Salento ai raggi x con l'Asl «Nei paesi a contagio zero turismo familiare più sicuro»

Salento ai raggi x con l'Asl «Nei paesi a contagio zero turismo familiare più sicuro»
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Lunedì 11 Maggio 2020, 15:41 - Ultimo aggiornamento: 19:04
Il turismo al tempo del Covid? «Nel Basso Salento e sul basso versante adriatico dove ci sono i Paesi a zero contagi. È lì, nei piccoli paesi, a contatto con le famiglie, che ci può essere maggiore sicurezza». È il messaggio del direttore generale dell'Asl Lecce, Rodolfo Rollo, che parte dalla constatazione che una parte della provincia di Lecce è rimasta quasi indenne dal contagio da coronavirus. Per il probabile intervento «di co-fattori - aggiunge il dg - tutti da studiare». Un'opportunità, per gli effetti sul turismo, che merita un approfondimento.

Il manager dell'Asl Lecce proporrà a UniSalento (con il quale si è avviata una collaborazione per l'analisi statistica della pandemia) uno studio multidisciplinare dei comuni liberi dal Covid con la benedizione dell'Istituto Superiore di Sanità. «Ne ho già parlato», aggiunge Rollo.
E Alberto Fedele, direttore del Servizio di Igiene e sanità pubblica della Asl di Lecce nonché coordinatore della task force salentina Covid, traccia il percorso dell'indagine sui 34 comuni a zero contagi che dovrà essere focalizzato nel rapporto tra fattori genetici e risposta immunitaria, oltre allo studio della valenza di altri elementi, tra cui quello climatico.
Numeri e nomi, dunque. Acquarica del Capo, Martignano, Santa Cesarea, Alessano, Melpignano, Seclì, Andrano, Montesano Salentino, Specchia, Bagnolo del Salento, Morciano di Leuca, Spongano, Botrugno, Ortelle, Surano, Caprarica di Lecce, Palmariggi, Taviano, Castrignano de' Greci, Parabita, Tiggiano, Castro, Patù, Tuglie, Corsano, Presicce, Uggiano la Chiesa, Diso, Ruffano, Zollino, Giuggianello, Sanarica, Giurdignano, San Cassiano. Questi i comuni che non hanno dovuto fare i conti con il Covid. E zero contagi è il dato rilevato da Fabrizio Quarta, direttore dell'unità di Epidemiologia e Statistica dell'Asl Lecce. Dalle statistiche elaborate da Quarta si evince che il 35 per cento dei comuni salentini è libero dal Covid, mentre il 31 per cento dei comuni che hanno registrato uno o più contagi è tornato libero dal Covid.
E qui si torna alla proposta del dg Rollo: «Dobbiamo studiare le ragioni che hanno tenuto questa parte del Salento indenne perché potrebbero esserci anche altri fattori cosidetti protettivi. E tali da essere una potenziale garanzia nel caso di incremento della popolazione nel periodo estivo. In particolare il turismo nelle famiglie potrebbe essere fatto in sicurezza. Quello sui comuni a zero contagi deve essere uno studio serio e intendo affrontare l'argomento con l'Università del Salento e con l'Istituto Superiore di Sanità. Per quanto riguarda l'aspetto statistico ed epidemiologico è in corso un lavoro che stiamo facendo con l'Università del Salento per approfondire la geolocalizzazione e gli indici previsionali, non solo dell'R0 che indica il numero medio dei contagi, ma anche dell'RT che indica il numero medio dei contagi da parte di un individuo dopo le misure di contenimento. Con l'Ateneo lavoreremo anche per analizzare quei venti parametri indicati dall'Istituto Superiore di Sanità per garantire la sicurezza dei territori. Vogliamo capire se il territorio, di per sé, ha avuto influenze positive».
Questo lo schema. Poi, lo stesso Rollo passa ai dettagli: «Importanti saranno le Usca, in partenza in queste ore, per determinare l'inizio della malattia sinora fatto coincidere con il giorno in cui è stato effettuato il tampone. Sarà possibile grazie all'anamnesi che faranno i medici delle Usca. Con UniSalento stiamo portando avanti un lavoro su quattro aree tematiche: statistica sanitaria ed epidemiologia, virologia e microbiologia, dispositivi di protezione individuale e nuovi dispositivi per la diagnosi. E vorrei progettare anche l'aspetto delle cure a casa».
Fedele, dal suo osservatorio del Dipartimento di Prevenzione e alla guida della task force per il Covid, traccia un'ipotesi di ricerca: «Il dato dei contagi è mobile. Se si guarda la mappa è visibile che il Tacco sembrerebbe quasi indenne. Approfondire è cosa giusta, ma non credo che potrà farsi in tempi rapidi. Sulla sorveglianza siamo tutti d'accordo: questo è il momento di non abbassare la guardia e aumenteremo il numero dei tamponi fatti sul territorio, anche perché la pressione sugli ospedali è diminuita. Quella macchia bianca sul Tacco è un dato di fatto. Nella stragrande maggioranza dei casi, anche per i cluster, abbiamo verificato che otto volte su dieci almeno nella prima fase dell'infezione si sono verificati per l'introduzione di persone provenienti dal Nord. È anche possibile che nei paesi più piccoli ci sia stato il fattore-casualità perché più piccolo è il comune, più è alta la possibilità che non ci siano relazioni sociali a rischio. Se si dovesse fare lo studio bisognerebbe indagare sulla relazione tra fattori genetici e risposta immunitaria, ma anche sull'incidenza dei fattori ambientali. Un passo alla volta».
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