Gallipoli, i nastri di plastica invadono il parco naturale: «Una vergogna senza fine»

La segnalazione arriva dalla guida ambientale Francesco Chetta

Gallipoli, i nastri di plastica invadono il parco naturale: «Una vergogna senza fine»
Gallipoli, i nastri di plastica invadono il parco naturale: «Una vergogna senza fine»
di Pierangelo TEMPESTA
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Domenica 22 Ottobre 2023, 17:03 - Ultimo aggiornamento: 17:04

Centinaia di metri di nastro bianco e rosso con l’indicazione “Polizia locale” abbandonati tra alberi e arbusti nel parco naturale regionale di Punta Pizzo, a Gallipoli. La segnalazione arriva dalla guida ambientale Francesco Chetta, che nelle scorse ore ha immortalato ciò che resta di un sequestro avvenuto alcuni mesi addietro nella zona.

“Una vergogna senza fine”, commenta la guida ambientale. “Dopo più di un anno dal sequestro, i nastri di plastica sono ancora lì, ormai ossidati dal sole e molti già disintegrati in pezzettini sparsi ovunque.

Centinaia di metri di nastro di plastica sparsi ovunque nei delicati ambienti del Parco Naturale Regionale Isola di Sant'Andrea e Litorale di Punta Pizzo”.

I dettagli

Non è la prima volta, spiega ancora Chetta, che viene segnalata la presenza dei nastri di plastica all’interno dell’area protetta. Con tutta probabilità si tratta di ciò che è rimasto dopo il sequestro eseguito nel settembre del 2022 in seguito a un’indagine sui parcheggi a pagamento abusivi. Nella zona, infatti, sono ancora presenti le transenne e gli avvisi di sequestro. “Quando anche le autorità deturpano l'ambiente e nonostante le mie segnalazioni della scorsa stagione non fanno nulla per ristabilire la salubrità dei luoghi - denuncia Chetta - vuol dire che siamo arrivati proprio alla frutta”. La guida ambientale chiede l’intervento e una presa di posizione da parte del circolo gallipolino “A. Cederna” di Legambiente e del direttore regionale Maurizio Manna: “È vergognoso che un Parco Naturale così importante dal punto di vista naturalistico e turistico debba essere ridotto in queste condizioni da parte di chi invece dovrebbe vigilare”.

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