Il Salento rischia l'appeal turistico: Si è perso (tra le montagne di rifiuti)

Il Salento rischia l'appeal turistico: Si è perso (tra le montagne di rifiuti)
di Maurizio TARANTINO
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Sabato 3 Luglio 2021, 15:59 - Ultimo aggiornamento: 16:02

L'appeal turistico del Salento, faticosamente raggiunto negli anni, è sempre più messo in crisi dalle montagne di rifiuti gettati nelle strade e nelle campagne. Il fenomeno, leggermente diminuito lo scorso anno a causa delle restrizioni covid, è ripreso in tutta la sua forza negli ultimi mesi, con segnalazioni che macchiano irrimediabilmente l'immagine di un territorio vocato all'accoglienza. Perché - va detto - agli occhi di un turista tale scempio è ingiustificabile. I nostri occhi purtroppo hanno fatto l'abitudine e in molti casi non sanno sdegnarsi. Tra alberi seccati da xylella, ettari bruciati dagli incendi e distese di rifiuti vergognose, del bell'entroterra salentino rimane ben poco.

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Gli enti


A fronte delle rare azioni degli enti pubblici, costretti dai bilanci a poter intervenire in maniera sporadica, sono tante invece le iniziative dei privati, anche Quotidiano ha cercato di fare la sua parte, qualche anno fa con Sporchiamoci le mani in diversi Comuni della provincia, ma la sensibilità non sembra essere aumentata. «Purtroppo non avvertiamo grandi differenze rispetto al passato - spiega Davide Rizzello, dirigente provinciale delle Guardie ambientali d'Italia -, le segnalazioni arrivano ogni giorno e lo spettacolo è veramente desolante. Avvertiamo i Comuni, ma ci rendiamo conto che le forze in campo sono quelle che sono: una bonifica di una discarica di amianto o la pulizia di un sito incidono molto sulle casse comunali e quindi non si fa. Forse la Regione potrebbe dare maggiori fondi per i risanamenti, anche se in questi casi, l'unico vero deterrente è la vigilanza sul territorio. L'unica novità rilevante è l'utilizzo, da qualche tempo, delle cosiddette fototrappole».

 


Sistema che però non ha un percorso così lineare, come si potrebbe credere: «È più semplice montare una postazione fissa - continua Rizzello - che sistemare dei dispositivi rimovibili, perché va approvato un regolamento a livello comunale sulla privacy. E quello che abbiamo notato è che gli sporcaccioni, gli inquinatori, si spostano nel Comune accanto. Fino a quando non ci sarà la sensibilità necessaria, non si faranno grandi passi avanti: per questo è fondamentale cominciare dalle scuole. Se il bambino è educato, rimprovererà i genitori se gettano una carta dal finestrino. Ci sembra un segnale di speranza».
Coste meravigliose, borghi autentici da scoprire che nascondono campagne e rioni invasi dai rifiuti. Il paradosso del Salento è al centro della narrazione che da anni Maurizio Manna, referente di Legambiente Puglia, porta avanti nella sua attività di volontariato.
«Il nostro territorio ha impiegato gli ultimi vent'anni per costruirsi un'immagine, anche grazie a politiche di marketing dedicate, ad eventi straordinari, creando un richiamo incredibile - dice l'ambientalista -, ma ancora non è maturata una coscienza ambientale, dando una risposta a questi problemi. Fatto il Salento, bisogna fare i salentini verrebbe da dire. Tutto nasce da carenze di base: non abbiamo compreso che non gettare i rifiuti non è solo un atto di rispetto della legge ma è un gesto d'amore. Eppure gli enti, in particolare la Provincia, hanno cercato di fare opere di sensibilizzazione. Occorre maggiore severità, e poi trasmettere l'educazione ambientale su questi temi ad ogni classe di età: liberarsi di un rifiuto non è solo liberarsi da un oggetto, ma annientare i luoghi più belli e renderli morti».
Ma qualcosa nelle coscienze si muove. «Ci sono fenomeni positivi - conferma Manna -, si organizzano iniziative, soprattutto da associazioni e dal mondo del no profit. Quello che occorre fare è cambiare la mentalità perché siamo molto indietro rispetto ad altre nazioni, ma anche rispetto al nord. L'altro problema sono gli incendi che intercettano anche i rifiuti, come se bruciando si distruggesse il problema alla radice. Invece non è così perché si inquina anche di più attraverso le esalazioni tossiche e questo non sembra essere chiaro a tutti. Le conseguenze saranno terribili, come è evidente in altre parti d'Italia, basti pensare alla Terra dei fuochi».
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