Ricavi non dichiarati per 400mila euro? I giudici tributari "assolvono" il Samsara

Ricavi non dichiarati per 400mila euro? I giudici tributari "assolvono" il Samsara
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Venerdì 26 Maggio 2023, 18:55 - Ultimo aggiornamento: 27 Maggio, 17:17

Il Samsara beach a Gallipoli non esiste più da anni, ma per i titolari dal tribunale arriva una buona notizia: respinte le richieste dell'Agenzia delle Entrate che contestava come la società avesse ricavato circa 400mila euro in più di quanto dichiarato e chiedeva quindi il pagamento su quelle cifre.

La decisione 

I giudici della seconda sezione della corte di giustizia tributaria di primo grado di Lecce (presidente Giovanni Romano) hanno accolto il ricorso con cui la società ha impugnato, con l’avvocato Maurizio Villani, gli atti relativi agli accertamenti tributaria notificati nel 2016, e con il quale i ricorrenti sono riusciti a far valere le proprie ragioni. Il giudizio sul ricorso, discusso nel gennaio scorso, è stato depositato e reso noto in questi giorni.

La vicenda era partita almeno otto anni fa a seguito del verbale di constatazione elevato alla società Sabbia d’Oro srl e soci, che gestiva l’ormai ex Samsara Beach di Gallipoli. A seguito di una verifica fiscale, formalizzata dall’Agenzia delle Entrate il 31 ottobre 2016, furono evidenziati diversi rilievi fino a ipotizzare un calcolo di oltre 400mila euro di ricavi superiori a quelli dichiarati e quindi esclusi dalle relative imposizioni tributarie. Ma il Samsara Beach è riuscito a “battere” le richieste dell’Agenzia delle Entrate annullando, di fatto, gli avvisi di accertamento per gli anni 2014, 2015 e 2016.

In pratica, i giudici tributari di merito, come ha avuto modo di esplicitare l’avvocato Villani, esclusi piccoli costi ed il recupero di ricavi delle vendite di abbigliamento, hanno totalmente annullato i maggiori ricavi che erano inizialmente stati accertati e contestati.

Otto in definitiva i rilievi mossi dal fisco. Il tribunale della giustizia tributaria però, nel dettaglio, ha neutralizzato gli effetti degli avvisi di accertamento delle tre annualità prese in esame, dal 2014 al 2016, e relativi a ricavi superiori per gli eventi per 3.875 euro, per i servizi spiaggia per 23.212 euro, per pasti e bevande per 186.530 euro, per un totale di 213 mila e 616 euro. Una somma imponibile poi lievitata fino a superare la soglia delle 400mila euro per maggiori imposte, sanzioni e interessi.

I rilievi dei giudici

I giudici tributari hanno evidenziato come l’Agenzia delle Entrate di Lecce non abbia rispettato l’onere della prova, basandosi soltanto su presunzioni, prive dei requisiti di gravità, precisione e concordanza, come peraltro fatto presente anche dal consulente tecnico d’ufficio. I ricorrenti, come ha piegato sempre il legale, sono riusciti a dimostrare e a documentare tutto per cui sono stati totalmente annullati i paventati maggiori ricavi accertati e contestati. Nel testo della memoria difensiva, ad esempio, si chiarisce come parte dei 363 lettini a disposizione per la stagione balneare 2014 era destinato per finalità di scorta e quindi inutilizzato, o anche come gli importi recuperati a tassazione e riferiti ad eventi organizzati, e poi non fatturati, in realtà non siano mai stati incassati in quanto non si sarebbero mai svolti per svariate ragioni: come il rinvio a causa di maltempo o di impedimento o malattia dell’artista. Da qui, la decisione del tribunale che ha, nel merito, annullato gli accertamenti fiscali evitando una batosta economica non indifferente per la ormai ex struttura balenare gallipolina.

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