Fotografo aggredito in un locale, dopo 4 anni arriva la condanna

Fotografo aggredito in un locale, dopo 4 anni arriva la condanna
di Pierangelo TEMPESTA
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Mercoledì 20 Dicembre 2023, 08:28 - Ultimo aggiornamento: 21 Dicembre, 11:37

Fotografo aggredito in un locale del Salento, dopo quattro anni un trentenne di Taranto è stato condannato a 15 giorni di permanenza domiciliare.

L'aggressione a Poggiardo

I fatti sono avvenuti il 22 marzo 2019 all'interno di un noto locale di Poggiardo. Il fotografo, stando alla denuncia che quest'ultimo ha presentato dopo l'aggressione, aveva raggiunto il locale per eseguire alcuni scatti da pubblicare su un portale leccese di promozione di eventi. Avendo notato un'amica che stava discutendo animatamente con un uomo sotto al gazebo esterno, si era avvicinato e, essendosi accorto che lo sconosciuto era arrivato a strattonare la ragazza, era intervenuto per chiedere all'uomo di allontanarsi. Quest'ultimo si sarebbe voltato facendo alcuni passi.

Una testata sul naso

Poi, però, sarebbe tornato indietro, avrebbe sorpreso il fotografo alle spalle, lo avrebbe girato di peso e gli avrebbe sferrato prima una testata sul setto nasale e poi un pugno all'altezza dello zigomo destro.

Il malcapitato era stato soccorso da alcuni avventori del locale, mentre l'aggressore era stato fatto allontanare. Raggiunto il “Vito Fazzi” di Lecce, il giovane era poi stato ricoverato nel reparto di Otorinolaringoiatria per un trauma facciale con frattura della ossa del naso e sottoposto ad un intervento chirurgico.

La condanna

La vicenda è finita in una denuncia-querela che ha dato il via alle indagini. Per ricostruire l'accaduto, sono state acquisite le registrazioni del circuito di videosorveglianza del locale. Il trentenne è stato poi imputato per lesioni personali e nei giorni scorsi è stato condannato a 15 giorni di permanenza domiciliare dal giudice di pace di Lecce Valter Vavalle. Nel procedimento è stato difeso dall'avvocato Rita Ciccarese, mentre la parte civile è stata assistita dall'avvocato Umberto Renna (sostituito in udienza dall'avvocato Chiara Fanigliulo). «Il comportamento dell'imputato - si legge nella sentenza - che prima simulava di allontanarsi e poi afferrava per le spalle il fotografo e lo girava di peso, per colpirlo con una testata e con un pugno, suffragano la sussistenza dell'elemento soggettivo e cioè la coscienza e volontà di voler provocare una lesione personale». Il risarcimento del danno sarà quantificato in sede civile.

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