurgia all’ospedale Vito Fazzi di Lecce e la cui vita è appesa a un filo. E una settimana dopo l’altro caso della donna di 30 anni deceduta poco prima di Natale che aveva determinato anche l’apertura di un’inchiesta della Procura.
La paziente ricoverata al “Santa Caterina Novella” è una donna di Galatina di circa 30 anni: è arrivata al Pronto Soccorso dell'ospedale intorno alle 13 dell’altro ieri con i classici sintomi da meningite. E, cioè, febbre alta, nausea e rigidità nucale. Immediatamente i medici, davanti al sospetto di meningite, hanno attivato il protocollo per garantire il massimo delle cure e della sicurezza. Nulla, insomma, è stato lasciato al caso, come accade davanti a tali sintomi.

La situazione della donna è grave e i medici del reparto Infettivi la tengono sotto osservazione, ma, per fortuna, non corre pericolo di vita. E in questo senso la diagnosi è stata confermata dai medici. Un modo per rassicurare, soprattutto, i familiari. Tra l’altro, dopo la certificazione della patologia, sono scattate tutte le procedure di profilassi anche per il marito per prevenire da ogni forma di contagio.
«Sono consapevole che con questo genere di notizie scatti la paura - spiega Paolo Tundo, primario del Reparto di Malattie Infettive del nosocomio di Galatina dove è ricoverata la donna - ma ci tengo a sottolineare come una struttura come la nostra sia perfettamente in grado di gestire simili circostanze. L'opinione pubblica viene a conoscenza solo di ciò che viene riportato dai media ed è fisiologico che sia così, ma di fatto noi combattiamo periodicamente con la meningite. Fa paura, certo. Per meningite si può morire, ma la meningite può anche essere tranquillamente curata».
La notifica di meningite meningococcica, per un presidio ospedaliero, è obbligatoria, quindi si deve subito segnalare al Servizio di Igiene e Sanità Pubblica. Questa segnalazione, oltre ad avere una finalità epidemiologica, attiva un'inchiesta che ha lo scopo di porre in atto, se è il caso, interventi di sanità pubblica per il controllo del contagio. Il criterio standard, pur con le dovute variazioni da caso a caso, afferma che in caso di meningococco sono tenuti sotto osservazione i conviventi del paziente stesso.

«Abbiamo i professionisti e la struttura per occuparci della contingenza nel modo migliore possibile - dice ancora Tundo - ed è in quest'ottica che mi domando con quale criterio si parli di depauperamento dei nostri ospedali. E voglio cogliere l’occasione per dire che bisognerebbe pensare anche a questo quando si parla di tagli e accorpamenti. Se non ci fosse per esempio il Reparto di Malattie Infettive a Galatina, si riverserebbero tutti al Fazzi di Lecce per casi come questo con le criticità annesse relative a una possibile mancanza di posti».
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