Sul web i video hard della ex fidanzata: 40enne a processo

Sul web i video hard della ex fidanzata: 40enne a processo
di Pierangelo TEMPESTA
3 Minuti di Lettura
Martedì 30 Gennaio 2024, 19:09

Avrebbe pubblicato sul web due filmati di rapporti sessuali con la sua ex ragazza e per questo motivo è finito a processo. È un presunto caso di revenge porn quello che arriva da un comune del Sud Salento e che nelle scorse ore ha visto un uomo di 40 anni rinviato a giudizio con l'accusa di diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti. L'uomo dovrà presentarsi dinanzi al giudice il 23 giugno per il processo con rito abbreviato al quale è stato ammesso ieri.

Due video hard con la ex

Stando a quanto contestato dall'accusa, l'uomo avrebbe realizzato due video a contenuto sessualmente esplicito ritraenti i rapporti sessuali avuti con la sua ex fidanzata, una 32enne residente nel Nord Italia.

Le registrazioni, però, non sarebbero rimaste nel segreto della memoria del suo cellulare: l'uomo, infatti, le avrebbe condivise con altri. E non solo: le avrebbe anche rese visibili al pubblico di Internet tramite la pubblicazione su un sito raggiungibile da un link. Un caso di presunto revenge porn, reato introdotto nel Codice penale nel 2019 grazie alla legge del cosiddetto “Codice rosso”, che prevede la punizione di chi divulga in maniera non consensuale, per finalità vendicative, immagini intime raffiguranti l'ex partner.

La denuncia nel 2020

I fatti sarebbero avvenuti prima del 2020. Quando la presunta vittima si è accorta dei filmati finiti in rete, ha sporto denuncia contro l'ex fidanzato e ha fatto scattare le indagini. L'inchiesta è stata coordinata dal sostituto procuratore della Procura di Lecce Giorgia Villa, che ha poi chiesto il rinvio a giudizio dell'uomo. Il quarantenne, difeso dall'avvocato Diego Cisternino, ha poi chiesto e ottenuto di essere ammesso a processo con rito abbreviato. L'uomo dovrà presentarsi il 23 giugno dinanzi al giudice per l'udienza preliminare del Tribunale di Lecce Angelo Zizzari per difendersi dall'accusa di diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti con le aggravanti di aver commesso il fatto in qualità di persona che è stata legata da relazione affettiva alla persona offesa e mediante strumenti informatici o telematici.

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